The OA: secondo una teoria la cancellazione è un bluff

I fan di The OA hanno elaborato una teoria in base alla quale la cancellazione della serie sarebbe in realtà una scelta di marketing per promuovere la terza stagione

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La cancellazione di The OA, per certi versi inaspettata, ha colto di sorpresa molti fan. Oltre a lanciare una petizione online per chiedere a Netflix, o ad un'altra piattaforma, il salvataggio dello show, alcuni spettatori hanno iniziato a rimuginare sull'annuncio. Ed è così emersa una singolare teoria in base alla quale la cancellazione della serie sarebbe in realtà una complicata scelta di marketing per promuovere la terza stagione.

La teoria prende spunto dalla natura metanarrativa dello show. Nel finale della seconda stagione (attenzione SPOILER), infatti, i due protagonisti arrivano in quella che potremmo definire come la nostra dimensione. In questo mondo The OA è effettivamente una serie prodotta da Netflix, e Prairie e Hap finiscono proprio nei corpi di Brit Marling e Jason Isaacs, impegnati in quel momento nelle riprese dello show. Lo stesso accade a Steve (Paddy Gibson) e Buck (Ian Alexander). The OA sfonda quindi la quarta parete, e trasporta tutta l'idea stessa della serie tv all'interno della propria storia. In realtà la dimensione non è proprio la nostra, dato che scopriamo che Isaacs e Marling sono sposati.

In ogni caso, tanto è bastato ad un utente su Reddit per fantasticare sull'idea di un annuncio fasullo. Assecondando la teoria, la terza stagione si potrebbe svolgere in un mondo in cui la serie è stata cancellata. L'utente suggerisce che l'infortunio di Brit Marling (personaggio) nel finale della serie potrebbe giocare un ruolo, ad esempio come motivazione per la cancellazione dello show.

I piccoli indizi: nella seconda stagione, il personaggio interpretato da Zendaya pronuncia la frase: "At a certain point, the puzzle goes IRL", cioè si sposta nel mondo reale, oppure il giorno scelto per l'annuncio, il 5 agosto, data in cui i fan della serie avevano programmato di lanciare l'hashtag #RenewTheOA. Singolari anche le parole scelte da Cindy Holland per annunciare la cancellazione dello show:

Siamo incredibilmente orgogliosi dei 16 capitoli ipnotici di The OA, e siamo grati a Brit e Zal per aver condiviso la loro audace visione e per averla realizzata attraverso la loro incredibile arte. Non vediamo l’ora di lavorare di nuovo con loro in futuro, in questa e forse in molte altre dimensioni.

Quel riferimento alle "altre dimensioni" sarebbe un indizio sul gioco nascosto all'interno dell'annuncio. La stessa persona che ha condiviso la teoria suggerisce un ruolo anche per gli utenti. Brit Marling, in questa nuova dimensione, non crederebbe infatti alla versione della storia, e sarebbe compito degli spettatori, intervenendo sui social, quello di "salvarla".

In realtà, la teoria, per quanto affascinante, dovrebbe rimanere senza un seguito. I protagonisti della serie hanno dato il loro sentito addio allo show sui social: soprattutto rimane l'emozionante messaggio di addio scritto da Brit Marling. Una fonte raccolta da Insider, che ha riportato la teoria, ha confermato che no, "lo show non tornerà". Claire Kiechel, sceneggiatrice della serie, è intervenuta nel subreddit, ringraziando i membri e scrivendo:

Non so cosa accadrà, e no, non sono parte di una cospirazione "meta" o di un cinico tentativo di fare marketing (andiamo, non ci conoscete?).

Certo, sarebbe divertente se dopo tutto questo Netflix cogliesse la palla al balzo per costruire, a posteriori, un ritorno per la serie.

Al centro della serie c’era la storia di Prairie Johnson, una ragazza non vedente che era scomparsa e ritornava nella comunità in cui era cresciuta e, misteriosamente, riacquistava di nuovo la vista. Prairie iniziava quindi a parlare di quanto accadutole nei sette anni avvolti dal mistero alle persone che aveva scelto per “compiere una missione”.

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Fonte: Insider

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