The Handmaid's Tale: la seconda stagione "supera" il romanzo originario

Il produttore esecutivo Warren Littlefield parla di come la seconda stagione di The Handmaid's Tale abbia ampliato l'universo raccontato da Margaret Atwood nel romanzo originario

Condividi
Il successo di The Handmaid's Tale ha spinto Hulu a rinnovare la serie per una seconda stagione; tuttavia, il materiale originale tratto dall'omonimo romanzo di Margaret Atwood si è pressoché esaurito nel primo arco di episodi, forzando lo showrunner Bruce Miller ad ampliare l'universo creato dalla scrittrice nel libro del 1985.

"Margaret è probabilmente la più grande cheerleader che abbiamo", ha detto il produttore esecutivo Warren Littlefield in un'intervista a TheWrap in vista della premiere della seconda stagione. "Quindi è la prima a non preoccuparsi [della prosecuzione dell'adattamento]. Eppure, penso che ogni giorno Bruce e i nostri sceneggiatori tengano a mente il libro di Margaret. Ma dobbiamo andare oltre."

La prima stagione di The Handmaid's Tale è stata accolta con un plauso quasi universale e numerosi premi, ma Hulu era pronto a continuare la storia di Offred (Elisabeth Moss) ancor prima che questi riconoscimenti arrivassero. "Avevamo un sacco di feedback positivi da Hulu durante le riprese della prima stagione, e i segnali che stavamo ricevendo erano, 'Dobbiamo aspettare l'anteprima in aprile, ma per ora quel che vediamo ci sembra ottimo e ci piace moltissimo'", ha detto Littlefield. "Quindi stavamo già pensando alla seconda stagione dalla scorsa primavera."

Dal suo debutto, lo show ha contribuito a definire lo zeitgeist dell'era Trump, grazie ai frequenti parallelismi tra l'incubo misogino e totalitario di Gilead (una fittizia versione futura degli Stati Uniti) e le azioni e le convinzioni espresse dal presidente e dai membri del suo partito politico. La serie interpretata da Moss è diventata rapidamente un riferimento diffuso per gli attivisti politici femministi, ancor più dopo l'inizio dei movimenti #MeToo e #TimesUp.

Un nuovo argomento si insinua però nella discussione: come sviluppare un classico letterario dopo aver raggiunto la fine del materiale originario? Soprattutto quando l'autore, che era un supervisore della prima stagione, è ora passato allo status di consulente e ha lasciato la sua storia nelle tue mani.

"Abbiamo terminato la prima stagione con Offred / June incinta", ha detto Littlefield. "E quindi era naturale che andassimo oltre il finale a cui Margaret ci ha portati. Sai, Margaret è una consulente attiva. Legge le bozze e poi dà feedback e pareri. Ma è stata molto entusiasta e non ha paura di andare oltre il romanzo. Alcune di queste cose derivano probabilmente dal fatto che il suo lavoro è stato adattato in opere teatrali e opere d'arte e penso che abbia anche una grande fiducia in Bruce."

"Così siamo andati avanti, tenendo sempre il romanzo come guida, ma quest'anno ci stiamo muovendo molto oltre", ha continuato il produttore. "I nostri temi per quest'anno sono stati la maternità di Offred / June, il suo bambino non ancora nato e sua figlia Hannah. Inoltre, Serena Joy (Yvonne Strahovski) considera il bambino non nato di Offred come il suo. Quindi la maternità è un tema potente, così come "Gilead è dentro di te." Anche se i nostri personaggi possono sfuggire a Gilead, Gilead resta dentro di loro. Non si può sfuggire completamente a Gilead. Questi sono diventati due temi portanti, impossibili da affrontare senza tutto ciò che è stato raccontato finora. Grazie, Margaret!"

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: The Wrap

Continua a leggere su BadTaste