Gli sceneggiatori americani pronti a scioperare: che impatto ci sarà su cinema e tv?

Il 96% degli sceneggiatori della WGA ha votato per lo sciopero, ora l'associazione può farlo partire. I produttori hanno 6 giorni di tempo per decidersi

Critico e giornalista cinematografico


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Tra 6 giorni scade il contratto che la WGA (Writers Guild America), cioè l’associazione che rappresenta gli sceneggiatori in America, ha con la AMPTP (Association of Motion Picture and Television Producers), ovvero l’associazione che rappresenta la maggior parte dei produttori cinematografici e televisivi. Dunque se tra 6 giorni le due parti non hanno trovato quell’accordo che fino ad ora non sono riusciti a trovare partirà uno sciopero degli sceneggiatori. La decisione è stata presa il 25 aprile, i membri della WGA hanno votato per dare al board l’autorizzazione a minacciarlo e poi metterlo in pratica e il Sì è passato al 96%. Per fare un esempio al tempo dell’altro grande sciopero degli sceneggiatori, quello di dieci anni fa, il Sì passò al 90%. Oggi sono molto più arrabbiati di ieri, o forse credono molto più di ieri nel potere di uno sciopero. Nel 2007-2008 infatti i danni agli studios furono ingenti e difficilmente la AMPTP si metterà nella stessa situazione. Tuttavia se dovesse accadere è probabile che lo sciopero partirà subito, direttamente il 2 maggio.

Perché scioperare

Quel che gli sceneggiatori chiedono è che i loro contratti si adeguino ai mutamenti nella produzione, in particolare di serie tv.

Ad oggi sono vincolati in esclusiva a serie per le quali sono pagati ad episodio ed impegnati fino alla fine della stagione. Questo aveva senso ieri, quando gli episodi di una serie erano circa 22-23 e il lavoro dopo la scrittura praticamente non esisteva, ma non più oggi quando gli episodi per ogni stagione sono 12-13 e c’è da fare anche dopo la scrittura, sul set. In più per via dell’esclusiva non possono nemmeno accettare altri lavori in attesa di scrivere l’eventuale stagione successiva: devono stare fermi.

In parole povere il loro compenso è crollato del 23% negli ultimi anni, cioè nel periodo di massima diffusione e proliferazione delle serie tv, quello in cui dovrebbero fare più soldi e non meno. Le richieste dunque sono una paga più alta e diverse possibilità contrattuali di non-esclusiva. In più ci sono anche questioni relative all’assicurazione sanitaria che non è proprio il massimo e ai fondi pensione.

Se a questo si aggiunge il fatto che, a differenza di dieci anni fa, stavolta lo sciopero è arrivato abbastanza inatteso e quindi ha preso gli studios in contropiede, senza dargli il tempo di fare scorta di copioni, è facile ipotizzare che non si arriverà allo scontro ma i produttori capitoleranno prima del 2 maggio.

Le serie che si fermeranno per prime e quelle invece già pronte

Qualora invece non dovessero arrivare ad un accordo gli show quotidiani sarebbero i primi a fermarsi, i vari Late Night da The Late Show con Stephen Colbert al Tonight Show di Jimmy Fallon, da Jimmy Kimmel Live a Full Frontal con Samantha Bee per non parlare di Saturday Night Live. Queste sono infatti tutte trasmissioni scritte settimanalmente se non proprio giornalmente.
A seguire tocca alle prime serie le cui sceneggiature ancora non sono state consegnate, tra cui spiccano American Horror Story, Jessica Jones, Star Trek Discovery e The Walking Dead. Tutte queste subirebbero un ritardo a tempo indefinito, cioè fino a che gli sceneggiatori non si rimettono al lavoro. Dopo ancora arriverebbero a cascata tutte le altre serie in ordine di “consegna” (le autunnali, poi le invernali ecc. ecc.). E infine i film, che hanno tempi di gestazione più lunghi e i cui ritardi possono essere ammortizzati (ma nel 2008 si arrivò alla tragica situazione di grandi blockbuster andati sul set con copioni abbozzati tipo Transformers 2, e si notava).

Con un filo di cinismo possiamo però dire che, tra le serie che stanno per partire, alcune sono già “al sicuro”, cioè non sarebbero toccate dallo sciopero perché il lavoro degli sceneggiatori è, in linea di massima, terminato (essendo terminate le riprese). E sono Game of Thrones, Orange Is the New Black e Twin Peaks.

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E il cinema?

L'impatto di uno sciopero sul cinema è meno chiaro: tutto dipende da quanto durerà, ovviamente. Le produzioni cinematografiche sono molto più lunghe, anche se uno sciopero lungo 100 giorni come quello del 2007-2008 ebbe conseguenze piuttosto disastrose su pellicole come Transformers: la Vendetta del Caduto, Terminator Salvation, Quantum of Solace o X-Men le Origini: Wolverine, tutti film che subirono rallentamenti o ebbero problemi a causa di script incompleti o riprese affrettate.

Per quanto riguarda la Fase 3 dell'Universo Cinematografico Marvel, non dovrebbe esserci alcun problema, come ha confermato Kevin Feige a The Wrap:

Nessuno dei film del 2018 avrà problemi. Sono già quasi tutti pronti. L'impatto ci sarebbe, semmai, su progetti più in là nel tempo. Ma la maggior parte dei film di cui abbiamo già parlato pubblicamente è a posto. Alcuni di loro subiranno ripercussioni, ma solo se lo sciopero dovesse durare molto. Quelli le cui riprese stanno per iniziare, o le cui riprese sono in corso, hanno sceneggiature già pronte.

Anche in questo caso, vi terremo aggiornati...

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