Sciopero degli sceneggiatori: siamo a un nuovo stallo?

Le trattative tra sceneggiatori e studios sono a un nuovo stallo: sembra che lo sciopero non finirà entro il Labor Day

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Chi ha seguito lo sciopero degli sceneggiatori di 15 anni fa ricorda che una volta riaperte le trattative tra sindacato e studios, ci volle poco più di una settimana per raggiungere un accordo. Ricorda anche che poco prima della firma, sembrò che le trattative stessero per saltare nuovamente, e la tensione era alle stelle.

È difficile leggere nello stesso modo quanto sta accadendo in queste ultime settimane a Hollywood. Certo, quando dopo 100 giorni gli studios hanno chiesto agli sceneggiatori di incontrarsi nuovamente e da allora ci sono stati una decina di giorni di trattative serrate, l'impressione era che si fosse molto vicini a un accordo. Ma quanto è accaduto martedì sera, quando un nuovo incontro si è concluso in un nulla di fatto e gli studios hanno deciso di pubblicare online la loro prima controproposta (dopo la quale, si è appreso, non si è riusciti a fare un solo passo avanti), la mossa è stata presa come sgarbata e informale, soprattutto perché violava il silenzio stampa che entrambe le parti avevano accettato di mantenere durante questa fase. Strategicamente è sembrato un errore: dura la risposta da parte della WGA, che ha accusato gli studios di aver applicato una strategia volta unicamente a dividere il sindacato, e ha dato appuntamento ai propri membri ai picchetti, lasciando intendere che per il momento non si tratterà più. Non a caso, non si hanno notizie di riunioni né mercoledì né oggi, né sono previsti incontri domani.

Non c'è dubbio che i contatti continueranno e proseguirà un dialogo informale, ma è evidente che siano stati fatti grossi passi indietro e a questo punto diventa molto difficile immaginare che si riesca a raggiungere una firma entro la data simbolica del Labor Day (lunedì 4 settembre). Addirittura, c'è chi pensa che l'associazione dei produttori e degli studios (l'AMPTP) si prenderà una pausa e proverà ad aprire le trattative col sindacato degli attori SAG-AFTRA, in sciopero ormai da 40 giorni, anche se è indubbio che la strategia migliore per concludere gli scioperi sia passare prima dagli sceneggiatori (sono i primi che devono tornare al lavoro per far ripartire l'industria, che di questo passo comunque rimarrà paralizzata fino alla fine dell'anno).

C'è molta frustrazione, anche perché in questa fase di trattative erano coinvolti direttamente i CEO dei grandi studios, e cioè le figure coinvolte direttamente nell'industria. Ma il sindacato degli sceneggiatori non sembra disposto a scendere a troppi compromessi, anche perché a questo punto, dopo più di tre mesi di sciopero, punta chiaramente a ottenere il massimo dal nuovo contratto collettivo (spalleggiato non solo dalla solidarietà della SAG, ma anche da altri sindacati come IATSE e Teamsters). L'intera industria attende con il fiato sospeso, nella speranza che nel frattempo l'aria non finisca.

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