Il robot selvaggio, anche nel retroscena il cuore ha vinto sulla tecnologia: per sfondi e personaggi i realizzatori sono tornati alla pittura
Per un approccio che seguisse i temi narrati nel film d'animazione Dreamworks, il regista Chris Sanders ha optato per un tocco più tradizionale e "fatto a mano" per la realizzazione di sfondi e personaggi.
Chris Sanders, regista del film d’animazione in casa DreamWorks ora nelle sale italiane, Il robot selvaggio, è stato recentemente intervistato da Vulture, e ha raccontato i dietro le quinte della creazione del film.
Pur non trattandosi di animazione tradizionale, infatti, il team creativo ha preso una direzione comunque simile, volta al “fatto a mano” con sfondi non creati tridimensionalmente al computer, ma dipinti dagli artisti che hanno lavorato al film e con personaggi realizzati da una serie di pennellate atte a rievocare quel senso di autenticità e naturalezza che la pellicola richiedeva.
Eravamo in piena fase di esplorazione e stavamo creando alcuni sketch e keyframe a colori, cercando di capire l’impronta che questo film avrebbe avuto. Alcune immagini erano davvero abbozzate e pittoriche - proprio perché le persone dovevano lavorarci velocemente. E ho da subito adorato quel tocco.
Mi è sempre dispiaciuto perdere quella spontaneità tipica dell’animazione tradizionale che abbiamo perso man mano che le cose si facevano più pulite e atte ad inseguire la perfezione. Così ho chiesto a Raymond se era possibile, per il film, avere un aspetto identico a quegli sketch preparatori. E lui ha semplicemente risposto: “Certo, facciamolo!”Da quando l’animazione tramite computer grafica é entrata nell’equazione, come cineasti abbiamo cercato di fare il possibile per dare una sensazione di “fatto a mano” ai nostri lavori, in modo che si creasse un legame emotivo con l’opera. Solitamente cerchiamo di aggirare questo problema, e il processo avviene ricoprendo le geometrie tridimensionali con texture dipinte a mano, in modo da avere comunque però sfondi, rocce alberi, personaggi… tutti con una geometria tridimensionale alla base.
Ma con Il robot selvaggio non abbiamo fatto questo: non abbiamo nessuna geometria di base sotto lo sfondo, o sotto gli alberi. Per la prima volta abbiamo sfondi dipinti a mano al 100%. Ovviamente per fare sì che i personaggi fossero fusi al meglio con lo sfondo, anche loro dovevano essere dipinti a mano.
Così abbiamo fatto: dalle piume degli uccelli al pelo degli animali, sono tutti dettagli che in realtà non esistono, sono solo pennellate molto rozze che danno quell’effetto. […] Se guardi molto da vicino ti rendi conto che ogni personaggio è solo fatto di un insieme di rozze pennellate. Non abbiamo animato i singoli peli uno ad uno.
Il film ha già ampiamente superato i 100 milioni di dollari, con il sequel - ispirato al secondo di una trilogia di racconti di Peter Brown (La fuga del robot selvaggio) - pronto ad essere realizzato.
Il robot selvaggio è disponibile dal 10 ottobre in tutte le sale italiane, nel cast vocale in lingua originale troviamo attori e attrici del calibro di Lupita Nyong’o, Pedro Pascal, Bill Nighy, Mark Hamill e Catherine O’Hara.