Spider-Man: No Way Home, Kevin Feige e Amy Pascal sui grandi ritorni e i grandi assenti
Kevin Feige e Amy Pascal hanno parlato delle difficoltà a convincere alcuni attori storici legati ai film di Spider-Man
Qual è stata la parte più difficile di “No Way Home” da un punto di vista produttivo?
FEIGE: Far concordare tutti con la grande, bella idea alla base: "Ciao, ecco il nostro progetto. Ti va di essere nel film?". "Figo! Posso leggere la sceneggiatura?", "No". Quella è stata la parte più ardua, ed è lì che Amy, che chiama chiunque a qualunque ora del giorno, si rivela una produttrice con la lettera maiuscola.
L'ultimo attore a dire di sì?
PASCAL: Non è che chi pensate. Non vale la pena parlarne, ma non è chi pensate.
Su come abbiano convinto tutti:
PASCAL: Abbiamo detto loro che non sarebbero state apparizioni solo per far soldi. Le loro parti erano vere, ero stata con loro fin dall'inizio, nutrivo troppo rispetto per loro e per il loro operato nel corso degli anni.
Sull'assenza di Kirsten Dunst ed Emma Stone, Feige ha spiegato:
Quando gli spettatori vedranno il film, capiranno. Sta tutto nella storia. Il nostro obiettivo era che l'ultimo anno di Peter Park al liceo non si perdesse nel bel mezzo della frenesia per il suo incontro con Doctor Strange. Sarebbe potuto succedere, ed ecco il motivo per cui non ci sono altri 20 personaggi nel film.
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