Shia LaBeouf: "Non mi piacciono i film che ho fatto con Steven Spielberg"

Shia LaBeouf ha un pessimo ricordo dei lavori fatti con il leggendario filmmaker

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Poco fa, abbiamo riportato un estratto del profilo su Shia LaBeouf pubblicato da Variety in cui abbiamo portato alla vostra attenzione la parte relativa alla sua mancata partecipazione a Suicide Squad (trovate tutto in questa pagina).

Dal medesimo articolo della celeberrima testata americana, l'attore condivide una riflessione circa le sue pellicole d'esordio in ambito di studio system. Film come Disturbia, il franchise di Transformers e il quarto, detestatissimo dai fan, Indiana Jones prodotti o diretti da Steven Spielberg

Shia LaBeouf ammette di non avere dei dolci ricordi di queste esperienze:

Arrivi e realizzi che non stai incontrando lo Spielberg dei tuoi sogni. Incontri uno Spielberg differente, che si trova in un altro stadio della sua carriera. È più una fottuta azienda che un regista [...] I set di Spielberg sono programmati in maniera meticolosa. In 37 secondi hai fatto quello che dovevi fare e detto la tua battuta. Lo fai per cinque anni e poi capisci che non è quello che vuoi fare per vivere. Non mi piacciono i lungometraggi che ho fatto con Steven Spielberg. L'unico che apprezzo è il primo Transformers.

Infine, su Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo aggiunge di essersi sentito ingiustamente preso di mira per l'esito della pellicola:

Mi sono preparato per un anno e mezzo. Poi il film è uscito ed è stata tutta colpa mia. Sono cose che fanno male.

Se le considerazioni sul quarto Indiana Jones possono essere comprensibili da un punto di vista umano, quelle su Steven Spielberg lasciano alquanto spiazzati. Il regista di Cincinnati è da sempre noto perché monta i film "mentre li gira" filmando quello di cui ha effettivamente bisogno per il lungometraggio che sta confezionando (cosa che magari può essere vista come "limitante" da un attore). Senza considerare che il filmmaker coniuga da sempre l'attività di regista con quella di mogul della settima arte. E film come Il Ponte delle Spie e Il Grande Gigante Gentile non sembrano proprio creazioni di un autore diventato "più una fottuta azienda che un regista". Ma d'altronde il curriculum di Steven Spielberg parla da solo.

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