Speed Racer: Chad Stahelski ricorda il film come l'esperienza più formativa della sua vita

Nonostante sia stato un flop, Speed Racer è considerato un cult: per Chad Stahelski è stata l'esperienza più formativa della sua vita

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Nonostante sia stato un flop commerciale, Speed Racer è diventato negli anni un vero e proprio cult: il film live action tratto dall'anime degli anni sessanta e diretto da Lilly e Lana Wachowski, e in molti lo ritengono un punto di riferimento cinematografico. Tra questi, anche il regista Chad Stahelski, che in occasione dell'uscita del suo nuovo film Day Shift - A caccia di vampiri ha parlato a Collider di quanto l'esperienza sul set di Speed Racer come stuntman sia stata formativa:

Avevamo appena fatto tutti i film di Matrix e V for Vendetta. Arrivarono le Wachowski e ci dissero di voler fare il film live action di Speed Racer, e che avrebbe avuto un look molto anime. Quasi come se vi fossero piani diversi, con grandi inquadrature in composizione, ma con vere riprese automobilistiche. [...] Avremmo utilizzato sistemi basati sul motion control, perché volevano muovere gli sfondi e cose così. Quindi è diventato rapidamente un film molto diverso, molto più tecnologico che fisico, il che all'epoca fu molto interessante per noi perché eravamo abituati principalmente agli effetti speciali pratici.

Stahelski racconta quindi come l'impegno massimo sia stato riversato nel rendere il film visivamente come lo vediamo sullo schermo, girando tre o quattro volte le stesse scene su livelli diversi e poi fondendoli tra loro:

Dunque, l'unità principale si occupava di girare gli elementi in primo piano. Poi la seconda unità si occupava di girare lo sfondo o il cast di secondo livello, o il cast nel caso si stesse allontanando, a seconda di chi si trovava in quale posizione. Poi c'era un terzo livello dedicato tutto al cane, allo scimpanzé, agli animali, agli elementi d'azione. Poi c'era un quarto livello, ovvero gli effetti visivi e gli elementi ambientali. Quindi: quattro livelli, quattro versioni diverse di compositing a seconda di dove si posizionavano i protagonisti, di chi si trovava in quale livello, e quattro registi diversi che si occupavano di gestire tutto. Poi c'era l'incredibile team degli effetti visivi guidato da John Gaeta e Dan Glass che si occupava di unire tutto quanto.

Per Stahelski partecipare a quel film è stato fondamentale per imparare a suddividere in piani diversi i diversi aspetti tecnici di una produzione:

Ho avuto la fortuna di lavorare a blockbuster ad alto budget e produzioni molto grandi con tanti effetti speciali ed effetti visivi. Ma Speed Racer fu proprio un'altra cosa. Dovevamo pensare in maniera molto tridimensionale, anticipando ciò che avresti dovuto fare ogni mattina mentre le altre unità stavano girando. È stata una curva di apprendimento incredibile. Non credo di aver mai imparato così tanto in un lasso di tempo tanto breve.

Stahelski, come noto, è passato poi alla regia dirigendo i film del franchise di John Wick. Prossimamente dirigerà il remake di Highlander e l'adattamento di Ghost of Tsushima.

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