The Promise: i "troll" turchi mobilitati contro il film con Christian Bale
La "cultura 4Chan" miete "un'altra vittima", con migliaia di troll turchi mobilitati contro la pellicola con Christian Bale ambientata durante il genocidio degli armeni
Parliamo di The Promise, pellicola diretta da Terry George, regista di Hotel Rwanda e interpretato da Christian Bale e Oscar Isaac, ambientato durante il genocidio della popolazione armena avvenuto tra il 1915 e il 1916.
Il magazine di cinema americano ci propone anche una traduzione sommaria di uno dei "richiami all'azione":
Ragazzi, Hollywood sta filmando una pellicola sul cosiddetto genocidio degli Armeni e il trailer è già stato visto 700k mila volte. Dobbiamo fare urgentemente qualcosa.
Come spiega Wikipedia:
Con il termine genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni o massacro degli armeni, si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni, popolazione prevalentemente cristiana, perpetrate dall'Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, e che causarono circa 1,5 milioni di morti.
Anche se qualche storico ha avanzato ipotesi diverse sulla reale motivazione di queste stragi, è un dato di fatto che si sono svolte l'anno successivo alla proclamazione del jihād da parte del sultano-califfo Maometto V, avvenuta il 14 novembre 1914, e che la maggioranza degli armeni era di fedi diverse, in prevalenza Cristiani (religione dell'Armenia adottata sin dal I secolo e poi proclamata di Stato già nel 301 d.C.), da quella di stato del califfato ottomano.
Inoltre gli stessi Armeni avevano già subito anche i massacri hamidiani (ed altri ancora prima) per mano e dal nome di un altro precedente Califfo dell'islam turco. Nello stesso periodo storico l'Impero Ottomano aveva condotto (o almeno tollerato) attacchi simili anche contro altre etnie (come gli assiri e i greci), e per questo alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio.
Il centenario del genocidio armeno è stato commemorato, come ogni anno il 24 aprile, nel 2015.
Gli armeni usano l'espressione Medz Yeghern (in lingua armena Մեծ Եղեռն, "grande crimine") o Հայոց Ցեղասպանութիւն (Hayoc' C'eġaspanowt'yown), mentre in turco esso viene indicato come Ermeni Soykırımı "genocidio armeno", a cui talvolta viene anteposta la parola sözde, "cosiddetto" o Ermeni Tehciri "deportazioni armeni" [...]
Il governo turco continua a contrastare il riconoscimento formale del genocidio da parte di altri paesi e a mettere in discussione che un genocidio sia mai accaduto. Non solo: parlare di "genocidio" è un reato punibile con la reclusione da sei mesi a due anni, in base all'art. 301 del codice penale ("vilipendio dell'identità nazionale"). La legge è stata applicata anche nei confronti di personalità turche conosciute internazionalmente: nel 2005 fu incriminato Orhan Pamuk, il massimo scrittore turco vivente. Il processo a Pamuk è iniziato il 16 dicembre 2005 ma è stato successivamente sospeso in attesa dell'approvazione del ministro della giustizia turco; quello invece al giornalista Hrant Dink si è concluso nello stesso 2005 con la condanna a sei mesi.