Kenichiro Yoshida, il CFO della Sony, ha recentemente ammesso quello che mezzo mondo (e forse più) sostiene in maniera adamantina da anni: il franchise di
Spider-Man è stato gestito con scarsissima lungimiranza.
Riavvolgiamo un attimo il nastro.
Dopo aver deciso il rilancio della saga con i reboot diretti da
Marc Webb, lo studio si è trovato con una discreta gatta da pelare fra le mani.
The Amazing Spider-Man 2 - Il Potere di Electro, tenendo conto del dato non aggiustato all'inflazione,
è stato il capitolo con gli incassi più bassi fra i cinque lungometraggi prodotti dalla multinazionale nipponica. Leggendo il dato relativo al box-office globale, pari a 709 milioni di dollari, sembra oggettivamente paradossale etichettare come
"fallimento" una pellicola capace di generare un giro d'affari come quello citato. Tenendo conto dei costi di produzione (mai precisati del tutto, ma stimati fra i 200 e i 290 milioni di dollari) e quelli di P&A (per un blockbuster del genere si possono tranquillamente toccare e superare i 100 milioni), il cinecomic non è stato praticamente neanche in grado di arrivare al punto di pareggio. Tutto sarebbe stato decisamente meno doloroso se la Sony avesse potuto fare affidamento sui proventi del merchandise, ma è proprio qua che cominciano i problemi. Nel 2011 lo studio aveva bisogno di parecchia liquidità per inaugurare lo sviluppo dei reboot e tappare le falle della divisione elettronica e, per questo, aveva venduto alla
Marvel Entertainment i diritti di sfruttamento televisivo e, appunto, del merchandise di Spider-Man. Mossa davvero poco saggia: al primo posto nella classifica dei supereroi più redditizi in materia di prodotti su licenza troviamo proprio l'amichevole Uomo Ragno di quartiere con ben 1.3 miliardi di dollari ottenuti annualmente grazie allo sfruttamento del marchio (
dati relativi al 2014).
Ed è proprio in merito a ciò che si collegano le parole di Yoshida rilasciate al WSJ:
Abbiamo venduto alcuni asset dello studio, come ad esempio i diritti di sfruttamento del merchandise di Spider-Man, per fare un po' di cassa a breve termine in cambio di un flusso nel lungo termine quando le divisioni elettroniche stavano passando un brutto momento.
Il nuovo accordo in essere con i
Marvel Studios, prevede che la Sony abbia diritto a una percentuale sugli incassi del nuovo film standalone di
Spider-Man in uscita a luglio nonché sul merchandise a esso collegato.
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A dirigere Spider-Man: Homecoming, in uscita in IMAX e in 3D il 7 luglio 2017, c’è Jon Watts. La sceneggiatura è opera di John Francis Daley e Jonathan M. Goldstein. Le riprese sono partite il 20 giugno 2016 ad Atlanta, in Georgia.
Nel cast Tom Holland, Marisa Tomei (Zia May), Zendaya, Laura Harrier, Tony Revolori, Michael Barbieri, Kenneth Choi, Donald Glover, Angourie Rice, Michael Keaton.
La pellicola non racconterà le origini del personaggio, ma si concentrerà sugli anni del liceo di un Peter Parker già in azione.
Il film è co-prodotto da Kevin Feige assieme al suo team di esperti della Marvel, e da Amy Pascal, che ha supervisionato il lancio del franchise per la Sony 13 anni fa. Insieme, collaborano a una nuova direzione creativa per il lancia ragnatele. Sony Pictures continuerà a finanziare e distribuire i film della saga, e sarà ancora proprietaria dei diritti di sfruttamento del personaggio, mantenendo il controllo creativo finale.