Star Wars Memories: Jimmy Palmiotti e il parallelo con Han Solo
Autori, disegnatori, editor: i grandi del fumetto americano ricordano come incontrarono Star Wars e l’influenza che la saga ebbe sulla loro carriera
Quando hai visto per la prima volta i film? E cosa rappresentano per te?
Vidi il primo Star Wars quando uscì al cinema, decenni fa, ero in un drive-in. Me ne innamorai e lo rividi la settimana successiva in un cinema regolare, fu un’esperienza ancora migliore, soprattutto a causa dell’audio.Essendo un teenager, all’epoca era il film perfetto di cui innamorarsi. Collezionai le card della Topps e iniziai a disegnare le scene del film immediatamente. Aprì una porta nella mia immaginazione che non si è mai richiusa. Credo che il complimento più bello che abbia mai ricevuto mi sia giunto da Amanda Conner: quando la incontrai per la prima volta, mi disse che le ricordavo Han Solo con il mio atteggiamento e tutto il resto, e questo, detto da una ragazza che aveva visto il film 22 volte al cinema... beh, era più che lusinghiero.
Che influenza ebbero su di te come autore?La sua influenza è visibile in tutte le mie opere. Star Wars era una fantastica soap opera intergalattica, aveva tutti gli elementi giusti di avventura, romanticismo e la possibilità di visitare mondi diversi dal nostro. Tutto questo è visibile nelle mie sceneggiature in continuazione. Senza questi elementi, i fumetti non esisterebbero, ed è evidente che Lucas abbia preso molto dal mondo dei fumetti e lo abbia inserito nei suoi film.
Sapete, è qualcosa di cui tutti possiamo discutere, perché ormai è un classico della cultura americana. Faccio dei riferimenti a Star Wars perfino nei numeri di Harley Quinn, praticamente in continuazione. Star Wars è parte della nostra psiche, occupa uno spazio importante nelle nostre vite, che ci piaccia o meno.
Fonte: Newsarama