Resident Evil Village, mezz’ora nel castello di Lady Dimitrescu | Anteprima
La nuova demo di Resident Evil Village ci ha divertiti, nonostante continui a serpeggiare qualche dubbio sul prodotto finale
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Castle, l’ultima demo che abbiamo potuto provare per l’ormai solita mezz’ora di tempo, appena un paio di giorni fa, ha certamente corretto il tiro, ma non ha completamente soffocato tutti i dubbi in merito.
Risvegliatosi in una stanza di piccole dimensioni, ai comandi del buon Ethan abbiamo raggiunto piuttosto in fretta un salone, da cui era possibile accedere alla stanza del Duca, il negoziante di questo episodio. Vendendo un paio di tesori ritrovati esplorando le ambientazioni, ci siamo armati di fucile a pompa, potenziato il caricatore della pistola e acquistato un medikit.
L’esplorazione, relativamente lenta e continuamente interrotta da doverose fermate utili per ammirare la magnificenza del castello, ci ha messi di fronte ad un paio di enigmi non così scontati, prima di farci scontrare con una delle figlie di Lady Dimitrescu, incontro che ci ha costretti ad una fuga disordinata, conclusasi una volta raggiunte le segrete dell’edificio.
Qui il ritmo si è inizialmente abbassato di nuovo, lasciandoci apprezzare l’ottimo lavoro di sound design tra inquietanti rumori gutturali ed immancabili scricchiolii di porte. La situazione si è fatta concitata non appena sono comparsi dal nulla un quartetto di figuri per metà zombie, per metà vampiri, talmente difficili da mandare giù con le armi in dotazione, che abbiamo preferito darcela a gambe, raggiungendo in fretta e furia la location con cui la demo terminava.
Se nel villaggio il comparto grafico ha mostrato il fianco a qualche piccola caduta di stile, nel castello Resident Evil Village ha brillato, e molto probabilmente brillerà, di luce propria. La quantità di dettagli presente su schermo è quasi soverchiante, mentre gli splendidi effetti luce creano giochi d’ombra spesso e volentieri inquietanti. A cotanta fascinazione ha ovviamente contribuito il già lodato comparto audio, perfettamente a suo agio nel terrorizzare l’utente con rumori più o meno distanti, sempre provenienti da direzioni ben precise.
Dove Resident Evil Village continua a lasciarci qualche perplessità è nella consistenza della sua progressione. Il diretto prequel funzionava anche e soprattutto in virtù di ambientazioni contenute, che ben si sposavano con la relativa lentezza di spostamento dell’avatar e, soprattutto, con la penuria di nemici, abbattibili e non, presenti nel gioco.
Viste le dimensioni della mappa e la presenza di molte più mostruosità da fronteggiare, almeno stando alle premesse introdotte da queste due demo, il rischio è che alla lunga la produzione Capcom possa rivelarsi frustrante e fin troppo diluita.
Il rischio che il troppo stroppi c’è, insomma, nonostante sia presto per fasciarsi la testa. Di sicuro, queste due demo, al contrario di Maiden, non sono state il modo ideale per presentare il meglio di Resident Evil Village.
Non stessimo parlando di una saga ultratrentennale, di un publisher del calibro di Capcom, di un diretto sequel di uno dei migliori horror degli ultimi anni saremmo sicuramente molto più preoccupati. Il pedigree c’è e si vede. Resta da capire se le ambizioni comunicate durante questi mesi, diventeranno tutte realtà nel prodotto finito.