Sovena: Roma e Lazio tra nuovi set hollywoodiani e un bando di studio all'estero
Luciano Sovena, presidente della film commission Roma-Lazio, racconta del bando per studiare cinema all'estero e dei prossimi film stranieri girati a Roma
Per farci raccontare del bando e di ciò che la Film Commission sta facendo e ha fatto in questi mesi (incluso attirare di nuovo a Roma le produzioni internazionali) abbiamo sentito direttamente il suo presidente, Luciano Sovena.
“Principalmente produzione e postproduzione, ma anche uso dei mezzi tecnici e sceneggiatura. Tutti e 1000 i vincitori saranno completamente spesati dalla regione Lazio per vitto, alloggio e spese universitarie. Una volta rientrati in Italia da questo periodo fuori (che può durare dai 2 ai 6 mesi), è anche previsto uno stage di 6 mesi in una società cinematografica, sempre pagato dalla regione Lazio. Insomma se poi non si riesce a trovare lavoro nemmeno così si è proprio sfigati!”
“È merito dei fondi europei. Sono quei soldi che spesso le regioni non riescono ad usare e vengono poi restituiti alla comunità, noi invece li abbiamo sfruttati per creare qualcosa di molto serio. Il Centro Sperimentale ha pochissimi posti e con iniziative tipo Torno Subito riusciamo ad ampliare l’offerta formativa e quindi i posti di lavoro. Va considerato poi che il bando riguarda più che altro le professioni legate al digitale, cioè color correction, effetti speciali, postproduzione in generale e via dicendo, quelle più cercate in assoluto dalle produzioni”.
Il bando si ripeterà nei prossimi anni o è un caso unico?
“Si ripeterà, si ripeterà. Ci sarà per 3 anni ancora, ogni anno questo fondo europeo sarà rimesso in circolo più o meno nei medesimi termini”.
Ma la Film Commission non si dovrebbe occupare in realtà di attirare e agevolare le produzioni che intendono girare in loco?
“Si ma non solo. Dobbiamo prima fare la parte di incoming, per l’appunto attirare le grandi produzioni che creano indotto sul territorio (sia per le troupe che per la città in generale) e poi, tramite un assessorato differente, occuparci della formazione dei giovani”.
Come mai le produzioni americane sembrano tornate in Italia tutte insieme, cos’è successo?
“È merito del tax credit [una forma di agevolazione fiscale che lo stato consente alle produzioni cinematografiche ndr] che esiste da 2 anni. Grazie ad esso siamo tornati ad essere concorrenziali rispetto ai paesi dell’est Europa. Possiamo dire che siamo tornati ai fasti di Cleopatra”.
Recentemente abbiamo visto girare a Roma sia Zoolander 2 che l’ultimo 007, Spectre, con relative polemiche, specie per quanto riguarda il secondo. Ai romani alla fine non piace tutto questo scombussolamento?
“Non è vero. Ho un sondaggio che dice che l’80 per cento dei cittadini è contento del fatto che abbiano girato a Roma il nuovo film di James Bond. Del resto le positività sono due: la prima è l’impatto coi romani, cioè la possibilità di avere un ambiente ottimo, la seconda è la ricaduta su progetti futuri. Grazie a 007 ora verrà girato a Roma anche La Sirenetta”.
È già possibile quantificare il beneficio economico portato dalle riprese di 007?
“Possiamo dire che l’indotto su Roma è stato di 15 milioni di Euro, mentre la spesa totale è stata di 60. Considerate che per avere un film simile ci vogliono mesi e mesi di sopralluoghi. L’idea originale dei produttori di Spectre era di non venire a Roma ma di ricostruirla in studio, poi hanno capito che economicamente gli conveniva venire qui”.
C’è qualche produzione che sta facendo ora i sopralluoghi per decidere se girare o meno a Roma?
“Si, c’è Joe Dante che vorrebbe ambientare il suo nuovo horror ironico da noi”.