Se mi ubriaco ti cancello, l'unico possibile episodio finale di I Simpson

Tra memoria digitale, audiovisiva e continui riferimenti al cinema, il possibile finale di I Simpson è un viaggio nella continuity continuamente riscritta

Critico e giornalista cinematografico


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Se mi ubriaco ti cancello, l'unico possibile episodio finale di I Simpson

Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

Se mi ubriaco ti cancello, un possibile finale di I Simpson - Diciannovesima stagione, episodio 9

LISA: “Papà! Hai appena distrutto il ricordo del tuo primo bacio”
HOMER: “E con chi era?”
BART: “Apu!”
HOMER: “Giusto…”

forget me shot simpson

Se I Simpson dovessero arrivare al termine e avere un ultimo episodio questo non sarebbe un episodio conclusivo nel senso canonico del termine, non proporrebbe cioè una chiusura narrativa ma, dice Al Jean (forse il più storico tra gli sceneggiatori diventati showrunner), somiglierebbe a Se mi ubriachi ti cancello.
Si tratta probabilmente del miglior episodio degli ultimi 15 anni, cioè della metà decadente della serie, uno dei pochi che recupera la struttura da sitcom familiare all’origine di tutto e la estende nel reame del fantasioso e demenziale (cioè quello che ad un certo punto sono diventati I Simpson) con pesantissime citazioni e influenze di film (l’ancora di salvezza sempre più usata dagli sceneggiatori) trovando un briciolo di verità.

uomo di neve simpson

Tutto parte da un racconto al ritroso.

Homer si è svegliato davanti casa senza ricordare niente della notte prima, ma al contrario di Una notte da leoni (che all’epoca non era uscito) la ricostruzione della sua memoria non procede ripercorrendo all’indietro le tappe della notte prima ma di testimonianza in testimonianza formando un mosaico ingannevole, uno che gli fa pensare di aver picchiato Marge dopo aver scoperto un adulterio. Non proprio una trama dai presupposti ordinari né dalla struttura ordinaria, per quanto più le stagioni sono avanzate più è stata frequente la sperimentazione di forme di racconto non lineare, a scatole cinesi o a flashback. È una storia di ricordi e accesso alla memoria che affianca metodi analogici ad iconografia da memoria digitale in una strana sovrapposizione.

scrat simpson

Dall’altra parte poi Se mi ubriaco ti cancello cerca anche di sostenersi unendo trame, personaggi e svolgimenti di film noti, unendo insieme un coacervo di citazioni e furti da film sulla memoria che parte (paradossalmente) con Scrat di L’era glaciale, il cui secondo capitolo era uscito da poco. È lui alla ricerca della sua ghianda ad aprire la puntata, calciato via dal giardiniere Willy in un classico atto di supremazia simbolica. Non sono poche le volte che I Simpson vengono disegnati nell’atto di schiacciare e battere altri cartoni. È l’apertura metatestuale di una puntata che racconta qualcosa per metterlo in relazione con la sua fattura, quel che accade a Homer narrato tramite simboli audiovisivi.

bolla homer simpson

Homer rientra in casa e scopre che non c’è nessuno, solo il cane che gli ringhia contro (“Ma che succede? Perché mi aggredisci? Se è perché ti ho mangiato le pasticche per il cuore, hanno fatto male a farle del colore delle caramelle!”). Non capendo il perché si reca da Boe il quale gli dà il primo indizio. La sera precedente è stato da lui e ha bevuto un Bevi e autoscordati, drink inventato da Boe che cancella la memoria il cui nome americano è ben più suggestivo (Forget me shot, come i fiori Forget me not). Un drink creato con parti di alcolici ma anche la striscia rossa del dentifricio Aquafresh, il veleno della farfalla lobotomorfa della Louisiana e mescolato con un test di gravidanza. Prima di darglielo Boe ci sputa come in Memento, altro film sulla fragilità della memoria. Mentre ne parlano entra trafelato Krusty che richiede il drink per dimenticare il fatto che gli è uscita una battuta “alla Mel Gibson” sui messicani (facendo riferimento alle uscite sugli ebrei che avevano distrutto la carriera di Gibson).

transizione simpson

Alla scrittura c’è J. Stewart Burns, il più inventivo e interessante tra gli sceneggiatori dell’ultimo periodo della serie. Burns ha lavorato moltissimo sulla storia presente, passata e futura della serie, sulla costruzione delle nuove origini e la narrazione di quel che la famiglia era stata o sarebbe stata nei classici episodi sui futuri alternativi. È insomma un appassionato della memoria della serie e della sua fragilità, della maniera in cui viene continuamente riscritta. Qui mette insieme tutto, come fosse una puntata sulle dimensioni parallele o alternative (cosa che non è, sia chiaro, ma ci si avvicina per spirito). La trama di Homer che ricostruisce cosa sia successo alla sua vita è in realtà un modo per portarlo, ad un certo punto, verso un viaggio nei ricordi che è un modo metatestuale con cui la serie parla di sé e rinsalda la propria mitologia interna, ovvero il complesso di fatti, nozioni e revisioni che costituiscono la continuity (sempre in evoluzione) di I Simpson.

giubbotti salvataggio simpson

Da Boe c’è anche il commissario Winchester ammanettato a Serpe che ascolta il problema di Homer e gli dice che la sera prima è dovuto intervenire per una chiamata a casa sua. E che Marge aveva un occhio nero. Il ricordo viene introdotto da una intelligente transizione con farfalle lobotomorfe. Non solo mostra che stiamo guardando il ricordo ma lo collega alla dimenticanza indotta da suo veleno che copre tutto. È un’invenzione di Chuck Sheetz, regista operaio invisibile, uno di quelli che non si mettono mai in luce e che invece in quest’episodio ha più di un’occasione per inventare e creare.

ponte suicidio simpson

Era stato Ned Flanders a chiamare la polizia ma interrogato da Homer non offre indizi sulle ragioni per le quali l’abbia fatto (“Cosa ho fatto!?” - “Non posso dirlo con certezza ma da buon cristiano ho presupposto il peggio!”). Qui inspiegabilmente nell’originale Homer prende alla collottola Flanders nel chiedergli con rabbia cosa abbia fatto, mentre nella versione italiana viene aggiunto da Tonino Accolla un “Figlino di…” implicando un insulto mai pronunciato.
Homer non riesce a ricordare e quindi va dal padre in cerca di aiuto, ma ovviamente “Vieni da me perché ti aiuti a ricordare? È come chiedere ad un cavallo di calcolarti le tasse”, cosa che poi nonno Simpson aveva già fatto (nel ‘98, nemmeno troppo indietro) come dimostra una foto scattata per l’occasione.
Da questo dettaglio impossibile della foto del cavallo la puntata inizia a scivolare dal territorio delle prime stagioni, la sitcom familiare, in quello demenziale e fantastico introdotto a partire dall’ottava.

cavallo simpson

Ad ogni modo il nonno gli consiglia di rivolgersi al prof. Frink che ha inventato un dispositivo per ricordare. È il primo appoggio ad un film, ovvero Se mi lasci ti cancello, da cui viene mutuato il titolo italiano al pari dell’originale (Eternal Moonshine of the Simpson Mind). Homer usa il macchinario del professore e viaggia dentro ai suoi ricordi in una bolla. Prima vede un ricordo con i figli sulla neve, poi viaggia più indietro in una scena in cui si vedono fermo immagini da veri episodi passati. Le immagini con stili di disegno diversi rappresentano diversi momenti della memoria di Homer, il catalogo di I Simpson, come in una schermata di Disney+ è a sua disposizione in riquadri che sembrano thumbnail.

ricordi simpson

Arrivato al punto che gli interessa, cioè la sera prima, riesce a vedere solo parte del ricordo, ovvero il fatto che sente da fuori casa dei cigolii come fosse il letto durante un amplesso sessuale e poi una volta entrato vede di spalle un uomo sul suo divano accanto a Marge e dello champagne. La situazione è equivoca e non riuscendo a metterla a fuoco, non riuscendo a vedere chi sia quell’uomo, Homer decide di tornare indietro al ricordo sulla neve, prelevare Bart e Lisa e tornare con loro per capire se possano trovare una soluzione. La cosa interessante è che nel compiere il viaggio con loro rompe il ricordo del suo primo bacio che era stato raccontato solo quattro anni prima in un altro episodio scritto da J. Stewart Burns, Come non eravamo, e uno scherzo di Bart, che gli dice che si era baciato con Apu, lo ricostruisce sbagliato. Fragilità e riscrivibilità della storia di I Simpson.

simpson pellicola

Per appassionati del genere c’è da segnalare che a questo punto il discorso metatestuale sulla memoria di Homer intesa come l’archivio stesso degli episodi di I Simpson diventa ancora più complesso, perché Bart e Lisa cercano di sbloccare il suo cervello agendo sul ricordo. Sostanzialmente prendono a botte il ricordo come si prende a botte un televisore quando non funziona. Alla fine con l’ultima botta quel che avviene è che riparte come la pellicola di un proiettore. A tutti gli effetti il funzionamento della memoria di Homer è quello dell’audiovisivo. Un archivio accessibile on demand, continuamente modificabile in cui la rimozione di un ricordo può essere sovrascritta da un altro fabbricato ma anche un proiettore analogico da aggiustare a colpi.

everyday home simpson

Il risultato è che l’uomo con Marge è Duffman. “La madre dei miei figli con la causa per cui esistono i miei figli!?” chiede stupito Homer. L’equivoco e i doppi sensi raggiungono l’apice quando Duffman dice: “Lo stavo dando a tua moglie. Domani sarà indolenzita”. A questo punto la disperazione è tale che Homer come in La vita è meravigliosa in una notte di neve medita di buttarsi dal ponte. Interrotto da Patty e Selma, che si presentano con la luce di un angelo, viene in realtà da loro due buttato. Cadendo Homer vede la sua vita passargli di fronte, di nuovo è una versione digitalizzata della memoria, cioè "Everyday" di Noah Kalina, uno dei più noti video di YouTube di quegli anni. Chuck Sheetz si inventa un modo per usare quella messa in scena per raccontare Homer, usa la stessa musica e alla fine mette anche una schermata di YouTube.
Non è un caso se J. Stewart Burns è anche la persona che ha scritto la puntata sulla pirateria informatica.

Dopo che la sua vita gli è passata davanti agli occhi Homer è pronto per vedere la scena della sera precedente e il pubblico è pronto per scoprire l’equivoco. Duffman era lì per organizzare una festa e i suoni del letto che cigolava erano in realtà prodotti dal pennarello sulla lavagna magnetica, mentre l’occhio nero di Marge era stato causato dalla bottiglia di champagne. Alla fine della caduta Homer non cade nel fiume ma su un materassone su una nave, la nave della festa. Tutto era stato previsto. Capiamo quindi di non essere in Se mi lasci ti cancello o in La vita è meravigliosa ma in The Game di David Fincher. Solo che era stato Homer stesso, prima di bere il cocktail di Boe, a ordinare di mettere il materassone.
Gran finale con birra per tutti presa dal vano per i giubbotti di salvataggio e la nave che si allontana con la scritta “The End?”.
Forse anche per questo Al Jean aveva identificato in questa puntata il modello per un possibile finale della serie. Quando mai dovrà arrivare.

simpson finale

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