Il regista di Twister Jan de Bont pensa che i blockbuster di oggi siano troppo basati sui VFX

Il regista di Twister Jan de Bont spiega come, secondo lui, oggi si sia persa un po' la capacità di dosare e usare con saggezza i VFX

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Twister, il blockbuster del 1996 diretto da Jan de Bont e prodotto dalla Amblin di Steven Spielberg, è riuscito a colpire il pubblico per la spettacolarità della messa in scena ma anche grazie all'appassionante e completa sceneggiatura scritta dal compianto Michael Crichton (anche produttore del film insieme a Kathleen Kennedy) e Anne-Marie Martin.

Intervistato dall'Hollywood Reporter in occasione dell'uscita in 4k di Twister, Jan de Bont ha spiegato che a suo modo di vedere, molti blockbuster moderni hanno un po' dimenticato la regola secondo cui i VFX non debbano essere soverchianti sulla storia e i personaggi.

Il filmmaker inizia il suo ragionamento proprio ragionando sulla domanda che gli viene posta dalla testata, ovvero se sia stato difficile lavorare a una pellicola così fortemente basata sulla componentistica degli effetti visivi:

In realtà, no. Credo anzi che abbiamo contribuito notevolmente a migliorare le tecnologie basate su ciò che abbiamo sviluppato per Twister. Abbiamo reso molti film futuri davvero facili da realizzare e, in un certo senso, molto semplici. Ero sempre convinto che non si potesse far funzionare l'azione in un film d'azione solo con effetti visivi. Dovevi avere effetti fisici davanti alla telecamera e attori nel mezzo. Lo sfondo poteva essere fatto con effetti visivi, ma con la vita reale tutt'intorno. Devi comporre un'immagine completa. Non volevo che nessuno di questi elementi spiccasse rispetto agli altri, cosa che accade così spesso oggi. Riesco a distinguere quasi immediatamente gli effetti visivi dagli effetti speciali.

Gli effetti speciali sono sempre diversi perché le cose non cadono mai come dovrebbero. Le lasci cadere e poi rotolano in un modo che non avresti mai potuto prevedere, ma con gli effetti visivi cadono sempre allo stesso modo. Quindi la combinazione era la chiave, e ho insistito affinché il film fosse realizzato in questo modo. Non volevo che l'intero film fosse sostenuto dagli effetti visivi. Sarebbe davvero insensato perché gli attori non possono reagire agli effetti visivi. Quegli effetti sono un po' senz'anima. Sono piuttosto belli e sembrano davvero reali, ma manca qualcosa.

E poi conclude il suo discorso aggiungendo:

Ecco perché Twister è probabilmente uno degli ultimi film a avere la combinazione di tutti e tre gli elementi, e questo è, per me, uno dei motivi per cui il film ha avuto successo. Le persone potevano identificarsi di più con la pellicola. Era molto più facile capire davvero cosa stava accadendo, l'impatto delle cose che precipitavano e una tempesta che ti soffiava in faccia. Vedere che ciò accadeva realmente sui volti degli attori era davvero fondamentale per me.

Cosa ne pensate delle parole di Jan de Bont su Twister? Lasciate un commento!

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FONTE: The Hollywood Reporter

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