Ryan Reynolds si racconta a David Letterman
Nell'intervista con David Letterman, Ryan Reynolds racconta alcuni aneddoti sulla sua famiglia e sulla sua carriera
Nato e cresciuto a Vancouver, in Canada, Ryan Reynolds è ultimo di quattro figli maschi. Parlando della sua giovinezza a Letterman, ha raccontato un simpatico aneddoto che evidenzia l'unione coi suoi fratelli:
A 12 anni volevo un orecchino. I miei fratelli mi fanno: "Morirai: a cena nostro padre ti accoltellerà ferocemente". Così vado a farmelo mettere con un amico e sua madre. Mi ricordo ancora quella sensazione del sangue che mi ribolliva in faccia al pensiero dell'imminente catastrofe una volta tornato a casa. A tavola, grondavo di sudore, tenevo lo sguardo in basso e sentivo il suo puntato addosso. Lo sento sussurrare qualche parolaccia, così alzo la testa e vedo che anche i miei altri fratelli avevano un orecchino, [che si erano fatti mettere apposta] per salvarmi. Una delle cose più belle che ho mai vissuto.
Un'esperienza complicata per Reynolds stesso:
Quasi tutto il film è girato in un'unica ripresa, tranne per un paio di momenti in cui sono svenuto. Quello che non sapevo, e che ho appreso solo sul momento e che, se sei senza fiato e non ti muovi regolando l'ossigeno, svieni. C'è una sequenza in cui avevo un sacchetto di carta, in cui respiravo il più possibile prima di iniziare a girare. E quando riprendevo conoscenza, qualche volte anche nel bel mezzo della ripresa, lo afferravo e respiravo aspettando il segnale per andare avanti.
Sento dietro la testa di avergli colpito l'occhio così duramente da averlo accecato. Fermiamo l'auto e lui aveva questa specie di uovo gigante. Credevo mi avrebbero mandato a casa in un'urna funeraria, che la mia carriera e la mia vita sarebbero finite. Ma in realtà lui era tranquillo, e mi fa:"Gli incidenti capitano. Rifacciamola all'altra parte, così non si vede la ferita". La rifacciamo e colpisco l'altro occhio. Così [Washington] sembrava un'addobbo natalizio… e io volevo morire.
Infine, l'attore condivide anche un lato del suo carattere:
Soffro di più nell'attesa di un evento che durante il suo svolgimento. Per esempio, quando venivo al tuo programma [Il David Letterman Show], lo scemo che è in me prendeva il sopravvento facendo delle battute e cavandosela alla grande. Questo tipo mi protegge e quell'umorismo schivo mi ha salvato. È un ottimo obiettivo nel mio lavoro: se riesco a ridere di me stesso e non di altri, quella risata mi piace, mi da soddisfazione. Non funziona sempre, ma quando lo fa, è una bella sensazione.
Nel corso della chiacchierata con Letterman, Ryan Reynolds ha inoltre svelato l'omaggio a John Candy nascosto in Deadpool, maggiori dettagli in questo articolo.
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