The Help, la critica di Viola Davis: "Un film creato nel pozzo del razzismo sistemico"
Viola Davis è tornata a parlare di The Help, criticando il film in quanto creato con il filtro e nel pozzo del razzismo sistemico
Ha poi aggiunto:
Non ci sono molte storie decise a raccontare la nostra umanità, vogliono raccontare l'idea di cosa significhi essere nero, ma facendo capo al pubblico bianco. Il pubblico bianco al massimo può sedersi, assistere a una lezione di storia e scoprire chi siamo. Poi se ne vanno e parlano di cosa è significato, ma non sono mossi da quello che eravamo.
[...]Non c'è nessuno che non abbia apprezzato The Help, ma c'è una parte di me che sente di aver tradito me stessa e la mia gente, perché sono apparsa in un film che non era pronto a raccontare tutta la verit.
Ero la tipica attrice che cerca di farcela. A Hollywood non ci sono abbastanza opportunità per dare notorietà a un'attrice nera sconosciuta e senza volto.
Davis ha fatto eco alle parole già proferite due anni fa, durante un'intervista per il New York Times:
So solo che alla fine dei conti a essere ascoltate non sono state le voci delle cameriere. Conosco Aibileen. Conosco Minny. Sono mia nonna. Sono mia mamma. E so che se fai un film la cui premessa è capire cosa si prova a lavorare per dei bianchi e a crescere dei figli nel 1963, voglio sapere cosa si prova davvero. E non l'ho mai scoperto durante il film.
Presenting our July/August cover star: @ViolaDavis. The Oscar winner—who’s set to star as Michelle Obama and blues legend Ma Rainey—talks to @SoniaSaraiya about her journey out of poverty and into the deeply troubling Hollywood system. https://t.co/NKm0nGeSbP pic.twitter.com/8QlGbh3OTS
— VANITY FAIR (@VanityFair) July 14, 2020
La storia di The Help è ambientata a Jackson, Mississippi, nei primi anni Sessanta del secolo scorso, ed esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud. Eugenia Phelan torna a vivere nella casa di famiglia a Jackson dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Per sua madre il fatto che si sia laureata conta ben poco: l'unica cosa che vuole per la figlia è un buon matrimonio. Ma Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo e sogna in segreto di diventare scrittrice. L'unica persona che potrebbe comprenderla è l'amatissima Constantine, la governante che l'ha cresciuta: insieme lavoreranno a un progetto segreto, insofferenti alle restrizioni dei loro tempi.