Road House, Doug Liman di nuovo contro Amazon: "Un film visto da 50 milioni di persone e non ci hanno dato un centesimo"
Road House ha avuto un notevole successo su Prime, ma Amazon non ha corrisposto alcun bonus a Doug Liman, a Jake Gyllenhaal e al produttore del film...
Giusto ieri spiegavamo che, nonostante gli Amazon MGM Studios abbiano confermato la produzione di Road House 2, non è detto che Doug Liman possa tornare in veste di regista (ECCO I DETTAGLI), un po' perché nella sua carriera non ha mai diretto un sequel un po' perché, probabilmente, potrebbe ancora avere il dente avvelenato con la compagnia fondata da Jeff Bezos.
Nel corso di una nuova intervista, il filmmaker torna ad accusare Amazon spiegando di non avere nulla contro lo streaming in sé, ma ammettendo di essere infastidito dal fatto che, nonostante l'azienda abbia anche dichiarato a gran voce che il lungometraggio ha ottenuto un grandissimo successo - tanto da giustificare un sequel appunto - né lui né Jake Gyllenhaal hanno ricevuto una qualche compensazione monetaria di sorta che sarebbe invece arrivata dal box-office:
Prima di tutto: non ho problemi con lo streaming. Abbiamo bisogno di film in streaming perché abbiamo bisogno che gli scrittori lavorino, i registi lavorino e gli attori lavorino e non tutti i film dovrebbero essere distribuiti al cinema. Sono un grande sostenitore delle serie TV, dei film in streaming e dei film da cinema: dovremmo avere tutte queste tipologie di produzioni. Il mio problema con Road House è che abbiamo realizzato il film per MGM affinché fosse nei cinema e tutti sono stati pagati come se fosse stato un film da cinema. Poi Amazon ha cambiato le carte in tavola e nessuno ha ricevuto adeguate compensazioni economiche. Dimentica l'effetto sull'industria: 50 milioni di persone hanno visto Road House solo che io non ho ricevuto un centesimo, Jake Gyllenhaal non ha ricevuto un centesimo e il produttore Joel Silver non ha ricevuto un centesimo. È sbagliato.
FONTE: IndieWire