Il successo di Battlestar Galactica? Ringraziate Rob Liefeld!

Storia di Rob Liefield e della rinascita di Battlestar Galactica

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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La storia è nota agli appassionati più duri e puri di comics, ma non crediamo lo sia al grande pubblico, quello che ha seguito in massa una delle serie tv di maggiore successo degli ultimi dieci anni: Battlestar Galactica. Come saprete, l'epopea dell'astronave umana sperduta nello spazio e in guerra con i Siloni, terribili invasori meccanici della Terra, prese le mosse alla fine degli anni '70 da uno show non esattamente considerato lo stato dell'arte. Rivitalizzato, rivisitato, riaggiornato, divenne il prodotto a cui milioni di spettatori si sono affezionati irreversibilmente.

Il primo tentativo di ripescare le sorti del Galactica non fu però ad opera degli studios di hollywood, ma di un fumettista che andava per la maggiore tra gli anni '90 ei primi del nuovo millennio. Fu Rob Liefeld, nel pieno della sua magniloquenza ortodontistica e della sua muscolarità ipertrofica (applicate ai suoi personaggi, s'intende), ad acquisire i diritti del franchise e avere l'idea, assieme agli sceneggiatori Matt Hawkins e Richard Hatch, di realizzare non un reboot o un remake, ma un sequel della serie originale.

In quegli anni di comics iperdinamici e oscuri che sfondavano apparentemente senza sforzo, il fumetto di Battlestar Galactica fece rumore. Non il botto, ma comunque rumore. Ci fu persino una serie di action figure ispirate ai personaggi nella versione Liefeld, che ai tempi trasformava in oro quasi tutto quel che toccava. I licenziatari dei diritti, capendo che si potevano fare quantità di denaro non trascurabili, alzarono il prezzo dei diritti. Liefeld, uomo impegnatissimo e senza bisogno di una nuova serie di fantascienza, per quanto interessante, rifiutò. Ed ecco come fu che Battlestar Galactica giunse sul piccolo schermo: grazie a un fumettista superstar che mostrò al mondo che quel prodotto era ancora vitale e un fumettista superstar (sempre lo stesso) le cui mani non arrivarono alla tasca con il portafogli. Fu vera gloria? Bella domanda.

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Fonte: Bleeding Cool

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