Sacha Baron Cohen ribadisce di aver chiuso con Borat: "Non ritirerò fuori il vestito grigio"
Nel backstage dell'evento, Sacha Baron Cohen ha confermato che quella con Borat è un'avventura ormai chiusa, archiviata...
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Il vestito grigio è chiuso nell'armadio e non lo tirerò fuori di nuovo. Se Trump avesse vinto il 3 novembre e non fossi stato in grado di girare questo film non sarei riuscito a vivere in pace con me stesso.
Non si tratta di un film fatto da scherzi, ma di una mia forma di protesta pacifica. Si è trattato del primo film in cui sono stato incoraggiato a indossare un giubbotto anti-proiettile in un paio di scene. Una era quella del raduno a Washington dove ho cantato una canzone intitolata “l’influenza di Wuhan”. E sì, in quell’occasione un po’ di persone si sono staccate dalla folla per assaltare il palco, hanno sopraffatto la sicurezza e uno di loro aveva effettivamente estratto la sua pistola. Sono stato estremamente fortunato ad avere una guardia del corpo eccezionale che ha afferrato il braccio di questo tizio sussurandogli le parole “Non ne vale la pena amico”.
Borat Seguito di film cinema: Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan è uscito su Amazon Prime Video il 23 ottobre.
In questo sequel Borat non è più il presentatore semisconosciuto kazako del 2006. Oggi tutti sanno chi è, quindi deve andare sotto copertura per intervistare le persone.
Il primo film, Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, è uscito nel 2006 in America e nel 2007 in Italia. Costato 18 milioni di dollari, ne incassò poi quasi 262 a livello globale.