Quentin Tarantino rompe il silenzio su Harvey Weinstein, quale futuro per la Weinstein Company?

Quentin Tarantino rompe il silenzio sullo scandalo che ha coinvolto Harvey Weinstein. E intanto la TWC è sempre più in difficoltà

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Mentre non passa giorno senza che escano nuove rivelazioni sui presunti stupri e molestie sessuali da parte di Harvey Weinstein ai danni di varie donne, e senza che vi siano prese di posizione da Hollywood a Washington, ora è Quentin Tarantino a rompere il silenzio sulla vincenda. Lo fa attraverso Amber Tamblyn, alla quale ha affidato una prima dichiarazione lasciando intendere che prossimamente si esprimerà in maniera più diretta a riguardo:

Ho passato la settimana sconvolto e a pezzi per via delle rivelazioni che sono venute alla luce su Harvey Weinstein, mio amico da 25 anni. Ho bisogno qualche altro giorno per processare il mio dolore, le mie emozioni, la rabbia e i ricordi, e poi ne parlerò pubblicamente.

https://twitter.com/ambertamblyn/status/918700092823019526

https://twitter.com/ambertamblyn/status/918702597409718272

Ricordiamo che Tarantino e i Fratelli Weinstein hanno un rapporto strettissimo, e che la Weinstein Company e la Miramax hanno prodotto tutti i film di Tarantino sin da Pulp Fiction, incluso Django Unchained, il maggiore incasso della carriera del regista.

E mentre si attende di scoprire se Weinstein verrà cacciato dall'Academy come appena capitato con la BAFTA, sale la tensione all'interno della The Weinstein Company, che alla luce delle rivelazioni ha licenziato il suo co-fondatore si trova ad affrontare una crisi senza precedenti (che si va ad aggiungere alla crisi economica che stava già attraversando). In un nuovo report, Deadline spiega come la casa di produzione potrebbe non sopravvivere a questo scandalo anche se dovesse cambiare denominazione ed eliminare il nome di Harvey Weinstein dai titoli di coda di film e serie tv in lavorazione. Parliamo di una società con oltre 190 dipendenti e diversi progetti, anche di grosso calibro, in varie fasi di sviluppo. Quello di maggiore importanza è, ovviamente, il nuovo film di Tarantino dedicato a Charles Manson: c'è chi dice che il regista si sia preso del tempo per rilasciare una dichiarazione ufficiale proprio perché starebbe cercando di capire se svincolarsi o meno da TWC. Ma ci sono anche progetti come Fahrenheit 11/9 di Michael Moore (uno dei registi rimasti ancora in silenzio rispetto alla vicenda), incentrato su Donald Trump e in uscita prossimamente: Weinstein è stato un sostenitore dei democratici e negli anni ha sostenuto economicamente il partito, che ora si trova in un certo imbarazzo. Il 24 novembre doveva uscire negli USA The Current War, ma al momento la distribuzione è sata sospesa. In TV, il nuovo progetto di maggiore respiro è The Romanoffs, di Matthew Weiner.

Nelle ultime ore si fa sempre più concreta l'ipotesi che Hollywood sia pronta a voltare le spalle alla compagnia, i cui dirigenti sono stati accusati di essere a conoscenza di numerosi accordi di risarcimento liquidati negli anni da Harvey Weinstein nonostante all'indomani del suo licenziamento avessero diramato un comunicato nel quale si dichiaravano all'oscuro di tutto. Deadline e Variety segnalano che diversi agenti e agenzie hanno deciso di non avere più a che fare con la TWC, da un lato perché i propri clienti non vogliono più lavorare a film della casa di produzione e dall'altro per il timore che Harvey Weinstein possa beneficiare dei profitti dell'azienda in caso di nuovi progetti. Dall'altra parte, i realizzatori di film in lavorazione vogliono svincolarsi dalla compagnia, come Lin-Manuel Miranda e Quiara Alegria Hudes, che stanno lavorando all'adattamento di In The Heights. Nel frattempo, le banche sembrerebbero pronte a frenare i prestiti nei confronti dell'azienda, e c'è già chi parla dell'impossibilità di vendere la compagnia "in quanto troppo tossica", lasciando come unica opzione lo smembramento e la vendita separata degli asset di maggior valore (come il franchise tv Project Runway) per far fronte ai creditori e ai guai legali.

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