The OA è stato cancellato da Netflix dopo due stagioni

Netflix ha cancellato The OA dopo due stagioni. Nonostante il cliffhanger che ha chiuso la seconda stagione della serie, non ci sarà un seguito per la serie creata da Brit Marling e Zal Batmanglij

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Netflix ha cancellato The OA dopo due stagioni. Nonostante il cliffhanger che ha chiuso la seconda stagione della serie, non ci sarà un seguito per la serie creata da Brit Marling e Zal Batmanglij. I nuovi episodi della serie erano arrivati sulla piattaforma lo scorso 22 marzo.

Cindy Holland, responsabile della programmazione, ha dichiarato:

Siamo incredibilmente orgogliosi dei 16 capitoli ipnotici di The OA, e siamo grati a Brit e Zal per aver condiviso la loro audace visione e per averla realizzata attraverso la loro incredibile arte. Non vediamo l'ora di lavorare di nuovo con loro in futuro, in questa e forse in molte altre dimensioni.

Tempo fa la stessa responsabile dei contenuti di Netflix, aveva svelato che il progetto era stato immaginato per svolgersi su cinque stagioni.

Di seguito il lungo messaggio di saluto di Brit Marling sui social. La creatrice della serie ha ricordato il momento in cui ha pianto nello scoprire la notizia.

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Brit ha inoltre rivelato che ha pensato a lungo a una domanda che le era stata rivolta in cui le si chiedeva perché fosse "ossessionata" dal genere sci-fi:

Ci ho pensato molto su quella domanda da allora e penso che una risposta vicina alla verità sia questa: è difficile essere ispirati a scrivere storie sul mondo "reale" quando non ci si è mai sentiti liberi. Essendo una donna che scrive personaggi per se stessa e altre donne, spesso ho provato la sensazione che le strade da percorrere nella narrazione siano limitate. Forse un giorno sarò abbastanza evoluta da scrivere le mie strade personali nella "realtà" (Elena Ferrante!), ma fino a questo momento mi sono spesso sentita ostacolata.

Marling ha poi sottolineato che scrivere delle donne di successo contribuirebbe a portare avanti le gerarchie esistenti e che ci opprimono, o di quelle che si trovano in basso nella catena sociale, rischiando poi di scivolare negli stereotipi o di scrivere in modo ironico delle diseguaglianze di genere, scambiando l'umiliazione con il denaro. La fantascienza, invece, le ha permesso di creare qualcosa di nuovo:

Abbiamo immaginato che insieme si sia più forti che i singoli individui. Abbiamo immaginato che non ci fosse alcun eroe. Abbiamo immaginato che gli alberi di San Francisco e un enorme polpo pacifico avessero una voce che potessimo capire e volessimo ascoltare. Abbiamo immaginato gli esseri umani come appartenenti a una specie tra tante e non necessariamente come i più saggi o maggiormente evoluti. Abbiamo immaginato dei movimenti che unissero nella stessa stanza delle persone improbabili, le facessero muovere, facendole diventare disposte a rischiare la propria vulnerabilità in cambio dell'opportunità di entrare in un altro mondo. Questo è stato ciò che The OA ha rappresentato per me e Zal e ogni altro artista che ha lavorato per noi: la possibilità di entrare in un altro mondo e sentirci liberi.

Brit ha concluso ringraziando i fan e tutte le persone coinvolte nella realizzazione della serie, sottolineando inoltre che forse va bene non concludere la storia dei protagonisti.

Al centro della serie c'era la storia di Prairie Johnson, una ragazza non vedente che era scomparsa e ritornava nella comunità in cui era cresciuta e, misteriosamente, riacquistava di nuovo la vista. Prairie iniziava quindi a parlare di quanto accadutole nei sette anni avvolti dal mistero alle persone che aveva scelto per “compiere una missione”.

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Fonte: deadline

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