Storia della televisione: The Corner
David Simon e la HBO iniziano a collaborare con The Corner, prologo ideale di The Wire: una miniserie di importanza cruciale per il piccolo schermo
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"We sitting here day after day making ourself a little bit less human."
The Corner non è ancora l'opera-mondo, titanica e impressionante, che sarebbe stato The Wire, ma per certi versi ne rappresenta il prologo ideale, un primo approccio al linguaggio, allo stile e alle tematiche di quella serie. L'ambientazione rimane Baltimora, più precisamente una delle aree più degradate nella zona ovest. L'angolo del titolo è quello tra West Fayette Street e la North Monroe Street. Qui si incrociano le vite ai margini di alcuni personaggi, spettri, perfette rappresentazioni di un degrado sociale privo di sbocchi, in cui ogni tentativo di autodeterminazione si scontra con l'ambiente ostile e con la fallibilità dei personaggi stessi, apparentemente destinati a ricadere negli stessi errori.
The Corner non è dunque ancora l'universo reticolare e stratificato di The Wire. Non ne ha l'intreccio elaborato né le ambientazioni diversificate. Eppure, nel suo focalizzarsi su uno sguardo più intimista, quasi soffocante, elabora una costruzione di caratteri che non hanno nulla da invidiare all'emblematicità di quelli di The Wire. Saranno anche persone vere, ma i Boyd funzionano come elaborazione di un malessere collettivo, forse prodotti essi stessi dell'ambiente in cui sono calati. Scorrono i titoli di coda di ogni puntata su muri pieni di graffiti, volti stanchi, giovani poggiati ai bordi delle strade, forse con lo sguardo perso in attesa di qualcosa.
Il taglio dell'opera è quello delle seguenti opere di Simon, perfino quelle di ambientazione esterna come Generation Kill. Dietro un apparente distacco e alla freddezza dell'esposizione, si agitano conflitti interiori, specchio di un malessere sociale. Non è ancora la sinfonia di The Wire, ma questo blues ha un cuore che non può lasciare indifferenti.