Stellan Skarsgård commenta le critiche di Ridley Scott e Martin Scorsese verso i cinecomic
Stellan Skarsgard, il dr Erik Selvig nell'Universo Cinematografico della Marvel, commenta le dichiarazioni di Scott e Scorsese sul genere
Non sono cinema, sono parchi divertimento.
Possiamo riassumere così le ben note posizioni di Martin Scorsese e Ridley Scott sui cinecomic. Questione, quella delle opinioni di questi acclamati filmmaker nei riguardi del popolarissimo genere, che è emersa anche nel corso di una chiacchierata fatta da Stellan Skarsgård con il Guardian in cui l'acclamato attore, che di recente abbiamo visto sotto un pesantissimo trucco prostetico in Dune di Denis Villeneuve (LEGGI LA RECENSIONE) nei panni del barone Vladimir Harkonnen, ha risposto proprio alla domanda "Cosa ne pensi delle critiche ai cinecomic fatte da leggendari registi come Martin Scorsese e Ridley Scott?".
Non ho nulla contro i film di supereroi. Io stesso ho partecipato a un paio di loro e hanno tutte le ragioni di esistere. Il problema resta sempre quello di un sistema che consente a otto persone di avere metà della ricchezza mondiale, una cosa che accresce le forze e il potere di mercato e fa sì che i cinema piccoli e indipendenti non esistano più all'infuori dei grandi centri. Non c'è più un canale distributivo per i film a medio budget che hanno gli attori migliori, le sceneggiature più valide ma non riescono a trovare 3 milioni di dollari per fare un po' di pubblicità. Se escono, stanno in sala per una settimana e il gioco non vale economicamente la candela.
Ricordi quello che accadde con Il Padrino? Il primo esordì in 100 cinema negli Stati Uniti, i kolossal di oggi in 4000. Aveva queste piccole pubblicità sul New York Times ed ebbe modo di crescere di continuo perché era un ottimo film. Ora le opinioni delle persone non hanno più spazio. Ed è triste.
Credo che dovremmo avere sia i film della Marvel che gli altri. Ma è qui che poi la storia prende una piega triste: quando entrano in gioco le brutali forze di mercato, gli studi cinematografici cominciano a essere guidati da compagnie per cui non ha importanza se si tratta di vendere del dentifricio o dei film fino a che ricevono il loro ritorno del 10%. Quando la AT&T ha acquisito la Time Warner, la HBO è subito diventata più leggera e commerciale. Era una realtà che aveva sempre fatto dei buoni soldi, ma non abbastanza per gli investitori.
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