Terry Moore svela i retroscena di Five Years: È il mio Avengers

Terry Moore parla della realizzazione di Five Years, la serie che coinvolge tutti i suoi personaggi

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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La scorsa settimana è uscito negli Stati Uniti il primo numero di Five Years, la nuova serie di Terry Moore che unisce i protagonisti delle sue opere, da Strangers in Paradise a Rachel Rising, da Echo e Motor Girl, per una grande storia.

Il gruppo al femminile dovrà impedire la costruzione di un'arma di distruzione di massa che potrebbe annientare l'intero pianeta nel giro di cinque anni; una trama scaturita da Strangers in Paradise: 25 anni dopo, edito in Italia da BAO Publishing.

L'autore ha recentemente raccontato al portale Comic Book di come è nato questo ambizioso progetto:

Volevo unire tutto quanto, renderlo un'unica storia, il che è pericoloso, perché non è una ricetta infallibile. Voglio dire: potevo rovinare tutto, ma mentre realizzavo ogni fumetto ero consapevole che sarei arrivato a questo punto, li stavo indirizzando verso il loro incontro. Penso di essermi preparato a dovere per tutto questo.

Nel finale di Strangers in Paradise, quando Tambi chiede a Katchoo di fare parte della sua squadra, lei le risponde "Se voi ragazzi fallirete, voglio aver passato del tempo con i miei cari". Moore ha chiarito le motivazioni di questa scelta, interpretata da molti lettori come un modo di tirarsi fuori dei giochi, da parte di Katchoo, visto che non sarebbe stata al centro dell'attenzione.

Five Years #1, copertina di Terry Moore

Penso che ci siano altri personaggi come lei. Anche Tambi e Zoe sono sempre sotto i riflettori, perciò avevo a disposizione soggetti in grado di competere con lei da questo punto di vista. Ho pensato che tutti fossero convinti che Katchoo si sarebbe sempre buttata nella mischia, ma anche James Bond in diverse occasioni ha detto di no. Credo sia una cosa da prendere in considerazione, soprattutto dopo ciò che ha attraversato e le domande che sono emerse. In quel momento lei preferirebbe restare esattamente dove si trova. Per farla muovere servirà qualcosa di più intimidatorio, una minaccia immediata. Inoltre, il modus operandi di Tambi è trova e distruggi. Katchoo la pensa in modo leggermente diverso. Non significa che lei se ne torna a casa ignorando il problema, ma che le serve tempo per pensare e formulare il suo approccio personale.

Nei miei sogni Five Years raggiunge i cinque anni di pubblicazione, sarebbe figo. Ma nel mondo reale non so nemmeno se posso sperare di durare cinque mesi nel settore del Fumetto. Non si può dare niente per scontato, perciò so soltanto che mi immergerò in questa storia e inizierò a raccontarla, augurandomi che il mercato continuerà a sostenermi. Sono una persona molto fortunata ad avere la possibilità di realizzare i miei fumetti e venderli. Per farlo sfrutto l'industria del Fumetto, ma non lo considero qualcosa di dovuto. Penso sarebbe un errore dire: "Ah, avremmo questo grosso progetto della durata di cinque anni". Solitamente quando le gente dice: "Ah, abbiamo un enorme piano pluriennale", ed è qualcosa di complesso, fanno tre numeri e poi chiudono. L'ho visto succedere un sacco di volte, perciò non voglio fare lo stesso errore. Io mi ci butto soltanto. La storia si svolge in cinque anni, non è riferito al mondo reale, è solo finzione. Sarebbe divertente se il progetto si ingrandisse e potessi fare Five Years, Four Years, Three Years e Two Years. Al momento voglio concentrarmi sulla storia e svilupparla nel tempo che le è più congegnale.

"Se intendete leggere Five Years, godetevelo così com'è. Ma tenete conto che nel caso voleste sapere qualcosa di più sui vari personaggi, ognuno di loro ha un proprio passato."Ogni giorno incontro qualcuno che ha letto soltanto uno dei miei fumetto, o anche nessuno. Quando ho annunciato Five Years, ho ricevuto un sacco di tweet e commenti su Facebook che mi chiedevano: "Devo leggere gli altri fumetti per capirlo?". La mia risposta è: "No. Se intendete leggere Five Years, godetevelo così com'è. Ma tenete conto che nel caso voleste sapere qualcosa di più sui vari personaggi, ognuno di loro ha un proprio passato. C'è una storia dietro a tutti loro ed è disponibile, se vi interessa". Credo sia l'approccio più sano.

Non mi interessa quasi più in che formato verrò letto, se cartaceo o digitale. Dopo venticinque anni nel settore, mi sento un po' come un musicista. Potete comprare la mia roba su LP, su musicasetta, su CD o su YouTube, l'importante è che ascoltiate musica. L'importante è che leggiate le mie storie, in qualunque formato vogliate. Se un giorno passeremo a scrivere nel cielo, spero che qualcuno le legga anche lì.

Abbiamo parlato di rifare la Strangers in Paradise Treasury [l'enciclopedia su Strangers in Paradise, inedita in Italia - NdR]. La prima è uscita anni fa e copriva solo i primi sessanta numeri, perciò è completa solo per metà. Stiamo considerando l'ipotesi di completarla e di includere anche Strangers in Paradise: 25 anni dopo, ossia tutto quanto. Questa nuova edizione conterrà un CD musicale. Ho ancora in programma di registrare anche se sono molto, molto, molto, molto, molto ritroso a collaborare con chiunque, perché non voglio che qualcuno si porti via qualcosa dal fumetto. Sarebbe divertente inserire il CD da qualche parte, se qualcuno volesse prendere questa Treasury. Sarà un volume colossale, tipo coffee table book. Non so se lo pubblicheremo nel 2020. Non sono nemmeno sicuro di quando ci lavoreremo.

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Terry Moore, che si occupa insieme alla moglie Robyn di tutti gli aspetti della produzione del fumetto, ha poi spiegato com'è organizzato il loro lavoro e perché fatica tanto a trovare il tempo per dedicarsi a questi progetti correlati:

Strangers in Paradise

Non abbiamo un attimo libero. Facciamo tutto quanto da soli, e ciò consuma un sacco di tempo. Sono sbalordito. Tutto quello che riguarda Strangers in Paradise è difficile, perché è un'opera così imponente. Se facciamo una raccolta in volume e ci diciamo: "Dovremmo mettere un puntino nero in ogni pagina", significa passare in rassegna 2.400 pagine per inserirlo. Poi lo mandiamo alla copisteria, che ci manda un campione di prova, e io devo controllare 2.400 pagine, per assicurarmi che non ne abbia perso neanche uno. Ogni cosa richiede davvero tanto tempo, quando ci lavori a lungo. Si accumula. Oggi Strangers in Paradise è come una montagna. Ogni volta che voglio farci qualcosa, devo spingere un'intera montagna. Probabilmente sto peggiorando la situazione, mettendo tutto quanto in una massa unica, una grande storia.

Questa per me è come una storia degli Avengers. Quando leggi un loro fumetto o guardi i film, ci trovi tutte le loro sottotrame, e per me sarà qualcosa di questo tipo. I personaggi di Echo sono importanti quanto quelli di Rachel Rising, nel loro tentativo di affrontare gli ostacoli della vicenda. Ogni singolo gruppo di personaggi ha il mio rispetto, e voglio dedicare loro lo stesso tempo. Serve un filo conduttore, altrimenti le loro strade non sarebbero allineate, perciò ci saranno diversi comuni denominatori ed elementi a connetterli... nel bene e nel male. In fisica, alcuni legami portano cattive notizie.

"Questa per me è come una storia degli Avengers. Quando leggi un loro fumetto o guardi i film, ci trovi tutte le loro sottotrame, e per me sarà qualcosa di questo tipo."Quando inizio una storia, nella mia testa ho sempre la struttura generale. Lo descrivo come un viaggio in macchina: so qual è la mia destinazione e le tappe principali che voglio fare durante il tragitto. Poi, ogni giorno, mi concentro sui singoli momenti e gli do vita, scrivo cosa viene detto. La mia idea di storia è un po' quella di un compito scolastico: "Questa è la scadenza, ora vai e rendi tutto reale". È quello che faccio quotidianamente, rendo concrete le idee generali. Quando comincio a lavorare su un albo, ho in mente circa quattro macro-scene, so qual è l'atmosfera e quali conseguenze ci saranno per i personaggi. A volte, se la conversazione è complicata, scrivo anche i dialoghi, oppure se devo far stare in quattro pagine un'idea da nove, mi siedo e ci lavoro su Final Draft. Ho scatole e scatole di matite, penne e strumenti artistici, e uso tutto quello che mi serve. Succede lo stesso con la scrittura. Ho i programmi Final Draft e Prose, il mio computer e il mio portatile. A volte, guardo soltanto il soffitto. Qualunque cosa può essere utile per procedere.

Nel concludere la chiacchierata, Moore si è soffermato su Strangers in Paradise: 25 anni dopo, che non rappresenta solo il sequel della serie originale ma il prologo di Five Years. Se non l'avete ancora letto, attenzione perché seguono degli spoiler!

Strangers in Paradise: 25 anni dopo, copertina di Terry Moore

Per me il fulcro non era l'alternanza tra New Mexico e Massachussets. Si trattava più di guardare cosa succede quando Katchoo è nella stessa stanza con Jet e parlano di Lilith. L'incontro tra Katchoo e Lilith è una scena molto divertente, secondo me. Anche il pranzo di Tambi con Zoe e Rachel, e Tambi che vede per la prima volta Zoe. Sento di aver lavorato a lungo per avere la possibilità di arrivare a questo punto. Ho attraversato tutto questo per descrivere Tambi e Zoe, così da poterle fare incontrare a colazione. Raccontare le loro storie individuali dà una certa soddisfazione, mentre metterle insieme e vedere che dinamica si crea né dà una di un altro tipo. Ragazzi, non c'è niente di più divertente! Dev'essere questo che provavano Stan e Jack quando mettevano insieme due personaggi per una storia ad ampio respiro. È molto divertente, soprattutto se hai una buona ragione per farlo. Non è come se dicessi: "Ah, incroceranno casualmente i loro percorsi in un numero", è qualcosa di completamente diverso.

[Quando nel finale qualcuno menziona Tambi, e Sam realizza che quella è la sua famiglia], l'espressione sul suo volto è tutto ciò che serve sapere. Sai così tanto di lei da cogliere l'importanza di quel frangente. Spero che un nuovo lettore pensi: "Ah, ok, quindi conoscono già Tambi. Magari la rivedrò". Quando poi leggerà tutto quanto, spero proverà la stessa sensazione, anche se dovrà attraversare un processo differente per comprendere. È una strada lunga, un pozzo profondo. Sia che tu legga tutto prima di arrivarci, sia che tu veda quella scena e poi decidi di tornare a ritroso per colmare gli spazi vuoti, funziona in entrambi i casi.

"Dev'essere questo che provavano Stan e Jack quando mettevano insieme due personaggi per una storia ad ampio respiro."Di solito, il resto della vita non è una passeggiata se ottieni una vita felice a trentadue anni Non funziona così. Quando la ragazza finalmente diventa regina e sposa il re in una grandiosa cerimonia, il giorno dopo potrebbero essere attaccati dai Visigoti. Quello che ottieni è semplicemente quel momento. Penso sia meraviglioso poter tornare indietro e vedere un po' della vita [di Francine e Katchoo] a Santa Fe, prima che le bambine vadano a scuola, godersi la loro famiglia con una casa e un SUV. È bello, è quello che speri per loro. Ma abbiamo stabilito che Katchoo vive in un mondo pericoloso, succedono cose per cui deve andare là fuori, e questo è un diverso tipo di eroismo: l'eroe non va a caccia di guai, sono loro ad andare a cercarlo. Chi rinuncia alla sua comoda posizione per affrontarli? Katcho e Tambi, assieme a qualche altro personaggio. Perciò non mi sento in colpa. Se hai avuto una buona giornata, congratulazioni. Non posso fare promesse per domani. Però posso sempre sbattere la polvere dal tappeto fuori dalla finestra.

Strangers in Paradise XXV #2, copertina diTerry Moore

Il motivo per cui le mie opere non risultano cupe è per l'approccio differente che ho notato di avere rispetto ad altri autori, nel mondo Fumetto e della Televisione. Alcune opere sono cupe, e ti chiedi perché. La mia risposta è che dipende dallo scrittore. Lui, l'autore, non crede in nulla. I personaggi non hanno speranza perché non ce l'ha lo scrittore, perciò non c'è soluzione. Presentano questi stupendi problemi, ma non la soluzione. Continueranno a correre in tondo finché non saranno morti. Io non lavoro così. Non credo che le cose vadano così. I miei personaggi hanno speranza, e agiscono per trovare una soluzione, non solo per sopravvivere. Fa una grossa differenza in una storia. Probabilmente questo deriva dal mio essere ancora un po' hippie. Avere fede e credere che la vita possa essere bella. Avere la meglio su ogni piccolo problema. Credo che sotto tutto quanto scorra un po' di questo idealismo, e oggi non tutti ce l'hanno.

Ognuno dei personaggi principali potrebbe reggere una sua storia, e nella mia testa le vedo chiaramente. Quando mi abituo a uno di loro, provo a svelarla il più possibile, così che i lettori possano cogliere che ognuno ha una propria profondità e vive anche quando sono fuori dall'inquadratura. Non mi piacciono i personaggi inutili, che esistono solo perché ho bisogno di farli arrivare a dire qualcosa. Non lo faccio. Ci sono andato vicino con Video Pat, il tipo tarchiato con i baffi; appare in Strangers in Paradise mentre svolge diversi lavori, ed è un tizio inquietante. Era il mio contrappunto umoristico, ed è diventata una gag ricorrente. È come l'attore di una compagnia di cabaret, e pensi "Ah, rieccolo con un costume differente!". Mi è piaciuto farlo lavorare nell'agenzia di noleggio all'aeroporto di Boston, in Strangers in Paradise: 25 anni dopo, è quello che dà l'auto a Katchoo. Per me anche Video Pat ha una vita, quando lo disegno, lo visualizzo nel suo appartamento o mentre dice cose imbarazzanti. È la figura più vicina a un semplice "messaggero", ma anche lui ha un ruolo ricorrente, come un personaggio di Seinfeld.

Fonte: ComicBook

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