The Batman è troppo buio? Matt Reeves e Greig Fraser sviscerano la fotografia del film
The Batman è troppo buio? Matt Reeves e Greig Fraser sviscerano la fotografia del film ora nelle sale italiane e nel resto del mondo
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Ha voluto un mondo plausibile, reale, con una Gotham sporca e un'illuminazione che non sembrasse da teatro di posa. In questo il Volume si è rivelato un ottimo strumento, ma per tutto il resto il regista ha fatto affidamento sul direttore della fotografia Greig Fraser, con cui ha iniziato a lavorare anni fa sul set di Blood Story.
The Batman è troppo buio?
Nella pellicola sono tantissime le sequenze ambientate di notte e in effetti si è trattato di un aspetto ostico per Fraser.
"Una delle cose che più mi preoccupavano all’inizio era l’oscurità" ha spiegato il direttore della fotografia. "E nello specifico ero preoccupato da come creare un'oscurità luminosa, il che effettivamente sembra un ossimoro, ma ci sono modi diversi per dare luce a un'immagine e contemporaneamente oscurità a un personaggio".
Fraiser è stato molto grato al reparto costumi, che ha definito "incredibile".
Gli abiti che hanno realizzato avevano una fibra meravigliosa e riflettevano la luce in modo peculiare e unico. Ogni volta che davo risalto a un costume attraverso la luce, parlava da solo. Nulla sembrava in alcun modo falso, ma era tutto realistico e organico.
Ha poi parlato di Zoe Kravitz, l'interprete di Selina Kyle:
Mi sono divertito moltissimo, perché Zoë assorbe la luce e la riflette in un modo unico. Ha una pelle e dei lineamenti splendidi e mi sono reso conto di poter giocare con i colori con lei.
Generalmente abbiamo cercato di rimanere semplici, e di non esagerare con l’illuminazione, ma con Zoë ho scoperto che spesso, aggiungendo il colore ciano alla fonte di luce che la stava illuminando, finiva per spiccare ancora di più.
Fraser ha avuto molta difficoltà a illuminare, ovviamente, il costume del crociato di Gotham:
Il costume e la maschera di Batman sono molto scuri, ed è molto difficile cogliere l’anima di un personaggio attraverso un costume scuro e occhi scuri, perché non è facile cogliere le emozioni senza alterare l'atmosfera.
Durante i primi test davanti alla macchina da presa è stato subito chiaro quanto dovessimo evitare luce diretta sugli occhi, per ridurre il contrasto e garantire un’illuminazione alle zone in ombra, trovando quell’equilibrio del vedo-non-vedo dei dettagli.
Vedo non vedo: la scena con Joker
Come spiegato da Reeves, l'equilibrio tra visibile e invisibile è stato fondamentale:
Oggi oramai tutto viene realizzato in digitale, così io e Greig abbiamo cercato di realizzare una Gotham viscerale. L'idea è che tutto ciò che non vedi è importante tanto quanto ciò che vedi. Quindi ci sono molte cose non inquadratura e fuori fuoco che talvolta possono anche assumere un tono horror, così facendo l'inquadratura si arricchisce di dettagli più soffici. Vedi una parte distintamente e poi il resto è sfocato e diventa perturbante.
Il modello in questione è stato applicato non solo all'ingresso in scena dell'Enigmista, ma anche alla sequenza finale con un personaggio ben noto:
Qui abbiamo un Joker che non è ancora il Joker. Nella scena [che abbiamo tagliato] che vedrete in futuro vi accorgerete del lavoro che abbiamo fatto sul suo aspetto. Lo abbiamo posizionato in modo tale da creare suspense, visivamente lontano, volevo creare una versione del personaggio unica ma al contempo rispettosa delle sue radici.
Il precursore: Dune
Non si può dire che Dune sia stato un pioniere, ma ha di certo fatto da precursore a The Batman visto che Fraiser è stato testimone di un processo tecnico per dare al film un aspetto meno digitale. Villeneuve ha girato Dune con cineprese digitale Alexa LF, ma poi ha trasferito tutto su pellicola 35mm e poi ne ha fatto una scansione digitale.
"L'immagine che ne deriva - ha spiegato Fraser durante la promozione di Dune - è una bellissima commistione di analogico e digitale. Trovo che Denis sia stato molto astuto per aver facilmente combinato analogico e digitale per sortire effetti inediti".
Da digitale a pellicola: un passo avanti
Come spiegato da Matt Reeves, con The Batman sono stati fatti dei passaggi aggiuntivi:
Abbiamo fatto una cosa che Greig ha iniziato con Dune ma che abbiamo portato avanti. Abbiamo preso l'immagine digitale, l'abbiamo trasferita su pellicola e poi l'abbiamo scansionata. Con Dune hanno trasferito il negativo e basta, mentre noi abbiamo realizzato anche un IP (interpositive film) e un bleach bypass, volevamo che il film sembrasse girato negli anni '70. Tutto stava nell'ottenere una filigrana che facesse immergere ancora di più il pubblico.
Il bleach bypass viene così definito perché consiste nel saltare la fase di "bleaching" (sbiancatura) della pellicola, generando così meno pigmenti colorati che comportano la creazione di un'immagine più desaturata, sporca e dal contrasto maggiore.
Tra i film che hanno usato questo procedimento, ad esempio, c'è Se7ven:
Una luce nel buio
Il rosso è stato il colore dei materiali promozionali ed è quello che spicca in una scena iconica alla fine del film che ha un impatto molto metaforico, con Batman che porta luce agli abitanti di Gotham conducendoli al di fuori dell'oscurità.
Reeves ha spiegato che ci teneva molto alla sequenza in questione:
Quel momento con il razzo alla fine era molto importante per me. Quello che mi premeva era che fosse quel razzo a illuminare la scena, perciò abbiamo posizionato una quantità davvero minima di luce solamente per dare un'idea di come fosse profondo quel buio, ma per il resto la scena è illuminata da quel razzo.
Trovate tutte le informazioni su The Batman nella nostra scheda.