The Tiger King and I: le rivelazioni e le curiosità emerse dallo speciale condotto da Joel McHale
Le rivelazioni e le curiosità contenute nello speciale The Tiger King and I, già disponibile su Netflix
Erik Cowie, il responsabile dello staff del Greater Wynnewood Exotic Animal Park, non ha ancora avuto modo di vedere Tiger King, ma si è accorto dell'incredibile popolarità del progetto prodotto per Netflix perché le persone lo riprendono mentre fa la spesa. L'aspetto più drammatico, e triste, della sua testimonianza è legato al senso di colpa che prova nel pensare a come siano state uccise delle tigri, che lui considera quasi come se fossero suoi figli, sfruttando il fatto che si fidavano di lui per avvicinarsi ed eliminarle nonostante fossero in salute perfetta. Joe Exotic, inoltre, viene descritto come un pessimo capo che urlava costantemente ai propri dipendenti e non si rendeva conto del lavoro che facevano. Erik è poi assolutamente convinto che la condanna sia giusta e spera che Joe non venga rilasciato in anticipo.
Tra le persone di cui la docu-serie non offriva forse un ritratto accurato, c'è John Reinke, il manager dello zoo che nell'intervista con Joel McHale sembra possedere, nonostante fosse stato mostrato mentre guida un veicolo con uno scheletro seduto accanto a lui, molta razionalità nel ricordare i problemi causati sul lavoro a causa del carattere di Joe Exotic, in grado di sminuire gli altri pur di farli sembrare inferiori e meno importanti rispetto a lui. La popolarità ottenuta non ha però cambiato la vita di John che è ormai convinto che le persone pugnalino gli altri alle spalle e, per ora, non ha avuto nessun contatto con Joe. Reinke ha infine rivelato che vorrebbe fosse Matthew McConaughey a interpretarlo se venisse realizzato un film ispirato a Tiger King.
Tra le rivelazioni proposte da The Tiger King and I ci sono anche quelle del responsabile della campagna per puntare al ruolo di governatore di Joe Exotic, Josh Dial, che ha ammesso di aver saputo fin dall'inizio che avrebbe lavorato per una persona folle, ma riteneva l'incarico un'opportunità da non perdere. Il giovane ha quindi sottolineato che non ha mai temuto di essere considerato dal proprio capo come un potenziale marito, non essendo "giovane e stupido", caratteristiche che hanno invece in comune gli ex coniugi. Il trentenne ha poi parlato delle conseguenze psicologiche subite dall'aver assistito alla morte di Travis Maldonado, evento drammatico che lo ha segnato non potendo ottenere un'assistenza medica in grado di aiutarlo. Josh ha persino rivelato che Joe non è mai andato in terapia dopo la morte di Travis, affidandosi solo a uno sciamano che ha peggiorato la situazione. L'ex responsabile della campagna ha quindi voluto chiarire che non si è mai drogato e di non aver cambiato idea nei confronti delle sue accuse ai federali.
L'ex marito di Joe, John Finlay, ha sottolineato ancora una volta di non essere stato affatto felice di come è stato rappresentato nella docu-serie e ha raccontato inoltre che lo hanno infastidito anche le critiche al tatuaggio con cui ha coperto la scritta "Proprietà di Joe Exotic" perché si trattava di un lavoro che, all'epoca delle riprese, non era stato ancora completato (ma il lavoro ultimato non è stato mostrato alla telecamera). Il giovane ha poi spiegato di aver smesso di drogarsi quando è nata sua figlia, che ora ha quasi cinque anni. Chi inoltre si chiedeva il motivo per cui John appaia nelle sette puntate sempre senza maglia avrà una risposta: semplicemente pensava che fosse divertente mostrare i propri tatuaggi, pur avendo un po' freddo.
Lo speciale si conclude con l'intervento del produttore Rick Kirkham che ora si è trasferito in Norvegia, dopo essersi innamorato di una donna del posto e aver colto al volo l'occasione di allontanarsi il più possibile dall'Oklahoma. L'uomo ha spiegato di essersi reso presto conto di quanto Joe fosse crudele e cattivo, condividendo un aneddoto agghiacciante. Exotic, inoltre, è sempre stato in realtà terrorizzato dalle tigri e dai leoni. Rick ha successivamente spiegato che gli era stato persino chiesto di uccidere Carole, anche se inizialmente pensava fosse una battuta. Kirkham non è particolarmente felice della popolarità che sta ottenendo pur vivendo al di fuori dei confini americani perché ha ammesso di avere ancora incubi e di essere alla ricerca della possibilità di chiudere questo capitolo della sua vita, sperando inoltre che gli spettatori si rendano conto che gli animali selvatici non devono stare in cattività. Il produttore ha infine espresso la propria preferenza nel caso in cui venisse realizzato un film ispirato a Tiger King: Billy Bob Thornton.
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