The Holdovers: come è stato realizzato l'occhio pigro del protagonista

La designer delle lenti di Paul Giamatti in The Holdovers racconta il duro e lungo lavoro per avere il "giusto" occhio pigro.

Condividi

L'occhio pigro di Paul HunHam (Paul Giamatti) è sicuramente una caratteristica importante per il protagonista di The Holdovers - Lezioni di vita. Non solo per il suo background di insicurezze, ma anche per le prese in giro di cui è vittima. E il lavoro di realizzazione di quell'occhio è stato faticoso, ma impeccabile.

Ricorda la designer delle lenti Cristina Patterson:

Il primo giorno di riprese la script supervisor mi disse: "Non sapevo che Paul Giamatti avesse un occhio malato".

Ma prima che si arrivi al risultato finale il percorso è stato lungo. Sarah Rubano, la responsabile del reparto trucco del film, sapeva che era fondamentale per il tono tragicomico della pellicola rendere al meglio quell'occhio pigro. Così ha contattato Patterson che, nel corso degli anni, ha lavorato in progetti del calibro di Il Signore degli anelli: Gli anelli del potere e Fear The Walking Dead.

Racconta Rubano:

Ho detto: "Signora, non accetto un no come risposta. Lei è la migliore al mondo, e deve fare queste lenti. Sono assolutamente fondamentali per l'aspetto narrativo di questo film, e non mi fido di nessun altro."

E così Cristina Patterson ha accettato. Ma nonostante fosse abituata a mostri e zombie, la sfida è stata impegnativa:

C'era il problema del cambio di colore degli occhi. A volte apparivano marroni o verdi o blu in fotografia, e allora non si trattava solo di regolare l'iride, ma anche del bianco degli occhi. La lente è bianco puro, e nessun bulbo oculare è completamente bianco.

Dopo tante prove è riuscita a ottenere il colore giusto, dipingendo a mano le lenti. Ma non era finita perché il regista, Alexander Payne, a un certo punto ha deciso di cambiare occhio... e quindi è stato necessario rifare tutto da capo. Il risultato è stato però perfetto.

Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

Seguiteci anche su TikTok!

FONTE: Vanity Fair

Continua a leggere su BadTaste