Star Wars Memories: i ricordi di Paul Levitz e l'influenza di Jack Kirby sulla saga

Autori, disegnatori, editor: i grandi del fumetto americano ricordano come incontrarono Star Wars e l’influenza che la saga ebbe sulla loro carriera

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La Forza si è risvegliata, e su questo ormai non ci sono dubbi: dopo l’esordio di Il Risveglio della Forza, è di nuovo Star Wars-mania, e come spesso accade in queste occasioni, anche media e canali “mainstream” o paralleli partecipano a quello che da fenomeno cinematografico diventa rapidamente un evento sociale di massa. Il mondo del fumetto non fa eccezione: vi proponiamo una serie di interviste e di interventi in cui autori, artisti e professionisti del fumetto americano rivivono e ricordano il loro primo incontro con la saga e spiegano l’influenza che ha avuto sulla loro carriera creativa.

Cominciamo con Paul Levitz, storico autore ed ex presidente della DC Comics, che in passato ha lavorato su testate come Doctor Fate e Legion of Super-Heroes.

Cosa ricordi dell’ambiente DC Comics nel giorno in cui uscì il primo Star Wars?

Ricordo quel giorno molto vividamente perché Len Wein e Jack Harris, se non mi sbaglio, si erano dileguati di nascosto a metà giornata per andare a vedere uno dei primi spettacoli (presumo una proiezione delle 11 o di mezzogiorno), e ricordo che Joe Orlando era infuriato con loro quando tornarono. Era qualcosa che non era mai capitata, che ci fosse attorno al film un’euforia tale da provocare quel genere di comportamento.

Star Wars ha influenzato la narrativa a fumetti dell’epoca?

I fumetti all’epoca erano perlopiù storie brevi, quindi non penso che la narrativa epica di Star Wars ebbe un impatto immediato, ma credo che fu vero il contrario. Penso che il lavoro di Jack Kirby in particolare su New Gods abbia avuto su George Lucas più influenza di quanta Lucas non ne abbia avuto in tempi brevi sugli autori di fumetti. Kirby aveva costruito un mondo vastissimo, su scala cosmica, specialmente nella Source e nel modo in cui le Scatole Madri interagivano.

Dato che all’epoca lavoravi nel settore, come credi che Star Wars abbia influenzato il mondo editoriale del fumetto?

Quella era un’epoca buia per l’industria del fumetto. Star Wars fu un fattore importante, se non altro per il fatto che le copie del fumetto che la Marvel continuava a stampare costituivano buona parte degli introiti del settore in quell’anno. Molta gente disse che Star Wars aveva “salvato” la Marvel, perché all’epoca non aveva licenze significative come la DC e nemmeno una biblioteca di film e serie animate come aveva la DC di quei tempi. Si affidava completamente ai fumetti pubblicati. Se ci fossero state delle valutazioni in borsa di quell’epoca, la Marvel sarebbe risultata superiore alla DC, ma nessuno faceva soldi pubblicando fumetti negli anni 70. Le fumetterie erano pochissime (rispetto a quelle che nacquero qualche anno dopo) quindi era un periodo molto critico. E indubbiamente i fumetti di Star Wars ebbero un effetto positivo.

L’altra influenza sull’editoria che ricordo è che Star Wars diede origine a una sezione di fantascienza nelle librerie. Non posso assicurarvelo con certezza perché non seguivo la cosa personalmente all’epoca, ma la sensazione che ebbi è che quello fu il momento in cui la fantascienza iniziò a essere considerata una categoria rispettabile. Fu quello il momento in cui le librerie iniziarono a dedicare uno spazio apposito a quel genere.

Credo che molti lettori di fumetti fossero già fan della fantascienza. Un’alta percentuale della prima generazione di lettori di fumetti era anche composta da lettori di fantascienza. Ma credo che Star Wars si piazzò energicamente all’intersezione di quei due aspetti della cultura popolare, introducendo molti altri lettori nel mondo della fantascienza.

Paul Levitz

Fonte: Newsarama

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