I registi sudcoreani chiedono una nuova legge sul copyright per ricevere compensi residuali: la risposta di Netflix

I registi sudcoreani si stanno mobilitando per ricevere migliori condizioni salariali: la risposta di Netflix, che investe miliardi nel paese

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Dopo gli attori, ora anche i registi sudcoreani si stanno mobilitando per ricevere salari migliori e protezioni maggiori in un'industria cinematografica e televisiva che sta fiorendo sempre più, in particolare grazie ai forti investimenti di Netflix.

Negli ultimi giorni è emerso che la Directors Guild of Korea, parallelamente alle agitazioni sindacali che stanno paralizzando Hollywood, sta facendo pressioni sulla legislazione coreana perché venga rivista una norma che impedisce ai registi e sceneggiatori freelance di ricevere pagamenti residuali su i film e le serie tv di maggior successo.

Secondo quanto segnala l'Hollywood Reporter, già ad aprile il sindacato dei registi era sceso in piazza a Seoul per la prima volta dal 1998. Le richieste sono relative soprattutto a una modifica della legge locale sul copyright, che prevede che tutta la proprietà intellettuale e i profitti dai contenuti video appartengano esclusivamente ai fornitori dei servizi (dagli studios alle piattaforme streaming), senza che vengano condivise quote di tali profitti con chi ha partecipato alla creazione di tali contenuti. Non solo: registi e sceneggiatori freelance non hanno diritto allo sciopero e non possono negoziare un contratto collettivo. È anche per questo motivo che il creatore di Squid Game, l'attuale serie più vista di tutti i tempi su Netflix, non ha ricevuto profitti legati al suo successo.

Spiega Yun-jeong Lee, portavoce del sindacato:

Senza modificare la legge sul diritto d'autore, non avremo alcun potere contrattuale per negoziare questioni di rimunerazione con le case di produzione. Non siamo ancora allo stadio di discutere i dettagli dei modelli di distribuzione dei pagamenti. Ma modificando la legge vogliamo iniziare la discussione e chiedere diritti minimi per condividere i profitti con le aziende in qualche modo, in modo che la rimunerazione residuale non sia zero come ora.

Per oggi è prevista una conferenza stampa del sindacato nella quale i legislatori verranno esortati a prendere in considerazione le proposte di revisione della legge sul copyright. Il partito che governa sembra essere allineato con le posizioni della Directors Guild, e potrebbe assecondare una legge che prevede che vi siano dei compensi residuali quando i profitti derivanti dall'uso di un'opera con diritto d'autore superino di gran lunga il compenso dei creatori. La legge attuale prevede dei residuali solo per registi e sceneggiatori assunti dagli studios e servizi streaming locali, ma non per i freelance, che sono la stragrande maggioranza.

Per fare un esempio, il regista coreano come Bong Joon-ho, grazie alla sua iscrizione al sindacato della Directors Guild of America, riceve pagamenti residuali relativi alle visualizzazioni di Okja su Netflix negli Stati Uniti. Hwang Dong-hyuk, invece, non riceve nulla di residuale su Squid Game, nonostante recentemente sia trapelato che Netflix ha ricavato oltre 900 milioni di dollari grazie alla messa in onda della serie, della quale presto vedremo una seconda stagione.

E proprio a questo proposito, Netflix sottolinea di ricompensare i creatori delle proprie serie di successo quando le rinnova per la stagione successiva: nel caso di Squid Game, per esempio, Hwang ha ricevuto un forte aumento in occasione del rinnovo per la seconda stagione. Ma non sono pochi i casi in cui Netflix ha deciso di non rinnovare una serie nonostante l'apparente successo, e in questo senso è lo streamer ad avere sempre il coltello dalla parte del manico (e l'accesso ai dati di ascolto, così come la definizione stessa di successo).

“Offriamo tariffe eque e altamente competitive ai nostri creatori di contenuti coreani, e stabiliamo standard chiari per i nostri partner di produzione coreani, che realizzano tutte le nostre serie e film,” ha aggiunto un portavoce di Netflix. “Questi standard rispettano o superano la legge coreana. I nostri investimenti hanno creato occupazione per migliaia di persone a livello locale e i nostri programmi di formazione contribuiscono a sviluppare la prossima generazione di talenti coreani sia dietro che davanti alla telecamera.” A quanto pare, per i registi Sudcoreani non è abbastanza.

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