TCA: Michael Lombardo e Richard Plepler parlano del futuro della HBO
Abbiamo partecipato a Los Angeles al panel della HBO: i due executive hanno parlato di passato e futuro del network svelando diverse novità
Uno dei numerosi panel che si sono tenuti nel salone principale del prestigioso albergo di Beverly Hills ha visto come protagonisti Michael Lombardo (President, HBO Programming) e Richard Plepler (Chairman e CEO di HBO), che hanno parlato di nomination agli Emmy, del successo delle serie uscite quest'anno, del loro futuro e più in generale della direzione che sta prendendo il network.
LOMBARDO: Ancora una volta devo ripetere che non proseguiremo la serie per conto nostro. Nel senso che George è una parte integrante del nostro team creativo su questa serie. Quindi almeno per quanto riguarda la prossima stagione ogni passo, ogni mossa viene gestita con George al nostro fianco. E certamente dopo la prossima stagione dovremo capire con George, nel caso non abbia finito il libro, cosa fare. Ma ne stiamo già parlando con lui, non siamo affatto preoccupati.
PLEPLER: E, cosa altrettanto importante, gli showrunner David Benioff e D.B. Weiss comunicano costantemente con lui. Lavorano, come sempre, tutti insieme per modellare il futuro. Per farla breve, la cosa non ci sta affatto preoccupando.
Nessun progetto per quanto riguarda un film che concluda la serie, come paventato in alcune occasioni da Martin:
PLEPLER: Posso solo dire che George al momento è concentrato al 100% sui suoi libri e sulla serie tv, e che ha solo accennato all'idea di un film. La cosa principale per lui è finire il libro e lavorare alla prossima stagione.
LOMBARDO: Non stiamo parlando di film.
E per fare ancora più chiarezza, il fatto che la HBO abbia rinnovato la serie per due stagioni (la 5 e la 6), che copriranno l'arco narrativo del prossimo romanzo, non significa che poi terminerà lì:
PLEPLER: Nulla ci potrà impedire di terminare la serie.
LOMBARDO: HBO, DB Weiss e David Benioff hanno tutti preso l'impegno di finire la serie. Quindi finché DB e David continueranno il loro lavoro, noi saremo felici.
PLEPLER: In soldoni abbiamo sempre detto a George: "Tu continui a scrivere, noi continuiamo a fare la serie"
LOMBARDO: Per concludere, in questo momento non stiamo parlando della possibilità di concludere la serie tv entro i prossimi due anni.
Altro tema molto importante, la seconda stagione di True Detective e la notizia che i primi due script siano già stati consegnati:
LOMBARDO: Per quanto riguarda il cast... vi ho già detto che la seconda stagione sarà fatta con i pupazzi? [ridono] Li stanno costruendo ora. Scherzi a parte, i primi due script che ci hanno consegnato... odio prometterecose, ma odio anche far finta di nulla. Sono più entusiasmanti della prima stagione. Nic Pizzolatto è uno scrittore incredibile, e ci ha lasciati sbigottiti con i primi due episodi. Ora siamo in trattative con il cast, e penso che vi sarà qualche annuncio sul casting la prossima settimana.
Lombardo ha tenuto a precisare che la prerogativa del network, quando si parla di casting, non è quella di avere una star ma di avere grandi attori:
LOMBARDO: All'epoca in cui abbiamo deciso di produrre True Detective, Matthew McConaughey non era la star che è diventata durante la produzione. Dallas Buyers Club gli ha fatto guadagnare un Oscar. Abbiamo quindi deciso subito che non ci interessavano le star, ci interessavano i grandi attori.
PLEPLER: E i grandi sceneggiatori.
LOMBARDO: Certo. Ma in termini di casting penso che la verità della questione è che i grandi attori cercano grandi sceneggiature. Penso che le persone che coinvolgeremo nella serie saranno nomi conosciuti, ma non era quella la nostra ambizione. Gli spettatori si sono avvicinati alla serie grazie ai nomi di Matthew e Woody, ma sono rimasti perché la serie era coinvolgente. E penso che la stessa cosa accadrà in futuro: a noi interessano belle serie che portino avanti il brand.
Saranno ben tre le serie tv HBO che si concluderanno nella prossima stagione: True Blood, Boardwalk Empire e The Newsroom, oltre a Treme. Piuttosto inusuale per il network, lo hanno riconosciuto gli stessi executive, questo non significa comunque che stiano cambiando gli obiettivi:
LOMBARDO: Penso che la verità sia che noi rispondiamo alla qualità. La lezione che abbiamo imparato con True Detective è che a volte questa si trova in forme differenti: serie antologiche, serie più tradizionali, miniserie, grandi franchise. Quando troviamo qualcosa di qualità, non ci interessa che forma abbia. Stiamo lavorando al pilot di una serie che pensiamo che funzionerà, e che potrebbe essere un franchise, Westworld. Abbiamo altri progetti più tradizionali. A noi interessa la qualità e la varietà e continueremo in questa direzione.
E proprio la grande varietà di prodotti proposti dal network ha condotto la conversazione verso gli Emmy e la difficoltà, in particolare quest'anno, di inscrivere alcune serie in categorie specifiche:
LOMBARDO: Il fatto è che l'ATAS ha qualche difficoltà, in un ambiente in evoluzione come quello della televisione, a trovare delle regole che si adeguino a ogni possibile permutazione. Alla fine ci saranno sempre i votanti che decideranno se si tratterà davvero di una comedy o meno, e voteranno di conseguenza. È tutta una questione di intenzioni, almeno per me. Se ci viene proposto un progetto come una miniserie (come Olive Kitteridge, che vedrete oggi), sarà così che lo proporremo al pubblico e successivamente ai premi. Quando invece un progetto ci viene proposto come continuativo, da proporre ogni anno stagione dopo stagione, per noi sarà una serie. Per farla breve, penso che le regole funzionino: la gente cercherà le categorie che corrispondono alle loro prime intenzioni, e se si saranno sbagliati non verranno votati.
Nel caso di True Detective, Nic ci aveva proposto una serie antologica, e l'abbiamo venduta come tale. Torneremo ogni anno, ed è per questo che l'abbiamo proposta in quella categoria.
PLEPLER: Una categoria nella quale, peraltro, c'è molta più competizione.
LOMBARDO: Le regole ci avrebbero permesso di inserirla come miniserie, e mi fa piacere che ci sia questa flessibilità, ma noi non l'abbiam mai intesa così.
Tornando alle serie in chiusura, l'ordine di una stagione finale per True Blood, Boardwalk Empire, Treme e The Newsroom ha stupito molti, soprattutto per via degli ascolti in calo. Ma per i due executive c'è una promessa molto importante che HBO vuole rispettare:
LOMBARDO: Crediamo nel nostro accordo con gli spettatori, e se la serie ha una trama narrativa cerchiamo di non chiudere una serie improvvisamente: la cosa giusta per noi è dare sempre la possibilità di chiudere con una qualche integrità creativa, in modo che lo spettatore e il creatore si sentano soddisfatti. L'unico modo per fare ciò è mantenere un contatto diretto con il creatore, parlare con lui della direzione che ha preso la storia, capire quando sta raggiungendo una fine organica. Abbiamo fatto così. Abbiamo sbagliato alcune volte - penso a Deadwood - e abbiamo imparato da questo. È una questione di rispetto. Sì, è strano per noi chiudere tre serie in un anno, e anche Treme, ma ci sono dei motivi specifici per ciascuna di esse e vedrete che sarà soddisfacente. I network tradizionali dipendono molto dalla pubblicità, noi per fortuna abbiamo un modello diverso che ci permette di stringere questo patto e di avere questo lusso - che è anche una responsabilità.
Si è parlato anche di due nuove serie: Silicon Valley e The Leftovers, appena iniziata...
LOMBARDO: Siamo soddisfatti di entrambi. Penso che Silicon Valley sia stata una gioia inaspettata, soprattutto per le nomination che ha ottenuto. Fare commedia è difficile, soprattutto per quanto riguarda il casting. Siamo felici a riguardo, e anche alla stampa è piaciuto, oltre che al pubblico.
Per The Leftovers, ho visto l'intera stagione ed è straordinaria. Damon è uno degli sceneggiatori e degli showrunner migliori in circolazione. È una serie molto difficile, eppure il primo episodio è stato visto da più di 7 milioni di spettatori. E questo nonostante la serie tratti di emozioni umane molto intense, dolore, disperazione e tristezza. Stiamo parlando ora della possibilità di un rinnovo, vedremo gli ascolti e decideremo.
...e di serie mai dimenticate come Curb Your Enthusiasm, ferma dal 2011:
LOMBARDO: Ho incontrato Larry David recentemente, a un evento. Abbiamo parlato un po', mi ha detto cosa aveva intenzione di fare per il resto dell'anno, i suoi progetti. Gli ho chiesto: "Quindi Larry, dovrei cercare di rimuovere Curb dalla mia testa?" E lui: "No, no, no, no." Quindi non so proprio cosa dirvi! [ridono] Finché continuerà a pensarci noi saremo a disposizione. Non ci è mai capitato di avere a che fare con una persona come David, in senso positivo.
Una delle serie più attese in lavorazione è la già citata Westworld, remake del celebre film fantascientifico del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton (noto da noi come Il Mondo dei Robot), prodotto da HBO assieme a Bad Robot e WBTV, con Jonathan Nolan alla sceneggiatura assieme alla moglie Lisa Joy e Nolan alla regia del pilot. A produrre J.J. Abrams, Bryan Burk e Jerry Weintraub. Si è parlato della vicinanza al film originale:
LOMBARDO: Spero inizieremo a girare quest'estate. Siamo in pieno casting, quindi a breve saprete qualcosa. Quanto sarà simile al film? Solo per quanto riguarda la struttura. È ambientata nel futuro, in un parco dei divertimenti abitato da robot. Oltre a quello, penso che sarà una cosa a sè. Jonah e Lisa hanno scritto una sceneggiatura veramente eccitante, una delle più esaltanti che abbia letto negli ultimi anni. Il tono sarà molto diverso da quello del film, ma le idee di base ci saranno.
Una serie che sembra ancora ferma è Open, di Ryan Murphy:
LOMBARDO: Ryan si trova a New Orleans a lavorare ad American Horror Story. Speriamo che in autunno, quando gli attori saranno disponibili, sia disponibile a girare alcune nuove scene del pilot e a quel punto decideremo cosa fare. La nostra esperienza con lui è stata entusiasmante e produttiva. Dobbiamo solo capire qualcosa di più sullo show, e sappiamo che dobbiamo farlo in autunno.
Ecco invece come è nata l'idea di un ritorno di The Comeback, la comedy di Michael Patrick King e Lisa Kudrow:
LOMBARDO: Non ero consapevole che ci fosse un trend nel "ritorno" di serie tv storiche cancellate. Quello che è successo in questo caso è che due uomini che lavorano per me mi hanno detto: "Vorremmo veder tornare The Comeback". Abbiamo iniziato a ragionarci, abbiamo chiamato Michael e Lisa, e loro stavano incrociando le dita. Li abbiamo incontrati ed è andata benissimo, e così è successo. Non c'è stata una strategia, sono state buttate sul tavolo delle idee, come se ci avessero pensato per gli ultimi dieci anni.
E con una competizione sempre crescente da parte di network via cavo come FX, AMC, Showtime, quale serie la HBO avrebbe voluto vedere sul network?
PLEPLER: Ci sono tante serie che ammiriamo, questo non è un gioco a somma zero. Ci sono altre persone che sono in grado di fare un ottimo lavoro. Il nostro lavoro è fare del nostro meglio. Raramente penso che vorrei vedere cose prodotte da altri network su HBO, ma spesso penso "molto ben fatto!". Fargo è fatta davvero bene. E continuo ad ammirare enormemente Mad Men, così come The Bridge. Ci sono belle serie tv ovunque, ma siamo molto fieri della quantità di tv di qualità che facciamo!
Quante volte sarà capitato ai due executive di ricevere proposte su serie serie che già hanno ("ho un'idea su un fantasy medievale..."):
LOMBARDO: Penso, in tutta franchezza, che la maggior parte degli sceneggiatori e dei produttori che ho incontrato abbiano fatto i loro compiti. Forse proporranno una serie simile a Game of Thrones ad altri, ma probabilmente non ci proveranno con noi. Ogni tanto ci capita, e noi facciamo la faccia di quelli che "ma scusate, non lo sapete che abbiamo già questa serie?!"
PLEPLER: Il modo migliore per essere cacciati dal proprio ufficio, almeno da noi, è arrivare con qualcosa di simile a quello che già facciamo
In conclusione, a cosa punta la HBO ora, quale serie che già non produce sta aspettando di realizzare?
LOMBARDO: Penso che il nostro lavoro sia rispondere a idee originali dando voce alle novità. Quindi quando mi viene chiesto "cosa state cercando?" la mia risposta è: "Grandi serie televisive". Onestamente, non ho mai suggerito a un agente o a un produttore un'idea su ciò che stiamo cercando, o sul formato in cui vorremmo distribuirlo. Voglio che gli sceneggiatori vengano da me e mi propongano qualcosa di nuovo e di bello. Sono aperto a qualsiasi cosa.