Sciopero degli sceneggiatori: la prossima settimana ripartono le trattative con gli studios!

Dopo quasi un mese di stop, la prossima settimana ripartiranno le trattative tra gli studios di Hollywood e gli sceneggiatori in sciopero

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Dopo quasi un mese, sono pronte a ripartire le trattative tra il sindacato degli sceneggiatori di Hollywood, la WGA, e l'associazione dei produttori e degli studios AMPTP.

A darne notizia è l'AMPTP, che giovedì ha diffuso un comunicato annunciando di essere stata contattata dal sindacato con la richiesta di riaprire le trattative: "Abbiamo accettato e stiamo fissando un appuntamento per la prossima settimana. Ogni azienda che fa parte dell'AMPTP vuole impegnarsi e non vede l'ora che si raggiunga un giusto accordo, lavorando insieme alla WGA per porre fine allo sciopero". Poco dopo la conferma è arrivata anche dal sindacato, che con un messaggio rivolto ai propri membri ha spiegato che "la WGA e l'AMPTP stanno fissando un incontro per tornare al tavolo".

La WGA, lo ricordiamo, è in sciopero dal 2 maggio. L'11 agosto è iniziata una fase di trattative piuttosto serrata in cui le due parti si sono scambiate proposte e controproposte, ma si è trattato di un buco nell'acqua, e dal 22 agosto si è interrotto ogni dialogo. Con esso, anche la speranza che lo sciopero potesse risolversi in tempo per il Labor Day, una sorta di "soglia psicologica" alla quale puntavano in molti. Passano le settimane, e la certezza ormai è che il 2023 sia sostanzialmente archiviato per quanto riguarda le produzioni: se l'AMPTP dovesse raggiungere un accordo a fine mese con gli sceneggiatori, ci sarebbe ancora lo sciopero del sindacato degli attori SAG-AFTRA, che prosegue da metà luglio ed è di non facile risoluzione. Ciò significa che comunque, anche supponendo un mese di trattative con gli attori, firmando e ratificando i contratti e applicandoli alle nuove produzioni, si arriverebbe a fine novembre: improbabile che film e serie televisive tornino in produzione nel periodo natalizio.

Gli studios hanno già iniziato a anticipare ai propri azionisti che l'ultimo trimestre sarà molto difficile sul fronte dei conti (sebbene le mancate produzioni provochino una conseguenza a breve termine positiva, ovvero maggiore liquidità), ma il vero problema a questo punto si verificherà nel 2024, quando non usciranno i film e le serie tv che dovevano essere girati nella seconda metà del 2023. E più si ritarda la firma dei contratti, più le conseguenze sul calendario cinematografico e televisivo dell'anno prossimo si fanno pericolose, in un periodo storico in cui le grandi major hanno molte difficoltà economiche e finanziarie.

Non è un caso quindi che negli ultimi giorni si siano diffuse voci sempre più insistenti di una spaccatura all'interno dell'AMPTP tra gli studios (tra cui Disney, Paramount, Sony, Warner Bros. Discovery) e gli streamer (Apple, Amazon e Netflix), con gli studios storici che avrebbero il desiderio di trovare un accordo equo con gli sceneggiatori. L'8 settembre però l'associazione ha smentito queste voci, spiegando che i propri membri "sono allineati e desiderano trattare insieme per trovare una soluzione. Ogni accenno al contrario è falso".

Nemmeno l'umore sul fronte degli scioperanti è rose e fiori: migliaia di persone, incluso l'indotto, sono senza lavoro ormai da mesi, e c'è chi sta lasciando Los Angeles anche in via definitiva, scegliendo di abbandonare la carriera. Ma ieri è arrivata una buona notizia: il Senato californiano ha votato a favore dell'estensione dell'assegno di disoccupazione ai lavoratori in sciopero, una misura già attiva in stati come quello di New York ma che mancava proprio nello stato dove sorge Hollywood. L'unico problema è che se la legge verrà firmata dal governatore Newsom, entrerà in vigore... l'1 gennaio 2024.

La tensione è alle stelle e la speranza è che questa nuova fase di trattative sia quella buona.

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