Recensioni e interviste da Harry Potter 5
Il regista David Yates spiega come ha affrontato i temi centrali di Harry Potter e l'Ordine della Fenice... E poi: altre recensioni del film!
Quarto regista in cinque film: tra i fan di Harry Potter c'era sconcerto, all'inizio, sulla scelta di un regista di estrazione televisiva per Harry Potter e l'Ordine della Fenice. Ma foto e trailer stanno dimostrando che David Yates sa il fatto suo.
E' stata una sfida arrivare quando la serie era già a metà?
Yates: "Avevo appena finito di girare una fiction tv piuttosto complessa, epica, da adulti, intitolata "Sex Traffic", quando mi chiamarono per questo film. Lessi il libro e, ovviamente, è difficile non restare intrigati e interessati quando ti offrono una chance di partecipare, perché il mondo è ricco e fantastico e alcuni temi in questa storia sono incredibilmente cupi e maturi. Era difficile rifiutarsi, diciamo. Anche se il franchise va avanti da quattro film ormai, l'atteggiamento dei produttori è ancora quello di essere aperti alle idee nuove e a nuovi modi di portare il film in una direzione più emotiva, leggermente più sperimentale. Il che, naturalmente, riflette fedelmente il quinto libro per come JK Rowling l'ha creato. Dunque, entrare a far parte di un franchise di queste proporzioni apporta benefici e consente vantaggi, perché c'è tutta un'infrastruttura di produzione."Anche il fatto che gli attori stiano crescendo dev'essere un grande vantaggio per il regista.
"E' il momento migliore per essere a Hogwarts, proprio perché i personaggi sono cresciuti e hanno a che fare con questioni complesse. Il cast è più disposto a spingersi al limite, e a dare il meglio delle proprie capacità attoriali. E' il meglio di entrambi i mondi. Ti sembra ancora di star facendo un film unico, ed è il tuo film, ed è una storia a sé stante, ma allo stesso tempo ti hanno messo a disposizione questa sterminata riserva di risorse, se ne hai bisogno."
Come descriverebbe alcuni dei temi dell'Ordine della Fenice?
"Il lavoro di Jo [Rowling] è pieno di tematiche interessanti. Nella nostra storia, Harry deve affrontare il grosso problema di stabilire se la connessione che ha con Voldemort lo corrompe e lo rende cattivo. E' un classico. Chiunque sia passato nei turbolenti e difficili anni dell'adolescenza, in cui ci si ritrova arrabbiati e frustrati e quelli sono anni che ti formano davvero, sarà in grado di riconoscersi. Quelli sono gli anni che a volte ti definiscono in quanto persona. Alcuni possono partire da lì e avere uno sviluppo positivo, mentre altri prendono una strada che li porterà ad anni difficili. In parte è di questo che si occupa il film: il periodo emotivamente turbolento in cui si cresce e all'improvviso si mette in questione tutto il mondo. Si scopre anche che il mondo è un posto complesso e complicato, e tutti gli adulti intorno a te non necessariamente hanno tutte le risposte; possono anche essere in disaccordo tra loro su come affrontare i problemi e le questioni che li minacciano. E scopri quanto sei complicato, in te stesso. La cosa che a Jo riesce benissimo, alla fine, è esplorare quella verità universale a proposito della transizione all'età adulta in questo universo magico".
Intanto, due nuove recensioni sono apparse su aintitcool.com (d'ora in poi, attenzione agli spoiler!). La prima sembrerebbe scritta da un fan accanito, se costui non rivelasse, poche righe dopo, di non aver letto i libri: "HP migliora a ogni film" dice, "diversamente da tanti altri grossi franchise (Guerre stellari, Il Signore degli anelli eccetera) che iniziano 'col botto' e poi si spengono come candele. Ma a Potter sta succedendo il contrario". E non finisce qui: "La fotografia è fenomenale. Approccio molto elegante, vecchia scuola, che sfrutta pienamente il formato widescreen. Pensate al Dottor Zivago, Lawrence d'Arabia, quel tipo di film. Atmosfera molto epica. [...] E' bello vedere finalmente un film di Harry Potter che inizia con un'intensa scena d'azione. [...] Mentre New York vista dall'alto di notte è un classico del cinema, credo sia la prima volta che vediamo Londra così. [Daniel Radcliffe] è bravissimo nelle scene in cui è posseduto da Voldemort. [...] Le scene di occlumanzia sono montate in modo veloce e frammentario, molto artistico. [...] Hagrid si vede poco, e le sue scene sembrano avere la sola funzione di introdurre un elemento della trama."
La seconda recensione è scritta da una persona abbastanza "digiuna" di questioni potteriane, ed è significativo che costui sia rimasto confuso dalla relazione di parentela tra Bellatrix e Sirius ("Sono fratello e sorella?" si chiede); evidentemente nel film la questione non è molto approfondita. E poi: "Il fratello di Hagrid dovrebbe essere comico, ma non credo che la cosa funzioni molto bene."