Star Wars - Episodio 7: la lettera aperta di Kevin Smith alla Disney
L'Hollywood Reporter ospita un columnist estremamente geek: si tratta del regista Kevin Smith che ha scritto una lettera aperta alla major con dei suggerimenti per la nuova trilogia...
Non è un mistero che Kevin Smith, regista tra le altre cose di Clerks e del relativo seguito, sia un incredibile fan di Guerre Stellari.
Proprio per questo, il filmmaker del New Jersey, per il quale Guerre Stellari più che un film è una vera e propria ragione di vita, ha scritto una lettera aperta indirizzata alla neo proprietaria della saga, la Disney, pubblicata sulle pagine dell'Hollywood Reporter. Nell'elaborato descrive quello che ha rappresentato Star Wars nella sua infanzia fornendo, al contempo, un suggerimento narrativo per la nuova Trilogia. Uno scritto dal quale traspare l'amore di Smith verso la saga e verso un suo amico d'infanzia, Pete King, che purtroppo è venuto a mancare tempo fa.
Quando eravamo piccoli io e Pete, fintanto che il prezzo medio dei videoregistratori non è diventato accessibile al consumatore medio, creavamo le nostre storie di Guerre Stellari. La migliore, nonché l'unica al di fuori del canone filmico che raccontavamo di continuo, non era su Luke e Leia. Era una fiction piena zeppa di fanatismo da appassionati avente come protagonista Boba Fett, il cacciatore di taglie intergalattico che porta Han Solo, ibernato nella carbonite, a Jabba De Hutt.
La trama della nostra avventura collaterale: Boba Fett rimane intrappolato in una sorta di loop cronologico all'interno dell'Universo di Star Wars a causa di un pistolero robot di nome IG-88. Viene rispedito indietro in tutti i film, anche in momenti che, magari, erano solo accennati in essi. In alcune ere è addirittura un eroe e baciava Leia al posto di Luke - questo accadeva prima che Il Ritorno dello Jedi li rendesse parenti. In altre, era il villain che noi tutti conosciamo grazie ai film. L'elemento del viaggio nel tempo ci permetteva di mettere mano a quei plot così ben raccontati che amavamo così tanto, ma dava a me e al mio amico Pete la possibilità di giocare con le aggiunte più bizzarre che ci passavano per la testa. Era come un episodio di Quantum Leap fatto prima dell'esistenza dello stesso show televisivo, e era la nostra avventura preferita di Star Wars.
E proprio da qui prende le mosse il suggerimento alla Disney:
Se la Disney vuole guadagnare un altro miliardo di dollari come ha fatto con The Avengers qualche mese fa, tutto quello di cui hanno bisogno è fare un film incentrato sui viaggi nel tempo di Boba Fett. Si concentrerebbe su uno dei personaggi più amati e consentirebbe di giocare con la timeline in maniera analoga a Ritorno al Futuro. Potresti impiegare nuovamente ogni attore, vivo o morto, apparso nei vari capitoli della saga senza preoccuparti della sua età - cosa che permetterebbe a gente come Mark Hamill, Carrie Fisher o Harrison Ford di prendere parte alla storia. Sarebbe un sogno che diventa realtà per ognuno di quei fan di Star Wars che, ogni estate, spostava il proprio culo dalla noia della realtà quotidiana alle avventure della Galassia molto, molto lontana.
Smith prosegue poi a raccontare di come, nel corso del tempo, i rapporti con Pete si siamo allentati e di come abbia appreso, poco dopo la realizzazione di Clerks, che il ragazzo era morto in un incidente stradale:
Non esiste estate in cui io non pensi a Pete e alla nostra saga di Boba Fett perso nel tempo. Per questo, quando ho appreso dell'acquisizione della Lucasfilm da parte della Disney, ho avuto una conversazione a senso unico col mio vecchio amico:
'Ehi Pete, c'è caso che finalmente riusciremo a vedere quel film di Star Wars su Fett che abbiamo sempre sognato'
Ho detto a voce alta alla mia scrivania dopo aver appreso la news. Per cui, in un mondo dove la Disney ha la necessità di dover rientrare dei 4 miliardi investiti, potremmo effettivamente vedere un film basato su Boba Fett smarrito nel flusso temporale dell'universo della saga. Ma anche se dovesse diventare il film di maggior successo della storia del cinema, non sarà mai all'altezza della versione di Pete King.