Quentin Tarantino rompe il silenzio su Harvey Weinstein, quale futuro per la Weinstein Company?
Quentin Tarantino rompe il silenzio sullo scandalo che ha coinvolto Harvey Weinstein. E intanto la TWC è sempre più in difficoltà
Ho passato la settimana sconvolto e a pezzi per via delle rivelazioni che sono venute alla luce su Harvey Weinstein, mio amico da 25 anni. Ho bisogno qualche altro giorno per processare il mio dolore, le mie emozioni, la rabbia e i ricordi, e poi ne parlerò pubblicamente.
Last night I had a long dinner with my friend Quentin Tarantino. He has asked me to share a statement with you regarding Harvey Weinstein.
— Amber Tamblyn (@ambertamblyn) October 13, 2017
From Quentin Tarantino: pic.twitter.com/jv0VQNrI91
— Amber Tamblyn (@ambertamblyn) October 13, 2017
Ricordiamo che Tarantino e i Fratelli Weinstein hanno un rapporto strettissimo, e che la Weinstein Company e la Miramax hanno prodotto tutti i film di Tarantino sin da Pulp Fiction, incluso Django Unchained, il maggiore incasso della carriera del regista.
Nelle ultime ore si fa sempre più concreta l'ipotesi che Hollywood sia pronta a voltare le spalle alla compagnia, i cui dirigenti sono stati accusati di essere a conoscenza di numerosi accordi di risarcimento liquidati negli anni da Harvey Weinstein nonostante all'indomani del suo licenziamento avessero diramato un comunicato nel quale si dichiaravano all'oscuro di tutto. Deadline e Variety segnalano che diversi agenti e agenzie hanno deciso di non avere più a che fare con la TWC, da un lato perché i propri clienti non vogliono più lavorare a film della casa di produzione e dall'altro per il timore che Harvey Weinstein possa beneficiare dei profitti dell'azienda in caso di nuovi progetti. Dall'altra parte, i realizzatori di film in lavorazione vogliono svincolarsi dalla compagnia, come Lin-Manuel Miranda e Quiara Alegria Hudes, che stanno lavorando all'adattamento di In The Heights. Nel frattempo, le banche sembrerebbero pronte a frenare i prestiti nei confronti dell'azienda, e c'è già chi parla dell'impossibilità di vendere la compagnia "in quanto troppo tossica", lasciando come unica opzione lo smembramento e la vendita separata degli asset di maggior valore (come il franchise tv Project Runway) per far fronte ai creditori e ai guai legali.