Scott Snyder parla dei suoi primi 10 anni alla DC Comics e dei progetti futuri

Scott Snyder ancora non si rende conto di essere da dieci anni una delle voci fondamentali della DC Comics e parla del ritorno ai suoi progetti indipendenti

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


Condividi

Sono le parole di Scott Snyder quelle che Newsarama raccoglie in occasione dei dieci anni di carriera dello scrittore presso la DC Comics e del finale, previsto per il prossimo 29 gennaio, del suo epico ciclo su Justice League, siglato dal numero #39 della serie.

Eccovi le considerazioni più interessanti dello sceneggiatore sugli anni alle spalle e quelli di fronte a sé:

American Vampire

Snyder - È stato un decennio pazzesco. Lavorare nel mondo dei fumetti era il mio sogno da bambino, quindi dieci anni fa ero convinto che mi avrebbero cacciato molto in fretta, semmai avessi avuto un'occasione. Non pensavo certo che questa sarebbe diventata una carriera stabile. Sapevo soltanto che c'erano delle storie che volevo raccontare, ma nessuna idea di come restare con i piedi in questo settore. Quindi trattavo ogni mio progetto come se fosse stato l'ultimo. Che si parlasse di American Vampire o Batman: Lo specchio nero. Nonostante i successi, questo è rimasto il mio modo di ragionare.

In questo periodo, tengo lezioni sull'importanza di decidere molto in fretta, a prescindere dal genere, quel che si vorrebbe scrivere e come. Cerco sempre di attenermi a questo piano, che sia per la DC o per i miei progetti indipendenti. Ci tengo a rendere sempre in qualche modo personale le mie storie. Il finale di Justice League, così come di ogni serie su cui sono stato, parla di qualcosa di importante nella mia vita. Spero che possiate leggerlo e capire che sto parlando di qualcosa che mi preoccupa.

Sono sempre alla ricerca di un modo per chiarirmi il fatto che ho lavorato alla DC per dieci anni. Ancora mi sorprende. E spero che si veda nelle storie che scrivo. So che è una cosa terribile da dire, ma ancora non mi rendo conto del fatto che siano passati dieci anni. Spero che la gente veda che ogni volta cerco di mettere qualcosa di personale nelle storie.

Snyder ha quindi fatto un accenno al nuovo, misterioso progetto cui sta lavorando assieme a Jorge Jimenez. Senza rivelarne la natura ha parlato di qualcosa che vorrebbe diventasse una serie regolare, qualora piacesse al pubblico, nonostante senta di aver bisogno di una pausa, dopo tanto tempo impegnato su progetti a scadenza mensile o quindicinale.

Wytches, copertina di Jock

Snyder - Sin dai tempi di Wytches e A.D. - After Death voglio fortemente dedicarmi a progetti indipendenti, ma i miei impegni alla DC sono tanto entusiasmanti quanto tiranni. Non solo ho un lavoro come scrittore, ma anche come ideatore di eventi come Metal per altri scrittori e artisti. Sono davvero coinvolto profondamente nelle dinamiche DC, ma questo significa meno tempo per i miei progetti personali.

Con il 2020 abbiamo aggiornato un po' il nostro rapporto in direzione di una maggiore flessibilità, quindi aspettatevi un impegno maggiore su questo fronte.

Ho iniziato una serie di progetti, ma ancora non so che collocazione troveranno. Uno è assieme a Francesco Francavilla, e lo annunceremo presto. Ho realizzato una cosa con Charles Soule [oltre a Undiscovered Country - NDR] e altre con diversi artisti di cui ancora non posso parlare. In questo momento sto lavorando, oltre che sulle mie storie DC, ad altri cinque titoli. Mi prendo circa una settimana per scriverne l'intero soggetto del primo arco narrativo, per mostrarlo agli artisti. Da lì iniziamo a collaborare.

Inoltre, Snyder riporterà i riflettori su American Vampire, che voleva da tempo riprendere assieme a Rafael Albuquerque, in occasione del decimo anniversario del debutto: questo mese dovrebbero iniziare a lavorare al nuovo ciclo di storie, che potrebbe vedere la luce direttamente in volume.

Justice League #39, copertina di Tyler Kirkham

Snyder - Quel che mi piace alla DC è che la gente ha sempre voglia di prendersi dei rischi, che ridà energia ai lettori pur restando fedele ai concetti di base dei personaggi. Credo che sia una strategia ottima per dar vita a grandi idee che entusiasmano i vecchi lettori e ne portano di nuovi.

Il che è quel che ho sempre cercato di fare nei miei progetti con Greg Capullo: da sempre dico che si possono raccontare nuove storie restando aderenti al passato e rendendole parte integrante di quel che si è letto, onorato e amato in precedenza.

Per me tutto deve avere il suo giusto peso. Tutto deve contare. Non voglio che abbiate la sensazione che quel che avete letto su Justice League sia irrilevante. La gente capisce quando le storie non sono sincere, e te lo dice. Quando le cose non sembrano parte del piano, sono inorganiche, i fan lo sanno. Ecco perché questa storia, che ho cominciato nel 2017, l'ho voluta rendere così personale.

Uno dei grandi progetti di Scott Snyder per il 2020 è portare avanti il suo impegno di insegnante di scrittura e tornare a dedicarvisi, cosa che non fa da quando è diventato padre e a causa dei suoi impegni per DC Comics sempre maggiori. Dar vita a nuove voci che possano creare nuove serie e nuovi libri è per lui importante motivo di orgoglio. James Tynion IV, Matthew Rosenberg, Marguerite Bennett e tanti altri hanno studiato presso di lui, ed felicissimo del loro successo.

Fonte: Newsarama

Continua a leggere su BadTaste