Sono passate due settimane da quando
Harvey Weinstein è finito nell'occhio del ciclone per una serie di rivelazioni su presunte molestie sessuali e presunti stupri pubblicate dal
The New York Times e dal
New Yorker, che hanno poi scatenato una vera ondata di accuse nei confronti del produttore, il quale è stato conseguentemente licenziato dalla sua The Weinstein Company e ostracizzato da Hollywood.
Il regista più legato ai Fratelli Weinstein (prima tramite la Miramax poi tramite la The Weinstein Company) è senza dubbio Quentin Tarantino, che dopo alcuni giorni di silenzio la settimana scorsa si è limitato a dire, attraverso una dichiarazione diffusa da Amber Tamblyn, che avrebbe parlato diffusamente della questione 'più avanti'.
Ebbene, ora il
New York Times pubblica un vero e proprio mea culpa di Tarantino, che ammette di aver saputo per decenni degli atteggiamenti di
Harvey Weinstein nei confronti delle donne e di pentirsi di non aver fatto qualcosa prima, per esempio smettendo di lavorare con lui. Tutti i film di Tarantino, a partire da
Le Iene (1992), sono stati distribuiti dai Weinstein, e nei confronti di Harvey Weinstein il regista ha sempre avuto un rapporto quasi filiale. Solo qualche settimana fa il produttore ha ospitato a casa sua un party per il fidanzamento di Tarantino.
"Sapevo abbastanza per poter decidere di fare più di quanto ho effettivamente fatto," spiega il regista nell'intervista, "Non erano semplici voci di corridoio, non erano notizie di seconda mano. Sapevo bene che aveva fatto un paio di queste cose. E vorrei aver agito in maniera responsabile dopo aver sentito quelle cose. Se avessi fatto ciò che andava fatto, avrei dovuto smettere di lavorare con lui."
A rivelare alcune delle malefatte di Weinstein a Tarantino era stata la sua ex fidanzata Mira Sorvino, vittima di alcune avance non richieste da parte del mogul. Tarantino aveva sentito anche altri racconti, così come era a conoscenza del risarcimento nei confronti di Rose McGowan. "Quello che ho fatto è stato marginalizzare quegli eventi, e qualsiasi cosa dica ora a riguardo sembrerà una semplice scusa. "Chiunque fosse abbastanza vicino a Harvey ha sentito almeno uno di questi racconti, era impossibile non sentirne parlare. Inizialmente la cosa mi sconvolse, non potevo credere che facesse cose del genere così apertamente. Ma il fatto è che all'epoca pensai che fosse particolarmente attratto da Mira, quasi ipnotizzato. Era infatuato, e così aveva oltrepassato il limite. [...] Ma siccome io uscivo con lei, immaginavo che sapesse che a quel punto non avrebbe potuto più farle nulla, non avrebbe più potuto avvicinarsi. [...] Finii per pensare alla cosa come alla classica situazione anni '50 - '60 del capo che rincorre la segretaria intorno alla scrivania. Come se fosse normale! È la cosa che mi fa vergognare di più ora.
Nell'intervista, Tarantino incita Hollywood a prendere dei seri provvedimenti, perché finora ha "operato in un sistema quasi alla Jim Crow, tollerato da noi maschi. Abbiamo permesso che andasse così. [...] E invito anche gli altri uomini che sapevano queste cose a parlare. Non abbiate paura, non limitatevi a rilasciare dichiarazioni. Riconoscete che c'è del marcio in Danimarca. Fate di più per le vostre sorelle. Ciò che era accettato ora non può essere tollerato da chiunque abbia un minimo di coscienza."
Nell'intervista Tarantino non ha voluto sbilanciarsi sul suo prossimo film, che dovrebbe essere prodotto e distribuito da The Weinstein Company, e non ha parlato di una possibile presa di distanze dalla compagnia. Alla domanda sulla possibilità che lo scandalo possa aver influenzato il modo in cui il pubblico vedrà i suoi film, Tarantino ha fatto una pausa e poi ha risposto: "Non lo so. Spero non accada."