Stranger Things 4 - parte 1: le recensioni della stampa internazionale
A pochi giorni dal debutto di Stranger Things 4 - parte 1 su Netflix ecco le recensioni della stampa internazionale
Variety - La stagione 4 è la più colossale, vasta ed emblematica dell'evoluzione di Netflix
United Press International - I protagonisti vanno al liceo e hanno problemi diversi da quelli che avevano da bambini, ma sono comunque problemi universali. È ancora importante trovare il proprio posto, e molti di loro affrontano le loro prime relazioni... [...] L'unico vero problema è che gli episodi sono troppo lunghi.Perry Nemiroff - Alcune trame sono più forti di altre, ma è comunque emozionantissimo e bellissimo ritrovare nuovamente questi personaggi. Tra tutto quello che succede, gli eventi che si svolgono ad Hawkins sono i più interessanti, e va sottolineata l'interpretazione di Sadie Sink nei panni di Max.
Comicbook.com - Con i suoi brividi, la fotografia, gli effetti visivi, le ramificazioni narrative, la colonna sonora, questa è una stagione di svolta che, almeno finora, sembra più un tributo alle stagioni precedenti che una stagione a sé.
TV Line - In breve, a meno che per qualche motivo non desideriate qualcosa di estremamente originale, amerete questa stagione. È ricca di suspense, entusiasmo, divertimento e spavento.
Collider - Una stagione che non riesce a restituire il fascino sorprendente della prima stagione o raggiungere le vette della seconda stagione, ma le svolte sono superiori a quelle della terza e la piazzano su una strada più solido che condurrà la serie alla quinta e ultima stagione.
Indiewire - Non sorprenderà nessuno, ma una stagione più lunga non equivale a una stagione migliore. Con tutto questo tempo aggiuntivo, il calo nel puro divertimento è davvero bizzarro.
Polygon - Le dinamiche dei gruppi sono più deboli che mai. Se da un lato arriva tantissimo terrore, dall'altro il fascino dei personaggi viene risucchiato via, rimpiazzato da collegamenti che non funzionano e sembrano quasi forzati. [...] Sebbene ogni episodio duri più di un'ora, sembrano davvero pieni zeppi di eventi, solo che si tratta sempre delle stesse cose.
Slashfilm - La serie colpisce note familiari, che però suonano ancora alla grande. È un meccanismo ben oliato ormai, progettato per fornire il massimo dell'intrattenimento imbellito da un abito di nostalgia. La stagione 4 non convertirà nessuno tra quelli che hanno già abbandonato la serie, ma chi è ancora appassionato alle disavventure dei ragazzini di Hawkins si divertirà un sacco.
THR - Apprezziamo un certo impegno nel cercare di far evolvere la serie. Ma non significa che non ci manca l'innocenza e il calore, o il fatto che ci siano palesemente sette episodi straordinari da 50 minuti dentro a questi episodi da 70 e più minuti, e trovarli è un po' faticoso.
IGN - La parte 1 di questa stagione 4 è la storia più ambiziosa finora, e nonostante alcuni momenti di fatica sotto il peso di questa ambizione, in gran parte funziona.
Ecco anche la nostra reazione no spoiler sui social, scritta da Andrea Bedeschi, che precede la recensione di Alessia Pelonzi in arrivo prossimamente:
"La quarta stagione di #StrangerThings - per lo meno i primi sette episodi che anche voi potrete vedere a partire da venerdì - è davvero densissima.
Dai trailer mi aspettavo un sovraccumulo di elementi che avrebbe portato a un mezzo passo falso come la seconda stagione, ma sono stato felicemente smentito dai fatti.
Tolta la parte in Russia, doverosa, ma anche un po’ debole se paragonata al resto, è davvero degno di nota come i Duffer siano riusciti ad allargare la portata del racconto senza ripetere gli errori della S2. C’è più #IT di #StephenKing nella quarta stagione di Stranger Things che nei due film di Muschietti. Ma al netto dei rimandi - c’è anche tanto #Nightmare ? - la serie dimostra ancora una volta che il mood e i riferimenti anni 80 sono solo la glassa di una torta comunque estremamente saporita.
Perché gli ingredienti principali della farcitura restano sempre quelli della reinterpretazione e del gioco sui generi del cinema pop e il racconto di quella fase della vita chiamata adolescenza, che è più emozionante e inquietante di qualsiasi Sottosopra.
Piccola nota a parte per Sadie Sink che, in due scene soprattutto, ruba davvero la scena al resto del cast."
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