Telespalla Bob: il Wyle E. Coyote de I Simpson
La puntata che ha creato il format di I Simpson contro Telespalla Bob, dandogli una personalità, degli ideali e la profondità necessaria
Il vedovo nero: Telespalla Bob - I Simpson, terza stagione, episodio 21
MARGE: “Ora, riguardo il tuo abito da sposa…. mmmmh Non so bene come metterla…..”.
SELMA: “BIANCO”.
MARGE: “Bianco”.
Prima di tutto i sassolini da levare dalle scarpe. Il 26 Aprile del 1991 va in onda sulla ABC la prima puntata di I dinosauri, una serie tv con attori travestiti da dinosauri tramite pesanti costumi che metteva in scena una versione stranamente modernizzata e antropomorfa dei grandi animali preistorici, una famiglia che con le sue storie comiche affronta temi importanti anche d’attualità. Era un’idea di Jim Henson lo storico creatore dei Muppet e Sesame Street, re dei pupazzi televisivi. Solo che Henson era morto nel 1988 e quella sua idea non aveva mai trovato uno sviluppo televisivo. Sembrava senza senso. Almeno fino al successo di I Simpson.
Bart, Homer, Lisa e Maggie sul divano guardano in tv un programma con una famiglia di dinosauri disegnati come loro e doppiati dagli stessi loro doppiatori. Ridono e si divertono: “È come se avessero visto le nostre vite e le avessero messe sullo schermo!” commenta Bart e Lisa gli fa eco “Questi dinosauri parlanti sono una famiglia più reale di molte altre famiglie televisive reali”. I Simpson non sono mai stati zitti di fronte agli altri show che si sono ispirati eccessivamente al loro e lo stesso capiterà anni dopo con I Griffin.
Finita questa gag sì va dritti al punto: zia Selma sta portando a cena da I Simpson Telespalla Bob, lo annuncia sua sorella Patty.
Siamo alla terza stagione di I Simpson, è solo la seconda volta che vediamo Telespalla Bob (forse sarebbe meglio dire la terza se si conta una breve apparizione in uno dei primissimi episodi). La prima puntata a lui dedicata è quella in cui tenta di incastrare Krusty per poterlo sostituire e fare intrattenimento di qualità per bambini ma viene scoperto e assicurato alla giustizia da Bart e Lisa. Ora è uscito di galera per un episodio che diventerà la forma aurea di tutti i futuri episodi con lui: Telespalla Bob esce di prigione, ha un’idea per vendicarsi di Bart o Krusty o del mondo, tenta di metterla in pratica, viene scoperto e fatto arrestare da Bart. È una dinamica cercata, l’obiettivo era avere il loro Wyle E. Coyote, cioè quella dinamica di qualcuno di astuto che tende ad un obiettivo cui non giungerà mai e viene costantemente frustrato da qualcuno di meno furbo.
Durante la cena Bob spiega cosa gli sia successo in galera. In un’immagine bellissima è ai lavori forzati come Nick mano fredda (c’è anche uno score musicale che ricorda quello del film) raccoglie scarti e immondizie del Krusty Burger dal ciglio della strada meditando vendetta, mentre proprio Krusty passa con la sua limousine e la sua scimmia getta un altro bicchierone proprio addosso a lui.
Alla terza stagione la serie era in piena formazione, i personaggi principali erano delineati ma non quelli secondari, ancora tutti da esplorare, definire, raccontare e fissare. C’è voluto tantissimo prima che i più noti avessero una puntata a sé dedicata e a quel punto non tutti avevano ancora nemmeno un nome. Come ad esempio Serpe, il galeotto per antonomasia, che si guadagna un epiteto proprio qui, a partire dal suo tatuaggio sul braccio (benché già si fosse visto in Vocazioni diverse).
E questo vale anche per Telespalla Bob, concepito solo per la puntata in cui andava incastrato Krusty, disegnato allora come un uomo raffinato per contrapporsi al clown e rappresentare la cultura alta contrapposta a quella bassa, ma ora gonfiato a figura più complicata a partire dalle preferenze politiche. Più volte si professa come un nobile e raffinato repubblicano che in galera è un pesce fuor d’acqua, al pari di Jean Valjean, il protagonista di I Miserabili di Victor Hugo con cui Bob ha in comune il numero identificativo: 24601.
In galera Bob vince anche un Emmy per la miglior spalla in un programma per bambini ma il video di accettazione in diretta dalla prigione viene rovinato proprio dalla presenza di Krusty come presentatore (e le guardie gli confiscano l’Emmy mettendolo assieme agli altri premi del mondo dello spettacolo dei detenuti tra cui Oscar e Grammy). Sempre lì in galera lo raggiunge la lettera di Selma con la quale inizia una storia d’amore a distanza fatta di foto inviate e carteggi romantici (“Cara Selma, la tua lettera ha fatto scattare una rivolta nell’ala di massima sicurezza del mio cuore”).
In queste scene di flashback in galera c’è un po’ tutta l’essenza di Telespalla Bob, la sua natura aristocratica e la passione per la cultura alta. Come già detto erano tratti del personaggio dall'inizio, come opposto logico di Krusty (e del resto anche Telespalla Mel si presenta come un attore dalla voce impostata), ma in realtà Bob è stato nel tempo sempre più modellato sul suo doppiatore Kelsey Grammer e sul suo personaggio più noto, cioè lo psichiatra Frasier nell’omonima sit-com (e prima nella sua serie madre, Cheers, da noi Cin cin). Non solo Bob ha molti tic, molti atteggiamenti e molte manie di Frasier ma negli anni le varie puntate che lo hanno visto protagonista hanno aumentato i paralleli metatestuali con quell’altro personaggio di Grammer. Per esempio a doppiare il padre di Bob e suo fratello Cecil sono stati chiamati altri attori di Frasier, David Hyde Pierce e John Mahoney.
E dire che invece inizialmente per dar voce a Telespalla Bob nell’episodio in cui incastra Krusty si era pensato a James Earl Jones, la voce profonda per antonomasia del doppiaggio americano (è il re di Zamunda in Il principe cerca moglie, ha doppiato Darth Vader e anche Mufasa di Il re leone), questo perché a lungo in quella puntata Bob non ha una voce, parla con un fischietto, così che quando lo si senta per la prima volta quel vocione impressioni. Lo stesso Grammer poi lo ha doppiato imitando l’attore di teatro Ellis Rabb dai toni decisamente impostati e solenni.
Tutto di Bob è solenne, anche il vero nome (che si scopre in questa puntata) cioè Robert Terwilliger come il Dr. Terwilliker inventato da Dr. Seuss, un megalomane che viene costantemente messo nel sacco da un personaggio più svelto chiamato Bart.
Uscito di galera Telespalla Bob è un uomo cambiato e viene riabilitato di fronte agli occhi di Bart. Vuole sposare Selma e addirittura si ricongiunge con Krusty durante un suo telethon con un’apparizione a sorpresa che è ricalcata fedelmente sulla maniera in cui negli anni ‘70 proprio durante un Telethon ci fu la riappacificazione tra Dean Martin e Jerry Lewis (non si parlavano da 20 anni).
L’organizzazione del matrimonio procede in famiglia come procede anche la storia d’amore tra i due interrotta solo dall’amore di Selma per MacGyver (“Grazie signor MacGyver, avete salvato il nostro villaggio!” - “Non ringraziate me ma la spinta gravitazionale della Luna!”) che invece Bob disprezza. Risolta questa piccola divergenza i due si sposeranno con ovvio scorno della sorella Patty (“Non so cosa dire” - “Dì quello che voglio sentire” - “Sto morendo di gelosia”) e andranno in luna di miele.
Qui giunge a risoluzione il piano di Telespalla Bob. Lungo tutta la puntata infatti sono stati disseminati indizi su cosa accadrà, abbiamo assistito ignari all’esposizione di debolezze, ritualità e escamotage che però solo Bart, nel sentire in tv che sta per andare in onda una puntata di MacGyver, mette insieme. E faticherà tantissimo per spiegarlo ad Homer rassegnandosi poi a dirlo a Marge.
Non è un caso. Per questa puntata la produzione e Jon Vitti, lo sceneggiatore designato (il quinto più prolifico nella storia della serie) avevano consultato addirittura l’organizzazione Mystery Writers of America, che riunisce gli appassionati di storie di mistero per aiutarli a costruire il piano e il suo disvelamento. L’obiettivo non nascosto era di vincere un Edgar Award, il premio annuale che viene dato alle storie di mistero. Non ce la fecero.
Avevamo scoperto che Selma non ha l’odorato, avevamo visto la sua passione per MacGyver e come l’abbia collegata a fumare una sigaretta ogni volta che finisce una puntata, infine avevamo visto con quale insistenza Telespalla Bob aveva preteso un camino nella sua stanza, così da poter aprire il gas del caminetto senza che lei se ne accorgesse fino a che non avrebbe acceso una sigaretta alla fine di MacGyver.
L’intervento della polizia assieme alla famiglia Simpson salva Selma e arresta Bob, per la seconda ma non ultima volta. Andandosene prometterà di tornare non appena i democratici saranno di nuovo alla Casa Bianca, alludendo alle loro politiche lasche contro i detenuti.
Inizia così la contrapposizione eterna tra Bart e Telespalla Bob, che in realtà nelle ultime stagioni si è molto acquietata e allargata a tutta la famiglia Simpson, perdendo un po’ del suo senso. Perché oltre all’idea di avere il proprio Wyle E. Coyote il punto dello scontro tra i due è anche la maniera in cui la serie mette contro un esponente di una cultura alta e molto tradizionale con Bart il figlio della cultura di massa, della tv, dei fumetti e della famiglia Simpson. Bart è cresciuto con la televisione, non ha riferimenti sofisticati e non è certo Lisa. Ancora più di Krusty Bart è la vera nemesi per un repubblicano che punta alla restaurazione di un regime culturalmente elitario