Siccità: Emanuela Fanelli ci parla del suo ruolo dal casting alla caratterizzazione del personaggio

Nella videointervista a Casa Alò Emanuela Fanelli ci ha parlato del suo ruolo in Siccità di Paolo Virzì, dal casting al lavoro sul personaggio

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Nel nostro appuntamento con “Casa Alò”, troviamo ospite di Francesco Alò l’attrice e comica Emanuela Fanelli.

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Ripercorrendo la sua carriera, Fanelli ci racconta uno dei suoi ultimi ruoli, quello di Raffaella nel film di Virzì Siccità, uscito a settembre, svelandoci in sintesi come lei vede il suo personaggio.

È una donna delicata, ma appartiene a una famiglia in cui la delicatezza si chiama stupidità. È molto insicura e la cosa bella è che viene presentata malissimo nel film perché chi lavora per lei le dice che è cornuta, che va solo in farmacia, al massimo dallo psicologo, ma non è che in realtà lei stia peggio degli altri personaggi del film. Lei però è l’unica che non riesce a fare finta e che lo mostra e anzi, lei va dallo psicologo, prova a stare meglio.

Fanelli torna poi con la memoria al momento in cui è stata chiamata per il provino, ancora un po’ incredula per essere stata contattata telefonicamente dallo stesso Virzì.

Mi hanno chiamato dall’agenzia: “Ti vuole vedere Virzì per un provino. Però stasera, per parlarti un po’ del personaggio, ti chiama o lui o la casting (director ndr).” Ho attaccato e ho detto: sì, ma quando ti chiama Virzì? Squilla il telefono la sera e faccio: “Pronto?” (Imita la voce di Virzì ndr) “Pronto, sono Paolo. Paolo Virzì.” Tipo James Bond mi si è presentato. E lui mi ha detto: “Innanzitutto ti voglio ringraziare, sono contento di parlare con te perché A piedi scalzi mi è piaciuto tanto.” Che poi in quella situazione io dovevo fare il provino quindi non è che potevo dirgli: “Ma io ho visto tutti i film tuoi”, perché sembrava una cosa un po’ da leccaculo. Non mi andava però neanche fare quella: “Ma tu sei…?” Era un po’ una via di mezzo strana, un po’ di imbarazzo.

E infine il momento del provino vero e proprio:

Faccio questo provino in cui c’erano due scene. E lo faccio su Zoom però, perché eravamo in pandemia. Insomma, è andato bene. (…) Poi ho aspettato tre settimane e mi hanno detto: sì, sei tu. Sono stata molto contenta. E poi Paolo mi ha detto: “No guarda, ma io l’avevo capito da subito.” Gli volevo di’: “Me lo potevi di’, sono stata tre settimane col patema d’animo, mi potevi mandare un messaggino.”

Non solo gratitudine, ma anche soggezione nel far parte di un progetto così grande. Potete vedere il resto dell’intervista e scoprire gli “scenari apocalittici” che Fanelli si era figurata per il primo giorno di set abbonandovi a BadTaste+:

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