Remothered: Tormented Fathers, dalla follia si può solo scappare - Focus Indie

Su Focus Indie un survival horror puro, realizzato da un team italiano: alla scoperta di Remothered: Tormented Fathers

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Remothered: Tormented Fathers, ovvero il gioco in cui una tipa che assomiglia molto, moltissimo a Jodie Foster deve scappare da un vecchiaccio vestito solo con un grembiule e degli stivali di gomma, all'interno di una tetra magione (qualora ve lo steste chiedendo sì, da dietro gli si vedono le chiappe). Messa così sembra terribilmente la premessa di un film horror di serie Z, ma in realtà va benissimo così, perché il survival horror deve tutto a quel cinema in cui si muore malissimo, tra copiosi schizzi di sangue, in molteplici modi diversi, perché magari qualcuno ha ficcato il naso dove non avrebbe dovuto, o perché vai sapere, alla fine l'intrattenimento è fatto di angoscia e paura e tutto sommato della trama chi se ne frega. Va benissimo perché Remothered: Tormented Fathers, primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia, pare già da ora un ottimo survival horror, nella sua versione non ancora definitiva (quella completa arriverà il 30 gennaio prossimo su Steam), di quelli che strizzano forte forte il cuoricino del giocatore (che invece stringe un'altra parte del corpo).

[caption id="attachment_180205" align="aligncenter" width="1920"]Remothered: Tormented Fathers screenshot La villa teatro del gioco è un luogo credibile, forse per questo ancora più inquietante[/caption]

Il coccolone, quando si gioca Remothered: Tormented Fathers, è dietro l'angolo, perché la dottoressa Rosemary Reed è una donna sostanzialmente indifesa di fronte al vecchio pazzo che le dà la caccia: è fondamentale che egli non la veda, allora ci si muove con circospezione, cercando di passare inosservati e di fare quanto meno rumore possibile, ma è inevitabile prima o poi che si venga scoperti, e allora, dopo esser stati colti da un infarto, tocca correre a perdifiato, cercando di seminarlo, passando attraverso porte, svoltando angoli, magari trovando rifugio in un armadio, o sotto un mobile, perché essere raggiunti significa morire. Certo, magari si è riusciti a ottenere una qualche arma appuntita, ma queste non sono utilizzabili direttamente, solo nel momento in cui si viene artigliati dal pazzo gliele si può infilare nel corpo, e seminarlo, ma sono soluzioni temporanee, lui tornerà a cercare la donna, a tentare di ucciderla con la sua falce.

"è inevitabile prima o poi che si venga scoperti, e allora, dopo esser stati colti da un infarto, tocca correre a perdifiato"Le vicende che stanno alla base di questa caccia all'uomo, ambientata nella grande e lugubre villa del dottor Felton (il vecchiaccio), sono molto misteriosi, e costituiscono quello stimolo in più per il giocatore, interessato a sapere perché Rosemary insista così tanto, nei primi momenti del gioco, nel cercare di entrare nella magione, e ovviamente quali segreti e orrori il luogo custodisca, o le ragioni della pazzia di Felton; soprattutto però sono su quanto il team di sviluppo, Stormind Games (manipolo di ragazzi catanesi, interpeti delle idee e della visione di Chris Darril) punta per dare profondità ad una produzione che cerca un taglio e un impatto cinematografico, che molto punta non solo sull'essenzialità e sull'ansia del gameplay survival horror (che già la prova della versione preliminare attesta come efficace) ma anche sul dipanarsi della storia principale e sull'intrecciarsi delle vicende personali dei personaggi che gradualmente si aggiungono alla messa in scena (e su questo aspetto occorrerà attendere la versione definitiva per pronunciarsi).

[caption id="attachment_180206" align="aligncenter" width="1920"]Remothered: Tormented Fathers screenshot Ecco cosa succede quando si viene raggiunti da Felton[/caption]

Quanto descritto finora potrebbe far pensare a Remothered: Tormented Fathers come ad una produzione molto classica, ma in realtà non è propriamente così. Survival horror, certo, ma paragonabile più ad un Alien: Isolation, che a un Resident Evil, per la necessità di muoversi con circospezione, per l'inferiorità della dottoressa Reed e il folle Felton; con elementi tradizionali del genere horror nella trama (agenti chimici, manipolazioni della mente) ma, lo si nota nel finale della versione da noi provata, interessanti cambi di prospettiva atti a stravolgere la narrazione e forse anche il ruolo dei personaggi stessi (chi è il buono, chi il cattivo?). Ecco perché il videogioco di Stormind Games e Darril Arts è sicuramente tra gli indie da tenere d'occhio per l'inizio del 2018, ma qualora vi sentiste di dare fiducia al titolo e di acquistarlo già ora in accesso anticipato non saremo di certo noi a sconsigliarvelo.

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