Rogue One - A Star Wars Story, Tony Gilroy sulle riprese aggiuntive: "Avevano problemi molto seri"
Il "regista fantasma" di Rogue One parla per la prima volta del suo apporto al film di Gareth Edwards
Come forse ricorderete, nel giugno del 2016, l'acclamato sceneggiatore di quattro film della saga di Jason Bourne era stato ingaggiato per lavorare alle riprese aggiuntive di Rogue One: A Star Wars Story di Gareth Edwards. Una sessione durata un mese e mezzo tanto da terminare il giorno prima della presentazione del film avvenuta alla Star Wars Celebration di Londra tenutasi nel 2016.
Se ripenso a Rogue, a tutte le difficoltà di Rogue, alla sua confusione... e a tutto il casino, realizzo che quando mi ci sono messo al lavoro sono state problematiche molto, molto semplici da risolvere. Perché ho detto 'Gente, abbiamo a che fare con un film dove moriranno tutti. È un film che parla di sacrificio'.
Sono entrato in gioco dopo il director's cut. Ho un credito sulla sceneggiatura del film che è stato facilmente ottenuto tramite un arbitrato.
Gilroy ha spiegato di non essere mai stato un fan di Guerre Stellari e che il non provare alcun timore di incasinare qualcosa di "sacro" lo ha aiutato nel lavoro:
Non mi è mai fregato nulla di Star Wars, non ho mai avvertito il timore reverenziale che molti hanno nell'approcciarsi a un film della saga. E la produzione si trova letteralmente in un pantano, in una situazione terribile... non potevo fare altro che migliorare la situazione. Non sono interessato a lavorare di nuovo su uno Star Wars, anche perché, dal mio punto di vista, Rogue One per molti motivi differenti non è un Guerre Stellari. È più un film sulla Battaglia d'Inghilterra.
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