Rob Liefeld ha perso i diritti di Youngblood molti anni fa

Com'è possibile che Youngblood non sia più di proprietà di Rob Liefeld? Colpa di affari decisamente oscuri ed errori di gioventù

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Youngblood #1, variant cover di David Finch

Rob Liefeld non possiede più i diritti di Youngblood. Se i suoi fan più accaniti probabilmente lo sapevano già, l'appassionato medio di comics potrebbe risultarne sorpreso. Com'è possibile che Liefeld, creatore del super gruppo cui ha dato vita in un contesto di Fumetto indipendente, all'indomani della fondazione della Image Comics, non sia il suo proprietario? Sorprendentemente, questa condizione non è nemmeno recente. Nonostante l'autore sia stato per vent'anni il volto dietro a Youngblood, sono appunto due decenni che il gruppo non gli appartiene più? Come si è arrivati a questa condizione?

Creato nel 1992, il gruppo è stato un successo istantaneo. La sua serie ha venduto moltissimo, contribuendo a rendere la Image la potenza che era a fine anni Novanta. Nel 1997, Liefeld lasciò l'editore che contribuì a fondare per lanciare la Awesome Comics insieme a Jeph Loeb. Ben presto, si sarebbe aggiunto ai due soci un investitore: Scott Mitchell Rosenberg, presidente di Malibu Comics. L'avventura di Awesome Comics non fu particolarmente fortunata. Nel 2000, la compagnia venne sciolta e, per la prima volta - ora sappiamo - i diritti di Youngblood non fuono più di esclusiva proprietà di Liefeld: con la fine di Awesome, solo una piccola parte restò nelle mani all'autore, un'altra passò a Rosenberg e l'ultima a un altro investitore di nome John Hyde.

Fino a circa un anno fa, tuttavia, i rapporti tra Liefeld e Rosenberg erano amichevoli, il che ha permesso all'autore di continuare a essere l'uomo simbolo del progetto Youngblood e a mantenere la maggior parte dei fan nell'illusione che i personaggi cui ha dato vita gli appartenessero in esclusiva. Nel 2017, venticinquesimo anniversario del titolo, viene lanciata una nuova serie pubblicata dalla Image, che però si interrompe l'anno dopo. E proprio qui cambiano i rapporti tra Liefeld e Rosenberg.

Costui è infatti diventato socio in affari di Andrew Rev. Ex proprietario di una compagnia editoriale fallita, tornava sulla scena lanciando Terrific Production. Avendo avuto contatti con Rosenberg negli anni Novanta, lo contatta. A quanto pare, i rapporti con Liefeld sono da subito complesso. Rev critica l'autore per la sua gestione dei personaggi, lo considera poco professionale dal punto di vista imprenditoriale. Ha grandi obiettivi, tra cui un rilancio di Youngblood che, secondo lui, potrebbe riportare le vendite della serie a quelle degli anni Novanta. Inverosimile, dato che all'esordio vendette circa un milione di copie.

Youngblood #1, copertina di Jim Towe

Liefeld lamenta mancanza di rispetto, Rev lo tratta come un autore da lanciare, non come uno dei fumettisti di maggior successo di sempre, creatore di personaggi leggendari. Gli dice che potrebbe essere il prossimo Todd McFarlane, che Liefeld considera giustamente un proprio pari, non un modello da raggiungere (senza contare i rapporti non idilliaci tra i due). Com'è che i diritti di Youngblood giungono infine nelle mani di un personaggio del genere?

Liefeld stesso afferma, parlandone sui social, che il lato affaristico della questione è una delle situazioni più oscure che gli sia mai capitato di sperimentare. Rosenberg gli dice al telefono che il suo ruolo è fortemente ridimensionato. Non è più proprietario dei diritti di Youngblood, passati a una compagnia di nome Rip Media, che un tempo egli possedeva ed era titolare delle quote di Awesome Comics. Ora Rosenberg è collaboratore di Rip Media e del suo proprietario, Glenn Eggert, autore degli accordi con Rev.

Interrogato da Rosenberg, Eggert conferma che Rip è proprietaria del cento percento dei diritti di Youngblood, ma ha accordi contrattuali con Terrific Productions che prevedono sia quest'ultima a gestire il coinvolgimento di Liefeld nella produzione di materiale di qualunque genere che riguardi i personaggi. Eggert si rifiuta di commentare la situazione.

Il passaggio di proprietà, come l'autore lamenta, è avvenuto senza passare tramite una vendita pubblica. Si parla di un franchise dal potenziale di sfruttamento enorme, passato di mano in mano sostanzialmente sotto silenzio e finito nelle mani di un'oscura compagnia che ha zero reputazione nell'ambiente. Una strana procedura, dato che probabilmente case editrici ben più attrezzate per gestire il potenziale di Youngblood sarebbero state felici di offrire molti più soldi di quanti possa averne sborsati Rev. Liefeld ha rivelato tutto questo online per ragioni che lui stesso ha spiegato:

Mi sembrava giusto dare ai fan una spiegazione. Potreste pensare che ho nascosto queste informazioni per ventitré anni, ma non è così. I miei amici più stretti nell'ambiente dei comics ne erano a conoscenza e anche alcuni lettori con cui ho un rapporto speciale. Mai, in un milione di anni, avrei pensato che i personaggi sarebbero finiti in mano a un tizio che non ha mai pubblicato nulla.

Da quando Rob Liefeld ha reso pubblica questa storia, a detta sua c'è stato un cambiamento in meglio nel modo in cui Rev si rapporta con lui. L'autore sostiene di non voler comunque collaborare, dato che il comportamento nei suoi confronti è stato imperdonabile. In effetti, l'account Twitter di Terrific Production ha ospitato le seguenti dichiarazioni, all'indomani di voci che parlano di una nuova serie in arrivo:

Il creatore di Youngblood gode di buona considerazione presso Terrific Production: è un grande artista e saremmo felici se tornasse a collaborare per la pubblicazione di Youngblood presso Terrific Production. Gli auguriamo il meglio nella sua vita.

Difficile fare pronostici sul destino dei personaggi. La situazione è in effetti decisamente complessa e fumosa, ma la sfiducia di Liefeld sembra avere solide basi. Vedremo mai un rilancio di Youngblood? Impossibile dirlo, ma la prospettiva non pare certo rosea, anche alla luce dei risultati non proprio lusinghieri delle ultime avventure editoriali.

Fontie: Bleeding Cool | Comics Beat

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