[Roma 2012] Pappi Corsicato presenta alla stampa Il volto di un'altra
Il volto di un'altra, in corsa per il Marc'Aurelio d'Oro, presentato dal suo regista Corsicato e dal cast ai giornalisti in conferenza stampa...
Pappi Corsicato, assieme alle produttrici, agli sceneggiatori ed agli attori Laura Chiatti, Alessandro Preziosi, Iaia Forte, Lino Guanciale, incontra la stampa per discutere delle prime impressioni sul suo nuovo, ironico lavoro: Il volto di un'altra (leggi la recensione) presentato oggi al Festival del Cinema di Roma, nel quale concorre per il prestigioso Marc'Aurelio d'Oro.
Le scene in bianco e nero in sala operatoria sono figlie di qualche suggestione particolare?
Corsicato: Sì, in realtà i riferimenti del film sono molteplici. La scena in bianco e nero è nata per puro caso, come spesso mi è successo anche lavorando ai miei precedenti film; sono stato ispirato dalla visione del bozzetto della scenografia, realizzato in bianco e nero. Ho colto anche l'occasione per svelare il meccanismo cinematografico, mettendo in bocca al dottore dell'assicurazione una battuta ("ma perché qui siamo tutti in bianco e nero?" ndr) che svelasse la finzione.La tematica centrale dello scoop ad ogni costo ricorda quella de "L'asso nella manica" di Billy Wilder.
Corsicato: Di fatto, ci sorprendiamo molto delle cose che succedono ai giorni nostri, ma basta guardarsi indietro per capire che sono già accadute e, quindi, sono già state anche raccontate.
La scena finale, in un certo senso, "risparmia" la protagonista. Come mai?
Corsicato: Il finale è molto aperto, volutamente vago. Bella, la protagonista, esce dalla propria auto in qualche modo cambiata: non sappiamo in che direzione. Potrebbe essere più stronza e dura di prima, pronta a rompere le ossa a qualcun altro; viceversa, potrebbe anche avere una sorta di redenzione. Purtroppo, non ho una risposta precisa a questa domanda. Mi divertiva pensare a questa sequenza finale catartica dove Bella vede il sole illuminare la montagna, vede un cerbiatto che sembra voltarsi a guardarla. Mi piaceva l'idea che lei potesse riconciliarsi in qualche modo con la natura e, quindi, acquisire una diversa consapevolezza di sé, entrando in contatto con un lato più umano.
Iaia Forte e Laura Chiatti, i vostri personaggi sono fortemente negativi: come li giudicate?
Chiatti: È difficile giudicare qualsiasi personaggio che si va ad interpretare. Bella è molto lontana da tutti gli altri ruoli che ho interpretato finora e questo mi attirava moltissimo; volevo mettermi in gioco tentando un approccio alla recitazione realistico ma non naturalista, come voleva Pappi. È stato ancora più difficile dato che non posseggo una formazione teatrale e che tendo a seguire l'istinto quando recito. Volevo vedere fino a che punto potessi sperimentare chiavi diverse per rendere al meglio il personaggio. Il film racconta temi importanti e contemporanei, anche duri, senza però esprimere mai un giudizio. Bella è una donna ambiziosissima, cerca di rilanciare la propria immagine scendendo a qualsiasi compromesso, ma è così perché è fortemente contaminata dall'ambiente in cui vive e lavora.
Forte: Per un attore c'è sempre un divertimento particolare nell'interpretare un personaggio cattivo, e c'è sempre un divertimento nel recitare un ruolo non naturalistico, cosa rara nel cinema italiano, che spesso ti costringe ad un realismo noiosissimo. Chiedere un'interpretazione che sia oltre te stesso è un privilegio; mi ha divertito recitare il ruolo di questa suora che dovrebbe essere garante di una certa etica e invece è perfida, ladra e corruttrice. Per me, lavorare con Pappi è sempre una grande gioia.
Chi è René, il marito di Bella?
Corsicato: Beh, una sorta di Faust, a voler scomodare riferimenti alti. Probabilmente, è un personaggio molto più semplice e realistico, dato che di dottori abbronzati e fighi è pieno il mondo. René è verosimile da questo punto di vista. Anche la letteratura è piena di personaggi di questo genere, ma senza dover importunare i grandi autori possiamo dire che René è più che altro figlio della realtà contemporanea.
Preziosi: Penso che René sia un interessante contrappunto all'universo femminile. Definiamo Bella un'eroina moderna, e non è una definizione così azzardata; René diventa gradualmente una sorta di eco dell'universo femminile. La donna tende a creare immagini diverse di sé, basti pensare a quando ne vediamo una lavorare in casa e poi la vediamo uscire la sera: senza chirurgia e, spesso, con un apporto di trucco minimo, cambia completamente il proprio aspetto. L'uomo in questo film è sfruttato come proiezione di una donna. Per una volta, non è la donna ad essere "la moglie di" ma è il mio personaggio ad essere "il marito di".
Il messaggio è che siamo ciò che appariamo. Laura Chiatti, quanto conta per te l'immagine?
Chiatti: Il film non racconta essere ed apparire come due mondi a parte, ma come due cose che ormai sono sovrapposte e imprescindibili l'una dall'altra. Se non facessi questo mestiere, confesso che non sarei minimamente attratta dalla ricerca della perfezione. Il nostro lavoro ti mette addosso una responsabilità enorme; anche se non sei concentrato sulla tua fisicità, ad un certo punto vieni obbligato dagli occhi puntati su di te e dalle continue critiche. Hai le occhiaie e ti massacrano, vai al mare ed hai la cellulite come tutte le donne della terra e ti massacrano... insomma, puoi essere la persona più sicura del pianeta, ma a furia di critiche metti in dubbio le tue certezze.
Chiatti, anche tu come il tuo personaggio non sapresti mai rinunciare ad un tacco alto?
Chiatti: Voglio rivendicare il merito di quella battuta! ("Perché non metti le ballerine?" "Piuttosto preferisco donare un rene" ndr) Stavamo girando in alta montagna, tutto il giorno senza un appoggio ed io avevo questi tacchi altissimi. La costumista, gentilmente, mi chiese se non volessi indossare delle ballerine, ed io ho risposto sarcasticamente, in tono ovviamente giocoso, che piuttosto avrei preferito donare un rene. Pappi l'ha sentita e l'ha inserita nel film. Quella dei tacchi è una fissazione mia, non legata né a snobbismo né alla ricerca della figaggine. Non avendo un'altezza notevole, mi sento naturalmente più a mio agio con i tacchi. Quando mi chiedono di partecipare alla sceneggiatura, rispetto molto i ruoli. In questo caso, però, sono stata contenta di poter dare un contributo!
L'ambientazione è molto riconoscibile, ma crea anche un'atmosfera surreale e quasi fiabesca.
Corsicato: Avevo in mente un castello dell'Austria, con un tono gotico; alla fine, il Sud Tirolo si avvicina a quel mondo. Oltretutto, ha una natura splendida. Se a questo aggiungiamo il fatto che, al contrario di alte regioni italiane, in Alto Adige alcune persone vestono ancora con i costumi popolari, la scelta era quasi obbligata.
Per la realizzazione di alcune scene del film, ha fatto riferimento ad un controverso servizio di moda del 2005, Makeover Madness, fortemente voluto da Franca Sozzani, in cui si faceva riferimento alla chirurgia estetica?
Corsicato: Certamente, fu un servizio fotografico eccezionale. Addirittura in fase di sceneggiatura, oltre che ovviamente per i costumi, quel servizio fu il nostro primo riferimento per l'atmosfera e il tono da dare al film. Volevo ricreare quel tipo di sensazione inquietanti miste ad un kitsch sofisticato. Io poi attingo da tutto, prendo tutto ciò che vedo e lo assemblo, lo ricompongo. Se aprite a caso il Mereghetti, sicuramente trovate qualcosa che ho utilizzato in questo film.
Laura, sei favorevole alla chirurgia estetica?
Chiatti: Io?? Nooo!!! Scherzi a parte, sono contraria all'abuso e allo stravolgimento dei lineamenti. Ci sono dei mostri in giro, davvero terrificanti. Io, al termine del film, ho deciso di ritoccarmi il seno perché avevo perso di colpo quattro chili e mi era praticamente sparito tutto. Parliamo di un ritocchino leggerissimo... ho sbagliato le tempistiche, avrei dovuto farlo prima delle riprese!
Preziosi: Gliel'ha pagato la produzione!
E prima di lasciare la sala, ricollegandosi all'analogia sottolineata da un giornalista tra la sequenza di sogno della protagonista di Il volto di un'altra e la scena onirica del Grande Lebowski, Iaia Forte regala alla stampa un'anticipazione:
Nel prossimo film dei Coen ci sarà un personaggio che si chiamerà Pappi Corsicato!