The Walking Dead, Lauren Cohan: "Tornare sul set è stato divertente, ma Maggie non mi ha mai lasciata veramente"
Lauren Cohan, interprete di Maggie, e la showrunner di The Walking Dead, Angela Kang, ci hanno rivelato qualche curiosità sugli episodi bonus in arrivo da lunedì 1 marzo su Fox
L'attrice e la showrunner Angela Kang hanno partecipato a un incontro virtuale con la stampa che ha permesso di scoprire qualche interessante curiosità sul modo in cui sono stati affrontati gli ostacoli produttivi causati dalla pandemia, sulla tensione esistente tra Negan e Maggie e sui nuovi arrivi nel cast dello show.
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Angela Kang: Dopo che Lauren è stata protagonista della puntata nella nona stagione in cui Maggie se ne va, abbiamo continuato a parlare continuamente perché c'è sempre stata l'intenzione di far tornare Maggie e si trattava semplicemente di trovare il modo e il momento giusto per farlo. Non potremmo essere più entusiaste per il fatto che ci siamo riuscite. Volevamo che fosse un momento importante e avere una storia grandiosa che portasse al suo ritorno. Siamo però state in contatto continuamente.
Lauren Cohan: Abbiamo semplicemente pianificato a lungo come affrontare la situazione. Sapevo che sarebbe stata una grande storia e abbiamo potuto farlo. Abbiamo dovuto adattarci alla situazione, ma penso che sia stato fatto un lavoro fantastico creativamente con questi episodi creati durante il COVID che coinvolgono meno persone ma sono grandiosi per quanto riguarda la storia dei personaggi. Di solito non abbiamo sempre il tempo per un approccio simile ed è stato davvero bello poter affrontare la storia di Maggie in un modo diverso.
Lauren Cohan: Credo che vedremo diversi lati della personalità di Negan e anche di Maggie. Angela ha avuto questa idea interessante di mostrare un certo parallelismo nella storia di questi due personaggi. Bisogna comunque scoprire se saranno disposti ad ammettere e notare i punti che hanno in comune. Vedremo in che modo si evolveranno i personaggi e se riusciranno a coesistere e cooperare.
La produzione ha subito, ovviamente, una pausa a causa della pandemia. L'interruzione del lavoro ha in qualche modo portato a una modifica nel processo creativo alla base dell'ideazione degli episodi? Lauren, tu sei rimasta distante dal mondo di The Walking Dead per una stagione. Questa situazione ti è stata in qualche modo utile nell'interpretare il ritorno del tuo personaggio?
Angela Kang: Per quanto riguarda il processo creativo, ovviamente, il COVID ha cambiato i piani che avevamo. Ritorneremo a realizzare episodi spettacolari e ricchi di azione come in passato, ma dovevamo trovare un modo per girare in totale sicurezza delle storie soddisfacenti e importanti per la serie e per i personaggi. Nella serie in passato abbiamo già realizzato degli episodi maggiormente focalizzati sui singoli personaggi, anche se potevamo comunque vedere più di una location e scene d'azione, ma ora abbiamo potuto approfondire la storia di alcuni dei personaggi e portare avanti il racconto che sarà alla base dell'undicesima stagione. Creativamente è stata davvero una boccata d'aria fresca. Inizialmente abbiamo cercato di capire come potevamo adattare i nostri progetti iniziali, ma il cast ha accolto il nuovo approccio, gli attori hanno potuto mostrare la grandiosa versatilità che possiedono. In questo senso ho apprezzato lavorare e produrre questi episodi e spero siano stati divertenti da realizzare anche per il cast.
Lauren Cohan: lo sono stati! Sì, trascorrere del tempo distante dal set è stato utile perché anche Maggie si è evoluta nel corso del tempo. Per me è stato inoltre divertente potermi riavvicinare a Maggie dopo una pausa, anche se in realtà un personaggio non ti lascia mai veramente, stai comunque pensando dalla sua prospettiva o affrontando determinate cose pensando a cosa avrebbe fatto lei. La pausa mi ha però permesso di avere qualcosa di interessante da usare quando mi sono immersa nuovamente nel personaggio.
Come è stata l'esperienza di lavorare a una serie post-apocalittica durante una pandemia?
Angela Kang: Penso sia stata strana perché abbiamo iniziato a vedere delle immagini provenienti da tutto il mondo di città vuote e le persone dicevano 'Sembra esattamente come in The Walking Dead!'. E anche noi le guardavamo e pensavamo 'Effettivamente è vero'. Ed è stato davvero strano pensare alla sopravvivenza e alle conseguenze emotive di tutta questa situazione, ai trauma vissuti. Abbiamo inoltre imparato ancora di più su certi aspetti della vita come gli approvvigionamenti e pensato che ad esempio non avremmo mai dovuto mostrare la carta igienica nello show! Per certi versi è stato davvero strano e al tempo stesso credo ci abbia fatto pensare molto alle persone, alle reazioni sotto stress. Noi stiamo cercando di raccontare una storia sulla sopravvivenza, sul tentativo di trovare speranza e un modo per andare avanti, per rendere il mondo migliore per se stessi e per la prossima generazione. Credo che tutto questo abbia alimentato naturalmente il nostro processo creativo.
Che aspetto dell'evoluzione di Maggie ti ha maggiormente colpita, visto che hai potuto interpretarla così a lungo?
Lauren Cohan: Penso che non si possa mai sapere cosa ti riserva il futuro e questi episodi che abbiamo potuto realizzare ne sono la conferma. La sua evoluzione è legata, per molti aspetti, da ciò che la circonda e la sua personalità emerge da come reagisce alle minacce, agli altri personaggi, agli ostacoli che deve affrontare. Questo costante cercare un altro lato di se stessa, o silenziare un lato di se stessa, in generale la reazione che si può avere, è qualcosa che non si può mai sapere fino al momento in cui non ti ritrovi ad affrontare situazioni di quel tipo ed è stato incredibilmente istruttivo dal punto di vista del personaggio e anche personalmente anche se non si sa realmente cosa faremmo durante un evento apocalittico.
Oltre agli aspetti logistici, il COVID ha influito anche dal punto di vista creativo sull'atmosfera della storia o su qualche aspetto della rappresentazione dei personaggi?
Angela Kang: Credo che creativamente abbia avuto un peso su ciò che stavamo pensando, considerando che stavamo affrontando le difficoltà rappresentate dal lavorare durante una pandemia e al tempo stesso eravamo consapevoli che come autori potevamo continuare a lavorare nella sicurezza delle nostre case in un periodo durante il quale molte persone erano a rischio. Penso che per un puro caso questa situazione si avvicinasse a delle storie che volevamo raccontare da molto tempo per l'undicesima stagione. Ha avuto un suo peso il fatto che le persone stessero affrontando questioni legate al razzismo, alla situazione economica, alla divisione esistente nella società, ci fossero famiglie e nazioni con lotte interne, in generale la situazione globale e della nostra nazione. Avevamo in mente la direzione delle storie dal mese di novembre 2019 e credo che l'arte e la vita si influenzino a vicenda, quindi ci sono modi diretti e indiretti con cui gli eventi in corso nella società hanno influenzato le puntate.
Dover limitare in qualche modo le scene d'azione vi ha permesso di approfondire gli elementi psicologici della storia?
Lauren Cohan: Penso che alcune delle difficoltà più grandi affrontate siano state principalmente psicologiche, anche se c'era comunque una minaccia fisica in superficie, ma credo che alle volte sia un dono perché c'è il bisogno di dare spazio all'aggressività e all'ansia e questo è legato a ciò che non si può controllare, alle forze che non si vedono, al male che trovi ad ogni angolo. Non ci possiamo immergere spesso nei "perché" del mondo in cui vivono i personaggi, ma questo non vuol dire che inconsciamente non ci sia un'influenza sul loro comportamento e sulle loro relazioni in modo costante. Penso che questa tematica sia sempre stata in primo piano, non solo in questa annata particolare, basta pensare ad elementi come il loro desiderio di unità e pace.
Come avete coinvolto Robert Patrick e Hilarie Burton? Che impatto hanno avuto i loro arrivi sulla serie?
Angela Kang: Sono fan di Robert Patrick da decenni e il suo nome è emerso quando abbiamo iniziato a parlare di un nuovo personaggio che dovevamo introdurre nella storia. Immediatamente io e gli sceneggiatori abbiamo esclamato 'Possiamo realmente averlo nel cast? È davvero interessato?'. Abbiamo potuto averlo con noi ed è stato meraviglioso, è un uomo così dolce e fantastico che ha portato la propria gravitas e le sue scelte incredibili per il personaggio. È stato un vero piacere averlo tra noi. Hilarie Burton è la moglie di Jeffrey Dean Morgan. Io e Scott Gimple abbiamo parlato a lungo della possibilità che potesse interpretare Lucille se avessimo deciso di portare sugli schermi la storia tratta da Here's Negan. Ed è stato perfetto ed è stato anche utile durante la pandemia poter girare delle scene intime in cui si confortano. Ma nella nostra mente non c'è mai stata un'altra interprete per Lucille, è sempre stata Hilarie. Porta uno spirito così grandioso al personaggio e ha compiuto molte ricerche serie per capire cosa voglia dire essere una persona che lotta contro il cancro. Credo ci sia un'enorme bellezza nel modo in cui interpreta le varie sfaccettature di questo personaggio e gli spettatori ameranno vederla sugli schermi, oltre al fatto che Jeffrey e Hilarie sono meravigliosi insieme.
La serie sta per concludersi, avete dei momenti o degli episodi preferiti che pensate forse non abbiano ottenuto l'attenzione che meritano o di cui siete particolarmente orgogliose?
Lauren Cohan: Mi viene in mente quando con Andrew Lincoln abbiamo girato la scena in cui Rick scopre che Maggie è incinta e stanno guardando dall'alto la comunità. Non so cosa abbia reso speciale quella scena, forse che eravamo solo io e Andy e la telecamera era su una gru e piuttosto distante, ma quasi non sembrava che stessimo girando. Sembrava un momento tranquillo tra di noi. Sono quegli attimi che ti fanno apprezzare l'energia pacifica che si può trovare in un contesto così energetico e a volte caotico.
Dopo queste puntate inizierete la produzione dell'undicesima stagione, l'ultima. Cosa provate all'idea che si sta avvicinando il momento dell'addio a un progetto a cui avete lavorato così a lungo?
Angela Kang: Penso di non aver ancora affrontato mentalmente la questione perché abbiamo ancora così tanti episodi da girare. Siamo ancora impegnati nel delineare la storia, nella pre-produzione del primo gruppo di episodi che dobbiamo realizzare in modo sicuro, quindi ci sono tanti dettagli da tenere in considerazione dal punto di vista logistico. So che arriveranno le emozioni, arriverà il momento di ripensare al passato. Mi mancherà sempre la serie: è una parte importante della mia vita e della mia carriera, sono stata incinta durante lo show, sono diventata madre, mio figlio è cresciuto trascorrendo il tempo sul set, insieme al cast, alla troupe, agli sceneggiatori... Sarà davvero strano e un po' malinconico. Sono entusiasta all'idea di realizzare lo spinoff su Daryl e Carol, sono eccitata per le altre storie legate a questo meraviglioso franchise, ma questo show sarà sempre speciale e potrei piangere pensandoci.