Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo discutono della loro carriera oltre i Marvel Studios

In un lungo confronto video Robert Downey Jr e Mark Ruffalo hanno parlato a ruota libera della loro carriera oltre i Marvel Studios

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Fuori Tony Stark e Bruce Banner, entrano Lewis Strauss e Duncan Wedderburn. Ovvero: Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo nella loro nuova vita post Marvel Studios (per Ruffalo non è proprio così ma il suo impegno nell'MCU è decisamente diminuito). I due si sono incontrati nella celebre rubrica di Variety Actors on Actors. Il primo si è presentato di fronte alle telecamere per parlare del suo personaggio in Oppenheimer. L'altro per esplorare l'insolita parte da malvagio dentro Povere creature!. Un ruolo atipico, graffiante e spietato, per un attore abituato a interpretare personaggi dall’animo gentile. 

In questo articolo tocchiamo i punti più salienti dell’interessante conversazione. 

Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo sul set di Zodiac

Prima della chiamata di Kevin Feige, Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo hanno condiviso il set di Zodiac. Il film di David Fincher è stata una prova formativa per i due attori. Il regista è infatti notoriamente un perfezionista, disposto anche a battere un centinaio di ciak prima di avere la scena perfetta. Mark Ruffalo ha svelato (ridendo) che Fincher aveva inventato per l'occasione un comando che permettesse di cancellare in blocco tutte le sequenze girate in attesa di quella buona per liberare spazio nei dischi di archiviazione. Ogni volta che si premeva il pulsante era un colpo al cuore, ma entrambi raccontano quel momento come essenziale per imparare ad affidarsi al regista e cercare di realizzare la sua visione.

Robert Downey Jr. dopo l’esperienza di lavoro con Christopher Nolan per Oppenheimer ha detto di preferire la pellicola al digitale. Fa la differenza ciò che comporta girare in quel formato. La cinepresa necessita di maggiori aggiustamenti, ogni cambio di lente, ogni spostamento, può richiedere molto tempo. Si creavano così delle pause sul set che non erano tempi morti, bensì sezioni della giornata in cui il cast poteva socializzare, si tirava il fiato per rientrare nel personaggio. Questo, dice Robert Downey Jr., creava un naturale ritmo di lavoro tra momenti pieni e vuoti che è stato essenziale per tenere tutti concentrati sui personaggi e fargli mantenere la velocità di esecuzione. 

Come sappiamo Christopher Nolan ha tagliato 30 giorni di riprese per aumentare il budget per il set di Los Alamos, questo ha comportato per tutti una maggiore tensione nel fare tutto giusto e subito, per rimanere nella fittissima tabella di marcia. 

Durante e dopo i Marvel Studios

I Marvel Studios sono ancora una presenza importante nei discorsi dei due attori. Un decennio che li ha uniti su molti film e che ha cambiato le rispettive carriere. Robert Downey Jr. non ha mai accennato a ciò che è venuto prima di Iron Man, Mark Ruffalo invece ha sottolineato come la scelta di attori come loro, provenienti dal mondo indipendente e abituati a lavorare sui personaggi umani e verosimili sia stata una una rivoluzione nel mondo dei tentpole ad altissimo budget. Prima gli attori di blockbuster erano generalmente una categoria separata da quella del cinema di autore. Questa fusione ha invece cambiato il modo di pensare queste grandi produzioni.  

Sì è parlato anche del memorizzare le battute. Per Oppenheimer Robert Downey Jr. ha lavorato mesi per imparare le linee di dialogo, spesso molto tecniche. È stato aiutato dalla sua passione per la società americana nel dopoguerra. Yorgos Lanthimos invece per Povere creature! ha costruito i ruoli a partire da una decina di giorni di improvvisazione teatrale che ha permesso di creare sinergie con il cast e trovare il proprio personaggio. Ballavano, cantavano insieme, giocavano con le rispettive facce e i corpi. Questo ha permesso di uscire da un blocco d’attore il primo giorno delle riprese. Ruffalo era di fronte a Willem Dafoe e non riusciva ad essere naturale, era agitato e bloccato. L’indicazione del regista è stata semplice ma efficace: “L’hai già fatto nelle prove, sai cosa stai facendo”. Il personaggio di Duncan Wedderburn non era solo nei dialoghi, ma anche nel lavoro di ricerca fatta nei giorni di preparativi alle riprese.

I due hanno poi confessato che le sceneggiature dei Marvel Studios, spesso secretate o cambiate in corsa, non sempre erano comprensibili. Dovevano spesso farsi spiegare cosa significassero quei dialoghi tra scienziati pieni di termini complicati del mondo di fantasia. 

Entrare nei personaggi insoliti

Christopher Nolan voleva per Strauss un approccio secco: senza manierismo, senza accento. Un personaggio vecchio e umiliato da Oppenheimer. Un carattere fuori dalla zona di comfort per Robert Downey Jr. Ha ritrovato la disciplina del teatro, con cui ha iniziato la sua carriera, per riuscire a entrare nella parte. Il perfezionismo di Nolan ha portato una disciplina monastica nel momento delle riprese. Non c’erano distrazioni (come i cellulari o il catering), tutti erano concentrati a dare il meglio curando anche i piccoli dettagli. Ad esempio il minuscolo buco nell’orecchio per l’orecchino dell’attore veniva coperto ad ogni sessione di trucco perché si temeva potesse essere visto nei primi piani.

Allo stesso modo anche Duncan Wedderburn è diametralmente opposto al carattere-tipo di Mark Ruffalo. Interrogato dal collega ha confessato di essersi sentito in imbarazzo durante le scene di nudo, ma le ha accettate come un’estensione della comicità fisica presente nel film. A tal proposito ha dovuto indossare un cuscino per il sedere e le gambe affinché sembrassero più grosse.

Un personaggio mascalzone e misogino, autocommiserante e ingenuamente crudele che è stato una ventata di aria fresca per Ruffalo. Si è goduto la possibilità di interpretare un cattivo grazie anche alle prove fatte insieme a Emma Stone che hanno annullato ogni preconcetto su coda dovesse essere il personaggio. L’attore si è così liberato dai giudizi, si è sentito sollevato dalle pressioni. Libero di esagerare o di contenersi, di sperimentare insomma. . 

Il secondo tempo di Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo

L’intera discussione abbonda di rispettivi complimenti e attestati di stima. Il format che lascia più o meno liberi i due protagonisti di portare l’intervista dove desiderano permette di evitare le classiche domande di convenienza. 

Quella che emerge è così la prospettiva piuttosto sincera di due attori che ammettono di poter godersi quanto già fatto nelle proprie carriere. Sono invece alla ricerca di un qualcosa di diverso. Arrivati a questo punto entrambi sentono il bisogno di ritornare a costruire una nuova strada scegliendo ruoli diversi che li mettano alla prova anche a costo di prendersi dei rischi. Due superstar che cercano il proprio secondo tempo. Sarà questo il loro nuovo inizio?

Fonte: Variety

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