The Post: Steven Spielberg si è garantito la "velocità di esecuzione" grazie ai suoi storici collaboratori

Steven Spielberg è riuscito a portare a termine il progetto nonostante i tempi ristretti grazie al suo team di storici collaboratori

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Forse alcuni di voi ricorderanno che, in aggiunta a Ready Player One, nell'agenda di Steven Spielberg c'era anche The Kidnapping of Edgardo Mortara con Mark Rylance e Oscar Isaac, pellicola che è stata poi rimandata a "data da destinarsi".

Spielberg ha deciso di dedicarsi a The Post, pellicola che racconta la storia di Katharine Graham prima donna alla guida del The Washington Post e sul ruolo del giornale nello svelare i noti Pentagon Papers.

Il film è stato realizzato a tempo di record: le riprese sono partite il 30 maggio e il sound mix è stato ultimato il 13 novembre.

In un'intervista a Variety, Steven Spielberg ha spiegato come la rapidità d'esecuzione sia stata possibile grazie al lavoro effettuato con i suoi storici collaboratori.

Rick Carter (scenografo): la newsroom è stata ricostruita in un edificio abbandonato a White Plains. Con delle vere finestre che si affacciavano su uno scenario autentico. Rick ha aggiunto delle nuove pareti e un soffitto, con il suo team voleva ricercare autenticità. Anche se la macchina da presa non è in grado di catturare tutti i dettagli, gli attori e le comparse, sedendosi alle scrivanie, avrebbero trovato giornali di quelle date ben precise, per riuscire a calarsi meglio in questa esperienza.

Janusz Kamiński, (DoP): voleva ottenere uno stile documentaristico, per cui non tutte le scene hanno quello che chiamiamo un'illuminazione da ritratto o emozionale. Janusz desiderava autenticità, voleva che si sentissero davvero gli anni '70, non la contemporaneità.

John Williams (compositore): John mi ha detto "Non voglio che la mia musica tenga il passo della storia e delle performance, la voglio come una sorta di fonte non accreditata. Voglio che abbia un effetto quasi subliminale, più che conscio".

Gary Rydstrom (sound designer): Gary ha voluto registrare in location quanti più suoni possibile. Per cui, tanto per fare un esempio, avevamo microfoni nascosti su tutte le macchine tipografiche.

Ann Roth (costumista): mi ha costretto a catturare le scene con angoli di ripresa più ampi, in maniera tale da farci entrare più membri del cast - a prescindere che si trattasse di 8, 9, 10 o 50 persone - perché anche i costumi è come se esternassero delle vere e proprie dichiarazioni [...] Alcuni degli abito di Katharine Graham sono basati sulle foto in cui compare, ma sono quasi tutte in bianco e nero, quindi per i colori Ann ha agito in maniera indipendente cercando di pensare quali colori avrebbe indossato Kathy, non Meryl.

Michael Kahn, Sarah Broshar (montatori): Mike e Sarah hanno lavorato insieme, nella stessa stanza. La sfida principale è stata quella del ritmo da fornire alla narrazione [...] Quando abbiamo visto il film, siamo stati in grado di prendere importanti decisioni su cosa tagliare, cosa eliminare e cosa allungare.

Adam Sommer (co-produttore, assistente alla regia): non sarei riuscito a fare questo film senza Adam. Era perfettamente consapevole di quello a cui saremmo andati incontro, visto che avevamo dei limiti tanto in materia di tempo, quanto di risorse. Adam ha tenuto insieme tutta la compagnia. È il miglior assistente di regia, co-produttore e production manager con cui io abbia mai lavorato.

1971: Katharine Graham (Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee (Hanks) è lo scostante e testardo direttore del suo giornale.

Nonostante Kay e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni.

La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l’etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico.

I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.

Nel gremito cast troviamo anche Alison Brie, Sarah Paulson, Carrie Coon, David Cross, Bruce Greenwood, Tracy Letts, Bob Odenkirk, Jesse Plemons, Michael Stuhlberg, Zach Woods e Bradley Whitford.

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