The Americans 5, il produttore Joel Fields: "Spero che la serie faccia riflettere sulla società contemporanea"

Il creatore e il produttore di The Americans hanno commentato il legame della serie, ambientata durante la Guerra Fredda, con la società contemporanea

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Il 7 marzo debutterà su FX la quinta stagione della serie The Americans, la serie ambientata durante la Guerra Fredda che racconta la storia degli agenti del KGB Philip (Matthew Rhys) ed Elizabeth Jennings (Keri Russell) che si fingono cittadini americani.
Il creatore e produttore Joe Weisberg ha scherzato rispondendo a chi notava dei punti in comune con l'attuale situazione politica, in cui si parla ad esempio di potenziali interferenze dei russi nelle elezioni presidenziali:

"Le cose stavano andando piuttosto bene fino a quando non siamo andati in onda!".

Weisberg ha però aggiunto:

"Tutto questo è iniziato prima dell'attuale amministrazione".

Joel Fields ha quindi aggiunto il suo punto di vista sugli effetti positivi della serie nell'opinione pubblica:

"C'è molta speranza per quanto riguarda quello che potrebbe fare lo show. Spero possa intrattenere e far pensare le persone per quanto riguarda le proprie famiglie, i matrimoni e il modo in cui affrontano la fiducia. E anche in senso politico perché forse potrebbe sfidarli a pensare sul perché sentiamo sempre la necessità di avere un nemico, e perché dobbiamo sempre togliere l'umanità al nemico... su come sia ironico il fatto che una delle cose che ci legano come esseri umani sia proprio il fatto che dobbiamo deumanizzarci a vicenda".

John Landgraf, amministratore delegato di FX, ha concluso:

"C'è stato un periodo in cui gli americani si sentivano uniti tra di loro e contro un nemico comune. Ma The Americans ci ha sempre messi alla prova obbligandoci a guardare pù da vicino alla situazione e completamente a chi eravamo e, attraverso quella prospettiva a vedere più chiaramente chi siamo davvero. Le nostre motivazioni e la nostra nazione sono sempre state più complicate di come sembrano. E nemmeno i nostri nemici sono delle figure stereotipate come li immaginiamo".

Fonte: Variety

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