Resident Evil: Welcome To Raccoon City, il regista e il cast raccontano le loro esperienze terrificanti legate al videogioco!

Il regista e i protagonisti di Resident Evil: Welcome To Raccoon City raccontano le loro esperienze terrificanti legate al videogioco!

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Resident Evil: Welcome To Raccoon City è arrivato da pochi giorni nelle sale italiane. Il nuovo capitolo della saga è un ritorno molto apprezzato alle radici horror del franchise videoludico, una produzione così efficace... da spaventare anche il cast stesso.

C'è un momento particolarmente spaventoso nel film che riguarda una donna che rompe un vetro e punta Claire, il personaggio interpretato da Kaya Scodelario. In un'intervista con ComicBook.com, l'attrice ha raccontare che girare quella scena di notte è un'esperienza terrificante, ma vedere l'interprete dell'altro personaggio l'ha aiutata in un secondo momento a mettere tutto in prospettiva. Ecco le sue parole:

L'intero film è stato spaventoso, l'abbiamo girato di notte. Perciò, per tre mesi non abbiamo visto la luce del sole! È stato durante la pandemia, e c'era un freddo spaventoso in Canada. Quindi, eravamo tutti al limite e un po' ansiosi fin dall'inizio. E io ho una immaginazione abbastanza vivida. Quel giorno, mi ricordo di essermi spaventata davvero molto, finché sono non sono andata al bagno chimico, ho visto l'attrice che interpreta la donna in coda e mi sono detta: "Ok, è solo una persona. Tutto va bene".

Rimanendo su questo tema, sempre su Comicbook.com, alcuni membri del cast e il regista del film hanno rivelato qual è stata la prima volta in cui uno dei capitoli della saga videoludica è riuscito a spaventarli. Ecco le loro risposte:

Robbie Amell (Chris Redfield):

Ero troppo giovane per giocare e ho fatto l'errore di farlo, e uno dei miei primi ricordi legati a un videogioco è essere seduto nel seminterrato con i cani che saltavano dalla finestra spaventandomi a morte. Penso di aver avuto nove anni a quel tempo. È stato molto stupido, ma sono cresciuto giocando ai videogiochi e a hockey, entrambi i miei genitori lavoravano. Quindi probabilmente non mi controllavano come avrebbero dovuto!

Tom Hopper (Albert Wesker):

Ah, giusto: se ora ho 36 anni, ne avevo 11, sì, forse 11 o 12, quando per la prima volta ho giocato al gioco e sì, come voi, quella è stata la mia prima esperienza in cui sono stato spaventato. C'erano Doom e Wolfenstein, forse, prima di quello... ma è stato veramente il primo per me inizialmente giochi pensando "beh, è piuttosto forte", ma non hai idea che in realtà ti spaventerà sul serio. Avevo a malapena visto qualche film horror a quell'età, quindi vivere quell'esperienza nel quale hai realmente il controllo della situazione è stato un momento di vera realizzazione di cosa sia l'horror per me.

Avan Jogia (Leon S. Kennedy):

Il punto di Resident Evil è il suo essere multi-generazionale, viene giocato da tantissime persone diverse. Resident Evil 4 era il mio gioco, quello con cui sono cresciuto e che mi ha preso veramente. Ricordo di aver giocato a Resident Evil 2, a Resident Evil 1, ma vagamente. Tutti hanno questo tipo di ricordi, chi è nostro coetaneo o perfino più giovane, di andare in casa di qualcuno, tipo alle due del mattino, hai già bevuto tre cole quindi sei pieno di caffeina e hai paura di voltare l'angolo in Resident Evil... dai il controller al tuo amico e lo fa lui. Resident Evil viene ricordato dalle persone per quel tipo di terrore, e mi sono reso conto che il regista Johannes Roberts era molto consapevole di questo aspetto quando ci ha proposto il film. Si voleva concentrare sull'horror, l'horror permea il DNA di questo film.

Johannes Roberts (regista):

Non ero mai stato un gamer, poi è uscita la Playstation è ha reso figo giocare. Ero uno studente, era un periodo molto bizzarro in cui ovviamente ero un super nerd dell'horror, solo che tutto quello che mi piaceva non era più popolare. Dovevo viaggiare moltissimo anche solo per andare a vedere Il seme della follia, volevo andare vedere il nuovo film di Carpenter che in tre andavano a vedere. All'epoca, poi, Scream era molto popolare. E non lo capivo. Erano tutti ammiccamenti alla cinepresa, mi rendevo conto che l'horror era a un punto di svolta e che non lo capivo molto. Poi improvvisamente uscì questo videogioco, palesemente innamorato delle stesse cose che amavo io, ovvero Romero. Le persone si erano dimenticate di quel genere di horror, Romero non lavorava da anni, e io amavo tutte quelle cose, ci ero letteralmente cresciuto. Guardavo le persone che giocavano a questo videogioco. Era terrificante. È così che mi sono appassionato. Ero un voyeur. Poi ho iniziato a giocarci e sono piombato in questo mondo. Ora sono un adulto e sono fissato.

Tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

FONTE: CB/ CB 

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