The Exorcist: i produttori spiegano i legami con il film cult

Durante il panel al press tour estivo della Television Critics Association, i produttori di The Exorcist hanno chiarito i legami con il film di Friedkin, alla base della storia narrata nella serie

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C'è grande attesa per The Exorcist, serie Fox ambientata nello stesso universo dell'iconico film firmato da William Friedkin. Durante il panel presso il Television Critics Association press tour estivo, i produttori hanno svelato qualche dettaglio sullo show, che debutterà il 23 Settembre.

La serie si svolge a Chicago, 40 anni dopo gli eventi raccontati nel film. Ci saranno strizzate d'occhio al film di Friedkin, tra cui accenni alla composizione di Mike Oldfield "Tubular Bells", limitata a quanto consentito dalle license, trattandosi di un brano piuttosto costoso da utilizzare, stando a quanto detto dal produttore e regista Rupert Wyatt.

Vi saranno inoltre allusioni ai preti che compaiono nel film, ha detto il produttore esecutivo Jeremy Slater. "Era importante chiarire a tutti che questa è la continuazione di una storia preesistente," ha detto Slater. Questa consapevolezza arriva già nel primo episodio, e gli accenni indicano che sono passati decennni, e il pubblico non dovrà certo aspettarsi di vedere Padre Merrin o Padre Karras comparire a casa della famiglia Rance, le cui difficoltà costituiscono il nucleo dei dieci episodi della prima stagione.

Uno degli obiettivi primari, secondo quanto riportato da Slater e Wyatt, era quello di mantenere il realismo del film originale. Wyatt, che ha anche diretto il pilota della serie, ha sottolineato come Friedkin avesse un solido background nel mondo del documentario, prima di dedicarsi al cinema di finzione.

"Ha approcciato l'argomento da un punto di vista agnostico - la nozione del male si insinua in una situazione, sia essa parte di una possessione demoniaca o della formazione psicologica di una persona," ha detto Wyatt. "È una delle ragioni che hanno reso L'Esorcista così terrificante: era plausibile."

"Credo che il male esista, e ne abbiamo visto esempi nel corso della storia, anche piuttosto ricorrenti," ha affermato Geena Davis, che interpreta Angela Rance nella serie. "Penso che ciascuno possegga un ampio range comportamentale, dipende tutto da ciò a cui veniamo esposti e da ciò a cui siamo in grado di resistere."

Geena Davis, che da sempre si batte contro il sessismo ancora imperante a Hollywood, ha dichiarato di essere stata interpellata più volte dagli autori, in cerca di feedback e input. Metà degli sceneggiatori e ben due tra i registi sono donne, ha fatto notare Davis, sottolineando anche la grande ricchezza dell'arco evolutivo dei personaggi femminili all'interno della storia.

Benché abbia parecchi punti in comune col film originale, questa versione televisiva di L'Esorcista costruirà una sorta di mitologia a sé stante, che dovrebbe garantire materiale per svariate stagioni. "Stavolta, il Male ha ambizioni ben più altre rispetto a prendere di mira una bambina di otto anni di Georgetown," ha detto Slater. "Abbiamo un sacco di colpi di scena, ma in fin dei conti, si tratta comunque della storia di una famiglia nei guai e di preti che cercano di portarle aiuto. Se il pubblico non si affezionerà ai personaggi, avremo fallito il nostro compito."

Inoltre Slater ha garantito che ci saranno momenti spaventosi, ma che la serie non sarà sempre splatter. "Stiamo imparando molto su ciò che puoi e non puoi permetterti con il budget di una serie TV," ha spiegato Slater. "Devi essere molto giudizioso e abile nel dosare gli elementi spaventosi. Non vogliamo atrofizzare il pubblico; gli spettatori sanno che sta per arrivare l'orrore, e fintantoché la loro pazienza viene ricompensata, la priorità è raccontare la miglior storia possibile, invece che raccontare la più spaventosa ma gratuita storia possibile."

"Ci sono stati 40 anni di imitazioni mediocri di L'Esorcista, che hanno affievolito il potere del materiale originale, ma fortunatamente abbiamo molti fan dell'horror dietro le quinte, e quindi possiamo facilmente notare "sì, questo è stato già fatto". È una fortuna e una maledizione, perché ti forza a essere uno scrittore migliore, ti impone di arrivare sempre a nuovi modi per spaventare e nuove vie per scioccare il pubblico," ha concluso Slater.

Fonte: Variety

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