Steven Soderbergh su Mad Max - Fury Road: "Non capisco come centinaia di persone non siano morte"

Steven Soderbergh non riesce ancora a capire come Mad Max: Fury Road sia stato possibile dal punto di vista pratico della messa in scena

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L'Hollywood Reporter ha pubblicato una corposa intervista a Steven Soderbergh che ha usato, come spunto di partenza, la sua ultima pellicola, ovvero Logan Lucky.

Nel corso della chiacchierata col popolare magazine di cinema, il regista ha anche avuto modo di parlare del lavoro fatto dal collega George Miller col suo Mad Max: Fury Road. Soderbergh, che è abituato a guardare e riguardare i lungometraggi che ama per studiare le relative composizioni delle immagini e delle sequenze, ammette di essere ancora stupefatto da quello che Miller è riuscito a ottenere.

Tutto comincia con il quesito "Fai mai gli storyboard dei tuoi film?", a cui l'autore di Traffic risponde così:

No. La capacità di organizzare bene una scena è un'abilità, un talento che valuto sopra ogni altra cosa. E lo dico perché ci sono persone che riescono a farlo meglio di come potrei farlo io dopo 40 anni di studio attivo della materia. Ho riguardato Mad Max: Fury Road la scorsa settimana e ti posso dire che non riuscirei a dirigere 30 secondi di quella roba. Mi ficcherei una pistola in bocca. Non riesco davvero a capire come George Miller ci sia riuscito, dico davvero, e considera che il mio lavoro è comprendere cose come questa. Principalmente ci sono due aspetti che non afferro: perché non siano ancora immersi nelle riprese e come è possibile che centinaia di persone non ci abbiano rimesso la pelle [durante la lavorazione].

Riesco quasi a concepire come sia stato possibile farlo, almeno fino all'arrivo della sequenza dell'attacco dei tizi sulle aste, arrivato lì mi arrendo. Stiamo parlando della capacità "tridimensionale" di spezzare una sequenza in una serie di inquadrature in cui non importa la velocità alla quale stai tagliando, perché sai sempre precisamente dove sei posizionato nella geografia della scena. E ogni singola inquadratura è una vera ripresa in cui innumerevoli elementi devono andare per il verso giusto. E io continuo a provare a capire. Ma non perché vorrei volontariamente dirigere il prossimo Mad Max. Ci provo nel senso che quando vedo delle sequenze che richiedono un certo livello di sofisticatezza per quel che concerne l'organizzazione visuale, cerco di studiarle per capire se io sia in grado di "penetrare" abbastanza nelle menti dei loro artefici, tanto da riuscire a pensare come loro.

Ma George è fuori parametro. Vi posso garantire che quel ristretto manipolo di gente che sarebbe in grado di avvicinarsi a quei livelli, aveva il sangue che spruzzava fuori dagli occhi vedendo Mad Max: Fury Road. E la questione con George Miller non si limita a quello, fa tutto davvero molto bene. Sceneggiature grandiose, performance grandiose. È eccezionale. L'ho incontrato una volta per 30 secondi ai DGA di Los Angeles quando è uscito Fury Road. Ma non riesci a dire una cosa del genere in faccia a qualcuno. Perché ti vergogni.

Nel cast Tom HardyCharlize TheronNicholas HoultZoë KravitzRosie Huntington-Whiteley e Hugh Keays-Byrne.

Diretto da George Miller, Mad Max: Fury Road è il quarto episodio della saga. Max Max viene raccolto da un gruppo di persone che attraversano Wasteland su un veicolo da guerra guidato dall’Imperatrice Furiosa. Questo film racconta la successiva Guerra di Strada. È basato sui Word Burger degli Uomini di Storia e sui racconti dei testimoni oculari che sono sopravvissuti.

La sinossi ufficiale:

Ossessionato dal suo turbolento passato, Mad Max crede che il modo migliore per sopravvivere sia muoversi da solo, ma si ritrova coinvolto con un gruppo in fuga attraverso la Terre Desolata su un blindato da combattimento, guidato dall’imperatrice Furiosa. Il gruppo è sfuggito alla tirannide di Immortan Joe, cui è stato sottratto qualcosa di insostituibile. Furibondo, l’uomo ha sguinzagliato tutti i suoi uomini sulle tracce dei ribelli e così ha inizio una guerra spietata.

Il film è uscito il 14 maggio 2015 in Italia.

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